PDL E’ NATA L’ERA ALFANO, MA BERLUSCONI NON TRAMONTA, di Alessandro Sallusti
Pubblicato il 2 luglio, 2011 in Politica | Nessun commento »
L’abbraccio tra Silvio Berlusconi e Angelino Alfano è di quelli liberatori. Da pochi minuti il ministro della Giustizia è stato eletto per acclamazione primo segretario del Pdl. È come se la cavalcata iniziata diciotto anni fa fosse arrivata alla stazione di posta dove, dopo tante avventure e battaglie, cavalli e cavalieri un po’ acciaccati si rifocillano e riorganizzano per continuare il viaggio. La commozione di Berlusconi è inedita.C’è un misto di orgoglio, felicità e perché no, di invidia generazionale e malinconia. Perché qualche cosa cambia per sempre. Il monarca assoluto non abdica, anzi, ma il padre padrone del Pdl riconosce ai figli l’autonomia della maggiore età. Ad Alfano, Berlusconi ha consegnato la copia delle chiavi di casa. C’è da fidarsi. A differenza di altri che in un recente passato le chiavi hanno cercato di rubarle dalla tasca del capofamiglia (per chiuderlo fuori), oggi una nuova generazione, quella degli Alfano, entra davvero e senza traumi nella sala comando del partito e della politica italiana. Il ministro non tradisce le aspettative. Parla a braccio per quaranta minuti. Il tono e il piglio sono da leader. C’è il piccolo, giusto tributo alla retorica che si esige in una messa cantata. Il resto è sostanza, i valori sono gli stessi di sempre ma le parole sono nuove (quelle sulla giustizia inattese) e accendono oltre dieci lunghissimi applausi che appaiono sinceri.
Che il partito sia unito attorno al re Berlusconi e al suo progetto di monarchia parlamentare è un fatto che dopo ieri appare incontestabile. Il che non significa che quella di Alfano è una favola buonista con lieto fine scontato. In politica non ci sono amici ma alleati e il comando lo si esercita non in base al potere formale ma a quello reale e ai risultati. Tradotto: dentro la galassia del Pdl il neo segretario dovrà cercare il sostegno di una maggioranza interna che ancora deve uscire allo scoperto. Gli applausi di ieri non contraddicono ciò che accadrà da domani. Cioè che i vari capo corrente, generali e colonnelli non faranno sconti a nessuno. Esattamente come avviene in tutti i partiti. La differenza rispetto al passato però è fondamentale: dalla questua lamentosa da papà Silvio si passa al confronto politico, dagli sgambetti tra bande clandestine alla conta tra correnti che si assumeranno pubblicamente la responsabilità delle loro scelte.
Se il buongiorno si vede dal mattino, Alfano può farcela. Anzi, deve farcela. Chi ancora ha qualche perplessità se ne faccia una ragione: non c’era e non c’è alternativa. Berlusconi cambia strada ma non molla. Come ha detto ieri il neo segretario, nessuno ha fretta di ereditare lo scettro della guida.