LETTERA DI MINACCE AL VICEDIRETTORE PORRO: FARAI UNA BRUTTA FINE
Pubblicato il 11 maggio, 2011 in Costume | Nessun commento »
Una lettera di minacce è giunta ieri alla redazione milanese de “Il Giornale” indirizzata al vicedirettore Nicola Porro. Nella missiva oltre ad una serie di insulti c’è scritto: “Farai una brutta fine fra mille dolori una pallottola in testa”. La lettera riporta il timbro postale del 7 aprile scorso ed è stata spedita da Venezia. Il testo è stato scritto al computer su un foglio bianco. La lettera è stata ora acquisita dalla Digos di Milano.
……Porro è il vicedirettore de Il Giornale, è l’esperto economico del quotidiano milanese di proprietà del fratello di Berlusconi, è spesso presente in TV dove non le manda a dire: le dice e le canta con durezza e competenza, anche con chiarezza, agli avversari del Cavaliere. Perciò potrebbe apparire spiegabile la lettera di minacce che gli è stata mandata da Venezia (chissà poi perchè da Venezia e non da altrove…), nella quale però manca materialmente la pallottola, o proiettile che dir si voglia, ma viene evocata per spiegare che tipo di morte sarebbe stata riservata al destinatario della minaccia. Che volete, ci viene da ridere, sebbene comprenderemmo la giusta preoccupazione di Porro (se ne avesse!) che però non ha rilasciato terrorizzate dichiarazioni alla stampa per condividere la sua (eventuale) paura con i suoi lettori, nè ci risulta si sia precipitato a dimettersi dall’incarico e dal lavoro. Ci viene da ridere perchè chi minaccia (per lettera! per giunta anonima) è come il cane che abbaia: non morde. Quindi da non temere. Non sappiamo se anche Porro è cacciatore per cui non azzardiamo l’ipotesi che anche nel suo caso (come in altro del quale ci siamo occupati) ci sia qualche “cacciato” che si sia presa la briga di ritorcersi contro il “cacciatore”, ma nel suo caso siamo certi che nulla ha di preoccuparsi Porro che per quanto ne sappiamo è un autentico galantuomo, cioè una persona di retti principi e di onesti comportamenti (secondo la nuovissima Trccani), diversamente da altri che si piccano di esserlo e magari se lo fanno dire e al più sono dei cialtroni. g.