PDL: IL MANIFESTO DEL NUOVO INIZIO, di Mario Sechi
Pubblicato il 2 luglio, 2011 in Politica | Nessun commento »
L’evoluzione dei partiti carismatici è sempre un problema con due soluzioni: 1. Sparisce il capo e il partito declina; 2. La storia, il caso, l’imprevisto, e una disordinata ma creativa intuizione danno origine al nuovo inizio del partito. Quel che è successo ieri al consiglio nazionale del Pdl è molto vicino alla seconda via: forse non è ancora un nuovo inizio ma grazie a una bella, appassionata relazione di Angelino Alfano è certamente un buon inizio. Sono stato tra i pochi a credere nella soluzione del segretario politico e nella figura di Alfano e penso di non essermi sbagliato, almeno per ora. Angelino ha dimostrato di avere talento, in un colpo solo ha spazzato via le altre ipotesi di successione che finora si erano via via presentate, tutte pregevoli ma con troppi limiti per poter essere armoniose rispetto alla creatura di Berlusconi. Alfano è riuscito in un piccolo capolavoro di ricucitura, strappo, continuità, discontinuità, tradizione, innovazione, vecchio, nuovo, una fiera di apparenti antinomie politiche da cui alla fine è venuta fuori con assoluta chiarezza una figura inedita: il segretario politico, Angelino Alfano. Da molto tempo nel Pdl non si teneva un discorso politico, vero, ricco di dinamismo, nel solco tracciato da Berlusconi ma senza essere ottusamente continuista. È inutile che ci giriamo intorno, da ieri nel Pdl si è aperto un nuovo capitolo di un’opera in fieri. Il partito carismatico ha buone chanches di sopravvivere al suo geniale creatore e, paradossalmente, questo può farlo grazie alla disordinata creatività di Berlusconi. I lettori de Il Tempo sanno quanto non perdoni spesso a Berlusconi il suo essere in politica, apolitico, antipolitico. Ma stavolta devo riconoscere a Silvio d’aver scelto bene: se c’è una speranza di traghettare l’anarchia e il caos del Pdl dentro qualcosa di regolato e democratico, questa speranza si chiama Alfano. Quando ho visto i lucciconi crescere negli occhi di Silvio ho capito anche un’altra cosa: il Cavaliere sa di aver chiuso un’epoca e di averne aperta un’altra. Se non commette errori e non dà ascolto a qualche cattivo consigliere, la partita delle elezioni politiche del 2013 si riapre. La reazione del Partito democratico al discorso di Alfano è una garanzia: Bersani e soci non hanno capito niente. A Roma non si è consumato un rito di plastica, liquidare la faccenda come il died di una storia sudamericana, cari amici democratici, è una bischerata colossale, la conferma che l’analisi dei fenomeni politici fatta dalla sinistra continua ad essere ferma al 1994. Il berlusconismo non è nato con Berlusconi, ma lo precede e il Cavaliere lo interpreta al meglio. Il blocco sociale moderato non si è spostato a sinistra, ma sta alla finestra. Attende buone ragioni per tornare alle urne. Una gliel’ha data l’opposizione che gioca ai quattro tronconi senza alcuna visione e strategia alternativa. Ma da sola non basta. Ora Alfano, dopo il battesimo del fuoco, può costruire un partito, con queste parole chiave: merito, primarie, regole, sanzioni, onestà, passione, dedizione, selezione, partecipazione. Al suo posto con queste parole scriverei insieme agli uomini e alle donne del Pdl il Manifesto del Nuovo Inizio. Mario Sechi, Il Tempo, 02/07/2011
.…..Sono mesi che pubblichiamo, condividendoli, gli editoriali di Mario Sechi, tra i più lucidi, di certo il meno “attovagliato”alla tavola del Cavaliere e perciò spesso critico e sempre stimolante verso Berlusconi perchè compisse scelte finalizzate a far soppravivere il “suo” partito dopo di lui. La elezione di Alfano, per acclamazione, certo, per acclamazione, a segretario politico nazionale del PDL, lungi dall’essere una sorta di rito per immagini, è una svolta importante e decisiva in questa direzione e non lo dicono solo gli occhi lucidi di Berlusconi ma anche la forte emozione che ha trasmesso Alfano, questo giovane-vecchio, alla platea dell’Auditorum della Conciliazione e a quanti, incollati al sito web del PDL, hanno seguito da lontano il suo lucido, brillante, commosso e commovente intervento dopo l’investitura. A confermare la importanza della scelta e della svolta è stato indirettamente il “capo” della opposizione, Bersani, che a commento della elezione di Alfano si è chiesto se “Alfano è il segretario del PDL o il segretario del presidente”: è una caduta di stile che evidenzia la preoccupazione di chi pensava di stare vicino alla torta e improvvisamente sta accadendo un fatto nuovo che di nuovo l’allontana. Di nuovo! Perchè questo sembra un film già visto, nel 1994. Allora Occhetto si lisciava il baffo pensando che la sua “gioiosa macchina da guerra” avrebbe vinto la partita senza sparare un colpo. Invece apparve Berlusconi e la sua “macchina” fu travolta dalla valanga moderata capaggiata dall’imprenditore sceso in politica. Ora è lo stesso imprenditore, fattosi politico, che spariglia le carte e dal cilindro del buon senso tira fuori il coniglio che farà fuori il lupo mannaro. Noi ci contiamo. g.