L’UNIVERSITA’ DEI LANCIAOTORI D’ESTINTORE
Pubblicato il 23 ottobre, 2011 in Politica | Nessun commento »
Un giovane che lancia un estintore e dice a chi lo arresta che voleva «collaborare a spegnere l’incendio». Un altro che assalta un blindato dei Carabinieri, tenta bruciare vivo un agente e viene fermato mentre sta andando a fare una scampagnata in Val di Susa. Sono due universitari a cui il nostro sistema educativo pare aver insegnato solo questo: il disprezzo per la vita, la lucida follia e il nichilismo. In redazione facciamo i conti con questa realtà tutti i giorni e forse durante le nostre riunioni di redazione agli occhi di un estraneo potremmo sembrare cinici, ma nonostante il duro allenamento quotidiano, le notizie di questi giorni ci lasciano un’ombra nell’anima, sono oggetto di discussioni anche quando abbiamo chiuso una lunga giornata di lavoro, quando varchiamo la soglia di casa e stiamo con i nostri cari, il coniuge, i figli, i nonni. Allora vediamo che il centro di tutta la nostra esistenza poggia su due pilastri, la famiglia e l’educazione, quella che abbiamo avuto e quella che speriamo di dare ai più piccoli, alle generazioni del futuro. Lo smarrimento dell’uomo parte da qui. Ricordo un saggio di Milan Kundera che spiegava le origini di un capolavoro della letteratura europea, il Don Chisciotte di Cervantes: «Mentre Dio lentamente abbandonava il posto da cui aveva diretto l’universo, Don Chisciotte uscì di casa e non fu più in grado di riconoscere il mondo». È il volto del male. E senza strumenti di comprensione, una buona educazione e istituzioni che funzionano, il male si propaga. Le scuole sono il punto di partenza di questa battaglia culturale. Mi chiedo quanto la classe dirigente abbia compreso cosa accade. Vedendo le manifestazioni degli indignados, la violenza materiale e verbale diffusa – per niente minoritaria come affermano gli opinionisti da salotto – la povertà delle loro argomentazioni, ho avuto una conferma: la scuola italiana sta allevando dei mostri d’ignoranza. Mancano i cattivi maestri, ma se andiamo a lezione sono sicuro che troviamo anche quelli. Mario Sechi, Il Tempo, 23 ottobre 2011