QUEI BALZELLI DELLA DESTRA, di Marlowe
Pubblicato il 5 luglio, 2011 in Economia, Politica | Nessun commento »
Nulla ci toglie l’idea che il miglior spot per il governo non sia tanto la sua attività, ma quella dell’opposizione. Un giorno di Val di Susa messa a ferro a fuoco dai No-Tav, di deliri grillini e di relativi balbettii sull’asse Vendola-Pd-L’Unità possono oscurare la sesquipedale fesseria della stretta sulle pensioni. Né ci convince la presa di distanza dalla violenza del Pd: parlare di squadre militarizzate “infiltrate nella protesta”, oppure come fa in maniera surreale il quotidiano fondato da Gramsci di “governo che si dilegua”, non costituisce quella condanna senza se e senza ma di cui parla Bersani. Se si condanna, lo si fa e basta. Per esempio dicendo a chiare lettere che nessuna alleanza sarà possibile a sinistra con chi ostenta comprensione verso questi ecologisti armati di ordigni all’ammoniaca. Alla stessa maniera se occorreva una prova evidente che non si smaltiscono i rifiuti senza discariche e senza termovalorizzatori, ecco il primo mese da sindaco di Napoli di De Magistris. L’ex pm, ormai affrancato da Di Pietro, aveva promesso di ripulire la città in cinque giorni: ne sono passati 35, il problema è di dove spedire l’immondizia, la colpa è ovviamente del governo e di altri oscuri complotti; ma ora neppure le giunte rosse vogliono prendersi questa spazzatura. Per la quale, tra l’altro, salta fuori che sono ancora da pagare i conti dovuti alle regioni “solidali” per l’export di immondizia partenopea degli anni scorsi. Le magagne, le ambiguità, l’assenza di cultura di governo di gran parte della sinistra non ci impedisce però di insistere sulle iniquità (gravi) e sulle debolezze (ancora più gravi) che Il Tempo ha individuato fin dal primo giorno nella manovra firmata da Berlusconi e Tremonti. Il testo inviato ieri mattina al Quirinale non solo conferma il blocco parziale o totale della rivalutazione delle pensioni a partire dai 1.500 euro (lordi), ma contiene un’altra bomba assai poco intelligente sganciata stavolta sulla testa dei risparmiatori. Cioè di quell’ampio popolo che ha finora tenuto in piedi il Paese, garantendo oltretutto la famosa e ampiamente pubblicizzata sostenibilità del debito pubblico. Si tratta di questo: il bollo sui depositi titoli, per il quale era già previsto l’aumento a 120 euro (da 34,2) manterrà questa soglia nell’immediato, ma dal 2013 subirà un’altra torchiatura. Potrà cioè salire fino 150 euro per le somme inferiori a 50 mila euro, ed a 380 per quelle superiori. Stiamo dunque parlando di una gabella che non solo si avvia a più che decuplicare, ma, fatti due conti, si mangia una fetta abbondante del rendimento atteso. Trecentottanta euro su 50 mila rappresentano circa un punto percentuale (lo 0,76): rispetto ad una remunerazione lorda non speculativa ipotizzata del 3 per cento essi rappresentano circa un terzo. Che superano già con le imposte attuali sugli interessi del 12,5 per cento. Figuriamoci quando queste imposte, con la annunciata legge delega sul fisco, diverranno il 20. È così che si tutela il risparmio? Nel testo inviato a Giorgio Napolitano rispunta poi il taglio al 30 per cento degli incentivi per l’energia verde che la grandissima parte dei consumatori paga attualmente con un sovrapprezzo in bolletta. Nonostante la sua apparente valenza antiecologista, su questo punto non abbiamo personalmente nulla da obiettare. Se la green economy è anche un business, e altamente remunerativo per chi la produce, è il momento che cominci a camminare un po’ più sulle proprie gambe, e non su quelle degli utenti di energia non verde. Come del resto sta avvenendo in tutto il mondo. Del resto dopo la pietra tombale sul nucleare, le fonti alternative diverranno ben presto un obbligo per il mix energetico del Paese; e quindi si ridurrà il bisogno di incentivi. Come abbiamo detto resta per ora lo scandalo delle pensioni. Sul quale pare sia in atto nel governo uno scaricabarile, che ovviamente ci auguriamo si concluda con un emendamento al momento del passaggio in Parlamento: come ha chiesto Raffaele Bonanni, cioè un leader sindacale in ottimi rapporti con il governo (e in particolare con Giulio Tremonti e Maurizio Sacconi), non un duro antipatizzante del centrodestra. È possibile che l’avere introdotto qualche altra gabella, o ridotto alcuni sgravi, precostituisca le condizioni per coprire l’eventuale correzione della stretta sulla previdenza. O per un suo spostamento verso gli assegni più alti, in nome di una sorta di equità. Ciò che davvero non riusciamo ancora a comprendere è come nessuno, dal Cavaliere al ministro dell’Economia, si sia ancora reso pienamente conto che non si scherza con chi ogni mese fa i conti con entrate sui 2 mila euro e conta gli spiccioli uno ad uno. Tanto più dopo avere annunciato, ma in grandissima parte resi futuribili e «salvo diritti acquisiti», tagli ai costi della politica. I diritti acquisiti non valgono per tutti? Le sforbiciate sono immediate solo nel paese reale, fuori dal Palazzo, dalle authority, dagli assessorati? Per tagliare seriamente i vitalizi, per adeguare gli stipendi di eletti e burocrati pubblici alla media «dei cinque maggiori paesi europei» è davvero necessario mettere al lavoro per mesi una commissione di studio, o basterebbe farsi mandare in tempo reale qualche cifra da Bruxelles, raffrontarla alle nostre, e quindi applicare lo stesso trattamento e gli stessi tempi utilizzati per i pensionati? Conosciamo la giusta ossessione, in particolare di Tremonti, per le pagelle europee, per il collocamento dei titoli pubblici, per le agenzie di rating. Che chiedono introiti certi e strutturali. Ma che cos’ha di strutturale questo congelamento di due anni? A meno che non lo si voglia rendere permanente, non era più logico, più europeo e soprattutto più equo aggiungere un altro tassello alla riforma della previdenza, innalzando in tempi ragionevoli e non biblici l’età di pensionamento delle donne? La nostra idea resta sempre la stessa: il marcamento a uomo in atto da troppo tempo, i sospetti e le gelosie, stanno infettando il centrodestra dei vecchi vizi della sinistra. A cominciare dalla perdita di contatto con la realtà. Che si recupera solo con la politica: quella giusta, con meno nomine e acclamazioni e più attenzione e orecchio alla gente comune. E dire che un tempo, in questo, Berlusconi era un mago. Avanti così, e Tav o non Tav finirà come alle ultime amministrative: tutti lì a chiedersi il perché. Il Tempo, 5 luglio 2011
.…..Ci sa tanto che l’effetto positivo della elezione di Alfano a segretario nazionale del PDL è già stato assorbito dalle contradditorie decisioni in materia economica che la manovra appena approdata al Quirinale ha posto in essere. I semplici annunci, come quelli di ridurre i costi della politica e della casta che sono esorbitanti, anzi pazzeschi, non batano più, specie se raffrontati alle misure, quelle si concrete, che riguardano la gente comune sulle cui spalle pesano ancora una vlta i costi della manovra. Di questo passo forse il centrodestra arriverà al 2013 ma nonostante l’opposizone ce la metta tutta per rimanere al palo, gli elettori, loro malgrado, potranno decidere diversamente. Ovviamente in attesa di constatare che gli uni sono uguali agli altri. g.
Ecco le pensioni da tagliare
Gli assegni agli ex consiglieri regionali del Lazio: da 3 a 6 mila euro al mese
Alberti Evelina 5.890
Amati Matteo 5.890
Antinucci Rapisardo 5.890
Benedetto Raniero 5.890
Bernardi Enzo 5.890
Berti Mario 5.890
Celori Luigi 5.890
Lazzaro Bruno 5.890
Libanori Franco 5.890
Luzzi Tommaso 5.890
Marroni Angiolo 5.890
Maselli Francesco 5.890
Paladini Stefano 5.890
Panizzi Gabriele 5.890
Spazzoni Raniero 5.890
Splendori Franco 5.890
Troja Giacomo 5.890
Ziantoni Violenzio 5.890
Cancrini Luigi 5.780
Foglietta Alessandro 5.780
Gaibisso Gerardo 5.780
Gallenzi Giulio Cesare 5.780
Molinari Antonio5.780
Cavallo Anna Rosa 5.610
Ciofi Degli Atti Paolo Emilio 5.610
Colombini Leda 5.610
Di Bartolomei Mario 5.610
Maceratini Giulio 5.610
Pallottini Luigi 5.610
Ranalli Giovanni 5.610
Santarelli Giulio 5.610
De Jorio Filippo 5.440
Landi Bruno 5.270
Alba Rosa 5.150
Anderson Massimo 5.150
Angeletti Severino 5.150
Antonini Giovanni 5.150
Arbarello Paolo 5.150
Badaloni Pietro 5.150
Bagnato Agostino 5.150
Bonadonna Salvatore 5.150
Bonotto Gianpietro 5.150
Borgna Giovanni 5.150
Bruni Francesco 5.150
Cacciotti Gioacchino 5.150
Cerri Umberto 5.150
Collepardi Danilo 5.150
Corradi Guerrino 5.150
Coviello Pasquale 5.150
D’Amata Fernando 5.150
Della Rocca Riccardo 5.150
Dell’Unto Paris 5.150
Di Tillo Renato 5.150
D’Ovidio Angelo 5.150
D’Urso Filippo 5.150
Ferroni Andrea 5.150
Finestra Aimone 5.150
Gargano Simone 5.150
Hermanin De Reichenfeld Giovanni 5.150
Marcialis Giuseppina 5.150
Massimiani Elido 5.150
Massolo Oreste 5.150
Mastrantoni Primo 5.150
Minnucci Biagio 5.150
Muratore Antonio 5.150
Natalini Giuliano 5.150
Paliotta Giuseppe 5.150
Pasetto Giorgio 5.150
Quattrucci Mario 5.150
Redler Adriano 5.150
Santini Rinaldo 5.150
Saraceni Vincenzo Maria 5.150
Simeone Domenico 5.150
Tuffi Paolo 5.150
Vitelli Pietro 5.150
Robilotta Donato Rosario 4.900
Diana Lino 4.675
Limido Gabriele 4.675
Napoletano Pasqualina 4.675
Prestagiovanni Bruno 4.590
Verzaschi Marco 4.463
Leopardi Eugenio 4.340
Cirilli Fabrizio 3.825
Luciani Enrico 3.825
Montali Sebastiano 3.825
Di Paola Crescenzo 3.400
Tola Vittoria 3.400
Abbate Antonio 3.150
Ambrosi De Magistris Renato 3.150
Anderson Guido 3.150
Anversa Luisa 3.150
Bafundi Gianfranco 3.150
Barbaranelli Fabrizio 3.150
Battaglia Augusto 3.150
Bettini Goffredo 3.150
Borgomeo Luca 3.150
Bottaccioli Francesco 3.150
Brancati Antonietta 3.150
Brianti Paola 3.150
Brisca Lidia 3.150
Brocchieri Gigliola 3.150
Canali Luigi 3.150
Caponetti Claudio 3.150
Carapella Giovanni 3.150
Carelli Rodolfo 3.150
Celestre Angrisani Luigi 3.150
Ciancarelli Luigi 3.150
Ciani Fabio 3.150
Ciaramelletti Luigi Stefano Paolo 3.150
Cioffarelli Francesco 3.150
Corradi Consuelo 3.150
Costi Robinio 3.150
De Lucia Vezio Emilio 3.150
De Marco Antonio Ciro 3.150
De Mauro Tullio 3.150
Delle Fratte Antonio 3.150
Delle Monache Angelo A. 3.150
Di Francesco Tommaso 3.150
Di Resta Domenico 3.150
Donato Pasquale 3.150
Ercoli Roberta 3.150
Fauttilli Federico 3.150
Federico Maurizio 3.150
Gallucci Domenico 3.150
Gargano Domenico 3.150
Gentile Giuseppe 3.150
Giocondi Roberto 3.150
Giorgi Giov. Battista 3.150
Guerra Paolo Emilio 3.150
Laurelli Luisa 3.150
Luciani Antonio 3.150
Lucisano Pietro 3.150
Lumbroso Giovanna 3.150
Luna Maria Annunziata 3.150
Mariani Giuseppe 3.150
Marigliani Piero 3.150
Masci Giuliano 3.150
Massimi Anna Maria Grazia 3.150
Mattoni Guglielmo 3.150
Mezzabotta Loredana 3.150
Miceli Giacomo 3.150
Nistri Paolo Emilio 3.150
Osio Arturo 3.150
Pazienza Michele 3.150
Pietrini Vincenzo 3.150
Pigliacelli Augusto 3.150
Pizzo Anna Evelina 3.150
Pizzutelli Vincenzo 3.150
Proietti Carlo 3.150
Quarzo Salvatore 3.150
Rea Romolo 3.150
Ricci Achille 3.150
Rinaldi Vladimiro 3.150
Romano Raffaele 3.150
Scalabrini Laura 3.150
Scalchi Ada 3.150
Schietroma Gian Franco 3.150
Signore Antonio 3.150
Socciarelli Candido 3.150
Sodano Ugo 3.150
Speranza Francesco 3.150
Turina Gianni 3.150
Urbano Ettore 3.150
Vitelli Angela 3.150
Zaccheo Vincenzo 3.150
Zanon Antonio 3.150
Ciaraldi Wanda 2.850
Schietroma Fabio 2.850
Pineschi Massimo 2.680
Fontana Enrico 2.530
Grosso Maria Antonietta 2.530
Marrazzo Pietro 2.530
Alagna Roberto 2.380
Padovano Rita 2.380
Danese Luca 2.231
Di Stefano Enzo 2.231
Fichera Daniele 2.231
Forlani Alessandro 2.231
Renzi Paolo 2.231
Temperini Domenico 2.231
A QUESTI SI AGGIUNGONO 40 ASSEGNI DI REVERSIBILITÀ