LA NUOVA GIUNTA DI NAPOLI DA’ RAGIONE A BERLUSCONI
Pubblicato il 9 giugno, 2011 in Politica | Nessun commento »
Il governo ieri è andato sotto un paio di volte al Senato. Votazioni non decisive per le sorti del Paese e della maggioranza, ma la cosa non dovrebbe succedere, non ora, non in questo clima di fragilità psicologica del dopo elezioni. Lo scivolone, dovuto ai soliti assenteisti, stride con i grandi lavori in corso al vertice della coalizione e del governo per trovare la strada del rilancio. Una via che si è fatta stretta ma che è ancora percorribile. Anche perché sia da Milano sia da Napoli arrivano segnali incoraggianti rispetto all’ipotesi che per l’opposizione si sia trattato di due vittorie di Pirro. A Napoli, il nuovo che avanza si chiama Procura della Repubblica. Della giunta dell’ex pm De Magistris farà parte l’attuale pm Giuseppe Narducci, quello che ha indagato per concorso esterno in associazione mafiosa il coordinatore campano del Pdl Nicola Cosentino. Non so se è chiaro a sufficienza: un magistrato indaga e sputtana il leader del centrodestra e poi, guarda la coincidenza, diventa assessore dello schieramento opposto.
Questa è la prova evidente che Berlusconi non è matto né maniaco quando denuncia il complotto dei giudici. Ovviamente da Csm e Associazione magistrati non è arrivato un commento. Così come a Milano tace il popolo arancione che ha spinto alla vittoria Pisapia. Il quale, invece che chiamare a sé i romantici sognatori che ha abbindolato in campagna elettorale, sta componendo una squadra di governo fatta con i più feroci squali del potere finanziario e immobiliare milanese.
Insomma, non dovrà passare molto tempo prima che gli elettori di sinistra, smaltita la sbornia, prendano atto di essere stati fregati ancora una volta. E soprattutto sarà presto chiaro che quello che è successo nelle urne di Napoli e Milano non ha alcuna possibilità di essere replicato a livello nazionale. Anche per questo gli uomini del centrodestra devono velocemente uscire dalla sindrome depressiva nella quale sono caduti all’indomani del voto e tornare al lavoro. Con diversi distinguo questa è stata anche la ricetta uscita ieri dagli stati generali dei giornalisti pro Silvio convocati a Roma da Giuliano Ferrara. A Berlusconi saranno anche fischiate le orecchie, ma tutto sommato può stare tranquillo. Non c’è aria di fronda, nessuno ha intenzione di scendere dalla nave in difficoltà. A patto che lui torni a fare il Berlusconi a tempo pieno, con i suoi uomini e con gli elettori. La missione non è ancora compiuta e all’orizzonte non si vede nessun altro in grado di subentrare. Serve una mossa, subito e azzeccata. Poi la strada tornerà in discesa. Il Giornale 9 giugno 2011