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La navigazione è a vista e il Cavaliere questo lo sa bene. Tanto dal continuare a predicare una certa cautela in attesa di uscire dalla palude di un’agenda politica sulla quale pesa più d’una insidia. Metabolizzato il voto referendario, infatti, il punto è capire le sfumature di un rilancio dell’azione di governo che lo stesso Berlusconi ritiene ormai irrinunciabile ma sui cui pesano l’appuntamento di Pontida (in programma domenica) e la verifica parlamentare che si aprirà al Senato martedì e che con ogni probabilità sarà preceduta da un rimpastino (senza coinvolgere però il ministero della Giustizia). Così, pur consapevole di «giocarsi tutto» (questo dice ha chi ha occasione di sentirlo), il premier preferisce muoversi con prudenza. E concentra la sue attenzioni da una parte sulla riforma fiscale – è aperto un canale con Bossi per discutere nel merito dove andare a tagliare e dove concentrare gli interventi, dettaglio niente affatto secondario – e dall’altra sul partito. Per le dieci di mattina del primo luglio, infatti, è confermata la convocazione del Consiglio nazionale del Pdl che si riunirà all’auditorium della Conciliazione di Roma. Un organismo di circa mille persone tra parlamentari, eurodeputati, ministri, viceministri, sottosegretari, coordinatori regionale e provinciali fino ai capigruppo dei consigli provinciali e comunali. Tutti insieme voteranno la modifica allo Statuto del partito che introdurrà la figura del segretario politico investendo formalmente Angelino Alfano. Che, questo dicono i rumors, sarebbe intenzionato a concepire la segreteria in forma «allargata» così da coinvolgere tutte le diverse anime del partito. L’ennesima conferma che all’interno del Pdl, nonostante la consapevolezza sulla necessità di un rilancio, tutti continuano a spingere in direzioni diverse.

La partita più delicata, però, resta quella della riforma fiscale. Un po’ perché i tempi sono strettissimi, un po’ perché nonostante le aperture di Tremonti in molti nella maggioranza continuano a nutrire dubbi sul fatto che il ministro dell’Economia sia davvero intenzionato a spendersi su questo fronte. Insomma, come dice Osvaldo Napoli, «le chiavi della legislatura sono ormai nelle mani di Giulio Tremonti». Anche se la querelle tributaria si gioca su un doppio binario, visto che ci sarà da decidere dove tagliare e dove intervenire, cercando di conciliare esigenze diverse. Se da via XX Settembre si è aperto per esempio ad un aumento dell’Iva, chi nella Lega ha preso in mano la pratica è ben cosciente che una buona fetta di elettorato del Carroccio è fatto di commercianti. Che certo non farebbero i salti di gioia. Non è un caso, dunque, che a via Bellerio si stiano studiando con attenzione numeri e tabelle, anche in vista di qualche novità da lanciare proprio in occasione di Pontida. Un appuntamento temuto dagli stessi vertici della Lega che non escludono contestazioni, al punto che un’esponente di governo lumbàrd non esita a dire che «se sabato e domenica venisse giù un bel diluvio non sarebbe poi così male».

Nonostante il percorso ad ostacoli della prossima settimana, però, Berlusconi è deciso a tirare dritto. Dobbiamo fare quello che c’è scritto nel programma di governo – è il senso del suoi discorsi – a partire dalla riforma fiscale. Che, spiega ai suoi, abbineremo ad altri interventi da decidersi in riunioni ad hoc. Sui numeri in vista della verifica, invece, è ottimista. Anche perché – ragiona – neanche il Pd oggi vuole le elezioni visto che Bersani non esce certo vincitore visto che urne non fanno che confermare che in caso di primarie il candidato premier del centrosinistra non sarebbe lui ma Di Pietro o Vendola. Si va avanti, quindi. «Chi mi segue bene, chi non mi segue pazienza». Il Giornale, 15 giugno 2011

….e fuori dai co….ni!