NEL FLI SI PENSA AI FUNERALI…E INTANTO RONCHI, URSO E SCALIA LO ABBONDONANO
Pubblicato il 9 luglio, 2011 in Politica | Nessun commento »
Che le cose andassero piuttosto male in casa di Fli lo si sapeva, ma che stessero già pensando al funerale è una novità. Il certificato di morte della neonata creatura finiana lo firma il settimanale il Futurista, foglio dei falchi finiani diretto da Filippo Rossi. La proposta che campeggia sulla copertina del magazine è una dichiarazione di resa: “E se Fini facesse un altro partito?”. “A metà strada: Futuro e libertà per l’Italia – si legge – sembra in affanno. I numeri parlano chiaro, e i sondaggi non raggiungono più, come avveniva ai tempi di Bastia Umbra, percentuali a due cifre. C’è troppa vecchia politica, in quello che doveva essere il primo partito della Terza Repubblica. E la spinta ’giovanè, che ne aveva scandito le prime fasi, si è esaurita di fronte alla barriera conservatrice delle burocrazie di partito, degli apparati ereditati dai vecchi partiti che pretendono di dettar legge anche in questa nuova avventura”. Per questo, prosegue l’articolo, servono “nuove facce e nuove idee per non fermarsi in mezzo al guado”. “Serve un cambio di rotta. Serve un ’altrò partito: e non c’è bisogno per forza di cambiare nome o simbolo”.
L’analisi è spietata: “A vederlo da dentro – scrive Federico Brusadelli – Futuro e libertà assomiglia sempre di più a un banale partitino da Prima Repubblica. Ingessato. Cannibalizzato da vecchie correnti, che trascinano stancamente da decenni le loro lotte di potere (e non solo dai tempi di Alleanza nazionale, perchè capita addirittura che si tratti di infelici eredità del Movimento sociale italiano). Inquinato dalle pratiche sempreverdi della cooptazione, della lottizzazione, dei pacchetti di tessere che trasmigrano appresso a qualche notabile di provincia e che pretendono di occupare gli spazi, di dettar legge, di decidere cosa si deve e cosa non si deve fare o dire. Burocrati che non hanno mai letto nemmeno una riga dei discorsi di Gianfranco Fini, che non hanno capito un’acca della svolta di questi ultimi anni, che non saprebbero spiccicare una parola sulla ’laicità positivà, sull’integrazione, sulla lotta all’omofobia, sulla difesa del pluralismo dell’informazione, sull’importanza della cultura, sul superamento degli steccati e delle ideologie. Convinti che valga sempre la legge del gattopardo, che tutto cambi perchè tutto si conservi. Affannati nel difendere il loro orticello elettorale, ormai ridotto a un angusto fazzolettino di terra. Terrorizzati dal nuovo, ossessionati dalle ’radicì, dalle ’identita”, dagli ’elettorati di riferimentò. Custodi di chissà quale ’libro della leggè, di chissà quali ’annalì. È la legge della conservazione degli apparati: molto semplicemente, c’è chi ha ritenuto di potersi inserire nell’avventura di Fli, usando i mezzi a propria disposizione (conoscenze, consenso, radicamento) con la speranza di garantirsi qualche anno di permanenza in più al potere, che fosse in Parlamento o in qualche consiglio comunale”. Insomma, nemmeno un anno dopo il batetsimo di Bastia Umbra, Fli pensa già al funerale.
E intanto Urso, Ronchi e Scalia vanno via…
“Alfano ci ha convinti, ce ne andiamo”. La dichiarazione non lascia margine a nessuna marcia indietro. L’esodo continua: un’emorraggia costante di deputati. Dopo tentennamenti, aperture e dichiarazioni in dissenso con la linea del presidente della Camera Andrea Ronchi, Adolfo Urso e Pippo Scalia hanno lasciato il gruppo di Fli per aderire al Misto. “La proposta di Angelino Alfano di una costituente popolare in grado di realizzare in Italia un soggetto politico che si ispira a valori e programmi del Ppe e la decisione di Berlusconi di non ricandidarsi alle elezioni del 2013 con la scelta delle primarie quale strumento di rinnovamento e di partecipazione aprono nuovi scenari per il centrodestra italiano. Da subito, quindi, intendiamo lavorare in piena autonomia e senza vincoli di partito per costruire la nuova casa dei moderati italiani”. Con queste motivazioni Andrea Ronchi, Adolfo Urso e Pippo Scalia annunciano la loro uscita da Fli lanciando l’associazione “Fare Italia per la costituente Popolare”.
Bocchino minimizza: “E’ una non notizia” Una non notizia, Italo Bocchino cerca di sgonfiare e stemperare l’ennesima fuoriuscita dal partito. “L’uscita da Futuro e Libertà di Urso, Ronchi e Scalia è una non-notizia, essendosi posti da tempo fuori dal partito. La notizia, semmai, sarebbe stata la loro volontà di lavorare per Fli”. Lo dichiara in una nota il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino. “La nascita di un’area nazionale moderata e popolare riferita al Ppe e depurata dal berlusconismo -argomenta- risponde esattamente a quanto Fini ha chiesto prima al Pdl e poi al centrodestra in occasione della Convention di Bastia, ottenendo sempre risposte negative da chi ha preferito un centrodestra populista, padronale, non legalitario e non nazionale a quello di ispirazione europea e occidentale”. ANSA, 9 luglio 2011