Una vetrina presa a martellate durante il corteo degli indignati È partito poco prima delle 14 da piazza della Repubblica il corteo degli indignati, ma dopo appena mezz’ora di cammino frange di black bloc – si parla di 500 individui –  confuse tra la folla hanno scatenato una vera e propria guerriglia urbana. Incendi, lanci di bottiglie, bombe carta e segnali divelti ovunque usati per sfondare le vetrine di banche e negozi. Auto date alle fiamme lungo il tragitto della manifestazione, incendiati anche alcuni appartamenti in via Labicana. Gli inquilini sono stati evacuati. Le forze dell’ordine hanno cominciato ha caricare “l’esercito dei disobbedienti” cercando di disperdere le centinaia manifestanti pericolosi che stanno mettendo a ferro e fuoco la città. I feriti fra i manifestanti e la polizia sono decine. Dopo una giornata di scontri e situazioni ad altissimo rischio – in ultimo l’incendio, poi spento, di un blindato dei carabinieri in piazza San Giovanni tra la folla - una carica della polizia ha spinto i manifestanti fuori da piazza San Giovanni, all’altezza di via Merulana. Continuano i dintorni nelle strade limitrofe come viale Manzoni, via Labicana, via Merulana

Il corteo si è mosso da Piazza della Repubblica poco prima dell’orario stabilito, le 14. Su via Cavour alcuni dimostranti si sono arrampicati sopra l’ingresso dell’hotel Atlantico e hanno lanciato alla folla decine e decine di volantini con su scritto “E’ arrivata la vendetta precaria”. I manifestanti, mascherati con l’immagine di Guy Fawkes ed esponendo un grandissimo manifesto, hanno dato fuoco a una bandiera italiana e a una Ue. Stanno anche appendendo un grande striscione: “No tav, acqua bene pubblico, vayan todos”. Fra le fila dei manifestanti individuati diversi gruppi con il volto travisato e vestiti di nero. Alcuni manifestanti con caschi e maschere hanno preso a colpi di martello le serrande di un supermercato in via Cavour, successivamente hanno divelto un palo della segnaletica stradale e con questo, usandolo a mo’ di ariete, hanno sfondato la saracinesca del negozio e sono entrati al suo interno per saccheggiarlo. Incendiate diverse auto. Numerose esplosioni e una densa colonna di fumo nero si é sollevata dall’auto bruciata accanto vicino a un palazzo. Il corteo al momento si é spezzato in due. Altri manifestanti vedendo incendiare l’auto e distruggere la vetrata e il bancomat della banca Cariparma hanno insultato i responsabili del gesto. Danneggiate due pompe di benzina. Anche una truppa di Sky, a quanto riferisce l’emittente, è stata aggredita dai disobbedienti. Un gruppo di manifestanti ha occupato il piazzale di ingresso della Basilica di Massenzio. Una volta in cima alle mura ha alzato una bandiera rossa ed esposto uno striscione nero. In molti si stanno calando dai Fori Imperiali. Tra i manifestanti “in nero”, quelli che hanno compiuto atti di teppismo, ci sono anche un uomo con un bambino di circa 10 anni, presumibilmente padre e figlio. Anche il bambino ha il volto travisato con una kefiah. I due si spostano all’interno dello spezzone in nero che è andato aumentando. Tra i disobbedienti si vedono le bandiere dei No Tav, Autonomia Contropotere e in testa al blocco una bandiera rossa e nera.

Un ferito in via Cavour a Roma: si tratta di un militante dei Cobas, di circa 60 anni, rimasto ferito mentre stava tentando di impedire ad altri manifestanti di lanciare bottiglie contro i vigili del fuoco che sono intervenuti per spegnere le auto date alle fiamme. L’uomo è rimasto ferito in modo non grave da una bottigliata al volto. Intanto, il corteo sta proseguendo e anche il gruppo degli “incappucciati” si è incamminato su via Labicana. Dalla coda del corteo è stato cacciato Marco Pannella, leader Radicale, che ha provato ad unirsi al corteo degli studenti che lo hanno però “respinto” a causa del comportamento tenuto dai Radicali ieri durante il voto di fiducia al Governo.
Alcuni manifestanti incappucciati hanno assaltato a Roma una delle sedi dell’agenzia interinale Manpower, in via Labicana 88. Travestiti con tute nere e passamontagna neri, hanno lanciato 4 bombe carta e numerosi fumogeni, cercando di impedire ai giornalisti di fotografare e riprendere quanto stava accadendo. Alcuni manifestanti hanno tentato di impedire le violenze, senza risultato.

I vigili del fuoco hanno evacuato tre famiglie che risiedono in un’abitazione privata in via Labicana a Roma, che ha preso fuoco. Secondo la prima ricostruzione l’incendio è divampato per il lancio di alcune bombe carta contro il portone di ingresso determinando poi il propagarsi delle fiamme anche al piano superiore. Il ministero della Difesa ha fatto sapere che i locali sono quelli della sezione di casermaggio di un Centro Rifornimento di Commissariato sito in via Labicana e non sono uffici del ministero della Difesa.

Tra auto date alle fiamme e agenzie di istituti di credito assaltate con bastoni e pali della luce, gli incappucciati hanno sfogato la loro rabbia anche contro una statua raffigurante la Madonna di Lourdes, all’ingresso di una chiesa tra Via Labicana e Via Merulana. I resti della statua, di cui si è salvato solo il volto, sono stati abbandonati sul selciato.

Pesanti cariche della polizia in via Merulana, dove gli incappucciati si stanno fronteggiando con le forze dell’ordine. Continua anche il lancio dei lacrimogeni e la frangia violenta dei manifestanti è fuggita verso piazza San Giovanni. La polizia è intervenuta anche con degli idranti contro i violenti su via Emanuele Filiberto. I blindati della polizia hanno liberato le strade dai cassonetti incendiati posti sulle vie dagli incappucciati che si sono ricompattati in piazza San Giovanni.

Un manifestante, spiega il 118, è rimasto gravemente ferito mentre appiccava fuoco ad un petardo e ha perso alcune dita di una mano: è stato trasportato all’Umberto I dove si cercherà di sistemare l’arto. I circa 500 incappucciati hanno ripiegato oltre le mure di San Giovanni, all’imbocco con via Appia nuova e stanno cercando di riorganizzarsi. La polizia è attestata in via Vittorio Emanuele e sta continuando a lanciare lacrimogeni e fumogeni per tentare di isolare i black block. I manifestanti pacifici, intanto, a mani alzate in piazza San Giovanni stanno gridando “Basta violenza”, dissociandosi dalla frangia violenta che sta mettendo Roma a ferro e fuoco. Tra i manifestanti feriti anche un uomo investito da un blindato.

Pali e sassi contro la polizia. Gli incappucciati hanno distrutto dei marciapiedi in piazza San Giovanni a Roma e stanno lanciando grosse pietre all’indirizzo dei blindati, hanno anche divelto diversi pali della segnaletica stradale e transenne poste a delimitare la strada, che tirano contro le forze dell’ordine, assestate in via Emanuele Filiberto, che rispondono ancora con l’uso di idranti, fumogeni e lacrimogeni. I blindati stanno avanzando lentamente per cercare di isolare i violenti.

I black bloc hanno utilizzato la Scala Santa della basilica di San Giovanni, meta di pellegrini di tutto il mondo, come postazione per lanciare sassi e sampietrini sulle forze dell’ordine. La piazza, completamente avvolta dal fumo, e la parte del quartiere che va dalla piazza a Porta Maggiore erano isolato. Via Emanuele Filiberto è stata a lungo la ‘linea del fuoco’ degli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine.

Assaltato a un blindato dei carabinieri. I black block dopo aver circondato un blindato dei carabinieri a piazza San Giovanni hanno gettato un fumogeno dentro l’abitacolo facendogli prendere completamente fuoco. I due carabinieri all’interno del mezzo sono riusciti a fuggire ma il blindato ha bruciato a lungo in mezzo alla piazza prima dell’arrivo dei vigili del fuoco che hanno estinto le fiamme. Cariche della polizia hanno poi liberato la piazza dai black bloc. I gruppi di teppisti sino dispersi nelle vie limitrofe dove sono continuati gli assalti a negozi, banche ed alberghi.

In via Tasso i facinorosi hanno assaltato la caserma dei carabinieri di via Tasso con fumogeni e bombe carta per poi allontanarsi. La guerriglia continua in via Merulana e viale Manzoni. Almeno otto blindati della polizia hanno sfondato le barriere di reti metalliche e cassonetti dei black block su via Merulana. Le luci sulla strada sono state tutte spente.

…………………….Inaccettabile ha dichiarato il segretario del PDL, aLFANO, commentando l’ennesimo sfregio compiuto dai presunti pacifisti che l’unica cosa che sanno fare bene è devastare, devastare, devastare. Il conto dei danni causati alle cose e alle persone è il caso di mandarlo all’ormai ex governatore della Banca D’Italia, Draghi, che questa mattina ha rilasciato dichiarazioni di solidarietà ai manifestanti radunati a Roma dei quali, ha detto, si conmprendono le ragioni. Draghi invece di solidarizzare, cosicchè fornendo alibi morali ai delinquenti che devastano le città e picchiano le forze dell’ordine, faccia qualcosa di concreto: paghi lui i danni provocati dai “poveri” precari. g.