Il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge per l’inserimento del pareggio di bilancio nella Costituzione a partire dal 2014. In particolare sarà introdotto nella prima parte del testo costituzionale, quella su Diritti e doveri dei cittadini e varrà anche per i comuni, le province, le città metropolitane e le regioni.

Il provvedimento prevede: “Non è consentito ricorrere all’indebitamento, se non nelle fasi avverse del ciclo economico nei limiti degli effetti da esso determinati, o per uno stato di necessità che non può essere sostenuto con le ordinarie decisioni di bilancio” e impatterà sugli articoli 81 (modalità di approvazione del bilancio dello stato), 53 (contribuzione tributaria) e 119 (federalismo fiscale). “Il pareggio di bilancio non sarà solo un criterio contabile ma un principio ad altissima intensità politica e civile”, ha detto il ministro Tremonti, che poi ha auspicato “un ok rapido in Parlamento nell’interesse del paese”. Il provvedimento inizierà adesso l’iter parlamentare rafforzato con doppia lettura e doppia votazione in Camera e Senato, con un intervallo non inferiore a tre mesi tra una lettura e l’altra.

Un’altra novità decisa dal Cdm, ma già contenuta nella prima versione della manovra e poi stralciata, riguarda l’abolizione delle province, le cui competenze saranno trasferite alle regioni.

Lunedì pomeriggio il decreto e la manovra saranno discussi alla Camera. Il voto finale è previsto tra mercoledì e giovedì. Secondo quanto riferito dal capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, il governo potrebbe porre la fiducia. E’ quanto emerso dopo la riunione della conferenza dei capigruppo di Montecitorio.

Il presidente della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet, insieme alle preoccupazioni per l’incertezza dell’economia in area euro, ha espresso soddisfazione per l’approvazione della manovra. “Le misure prese con la manovra italiana “confermano una cosa che era molto importante per il consiglio direttivo, e cioé un primo impegno del governo italiano”, ha detto Trichet.

…………La approvazione del disegno di legge costituzionale che prevede l’abolizione delle provincie è un fatto concreto nella direzione da tutti auspicata e che si attendeva da 40 anni, cioè dal varo delle Regioni. L’atto del Cionsiglio dei Ministri è solo il primo di un lungo e periglioso percorso, ma senza dubbio è un fatto concreto visto che è la prima volta che dalle parole si passa ai fatti. Ora bisognerà vedere quale velocità, sia pure nell’ambito delle procedure previste dalla Costituzione,  si vorrà dare al disegno di legge per capire se esso è destinato ad arrivare in porto prima delle scadenza dell’attuale Parlamento oppure se è destinato a “perdersi” con la fine della legislatura. Certo è che ora i partiti, tutti, da destra a sinistra, non potranno giocare a rimpiattino o peggio a ping-pong, palleggiandosi la responsbailità delle scelte: tutti hanno detto che le Provincie vanno abolite. Lo si faccia senza perdere tempo e si eliminino questi inutili carrozzoni buoni solo a parcheggiare personale politico di terza o quarta scelta, ma comunque ben pagato. Sarebbe non solo un grande risparmio per le esauste casse del sistema politico ma anche un bel segnale per la gente. Speriamo che non finisca con una presa in giro. Perchè i partiti la pagherebbero molto cara. g.