Silvio Berlusconi  a Bruxelles La maratona salva-Euro durata oltre dieci ore porta a casa, quasi all’alba, tutti i risultati ormai insperati. I leader dell’Eurozona hanno trovato un accordo su un pacchetto “completo” di misure anti-crisi che metterà in sicurezza le banche attraverso ricapitalizzazioni per 106 miliardi di euro, darà certezza ai Paesi a rischio con un fondo salva-Stati da oltre 1.000 miliardi e salverà la Grecia con nuovi aiuti per 130 miliardi, facendo pagare un prezzo maggiore alle banche esposte con Atene per ridurre il debito del Paese. E anche l’Italia rientra nel piano dell’Eurozona per arginare la crisi dei debiti: gli impegni che ha preso vengono inseriti nelle conclusioni del summit, che plaude alle misure annunciate ma incalza sulla loro applicazione, guardando subito alla prossima tappa, ovvero un piano pensioni definito entro dicembre. Di seguito tutte le “decisioni estremamente importanti del vertice Ue”, come ha sottolineato il presidente della Bce Jean Claude Trichet.
BANCHE L’Europa ha deciso di ricapitalizzare quelle “sistemiche”, già sottoposte agli stress test, cioè 90 in tutto. Significa trovare, entro giugno 2012, 106 miliardi di euro, e per quelle italiane 14,7 miliardi. Gli sforzi serviranno per portare il coefficiente patrimoniale al 9%. Per rifinanziarsi dovranno trovare prima capitali propri, anche attraverso ristrutturazioni e cartolarizzazioni, poi potranno chiedere l’intervento degli Stati e solo in ultima battuta può intervenire il fondo salva-Stati Efsf. Inoltre, quelle in fase di ricapitalizzazione non potranno distribuire dividendi nè bonus. E dovranno essere valutate “le esposizioni al debito sovrano dell’area euro, calcolate ai valori di mercato al 30 settembre 2011″.
FONDO SALVA-STATI L’Efsf aumenterà la sua potenza di fuoco di 4-5 volte, fino a raggiungere i 1000 miliardi di euro. Lo farà attraverso due opzioni: vendendo assicurazioni sui titoli dei Paesi, e con uno strumento ad hoc, lo ’special purpose vehiclè, che attrarrà fondi da investitori esterni (come la Cina a cui Sarkozy ha aperto) e istituzioni (come il Fmi, che ha già dato la sua dipsonibilità).
BANCHE ESPOSTE IN GRECIA L’accordo è per un taglio del valore nominale dei titoli del 50%. Tutti, tranne quelli detenuti dalla Bce. Accettando queste perdite, le banche assicureranno al debito greco di tornare nel 2020 ad un livello sostenibile, ovvero al 120% sul pil. Obiettivo che sarà raggiunto anche grazie ad un contributo ulteriore del programma di aiuti pari a 130 miliardi di euro entro il 2014. La revisione del secondo piano salva-Grecia dovrà essere approvato entro il 2011 e l’operazione sui bond greci dovrà essere realizzata all’inizio del 2012.
L’ITALIA L’Eurozona è soddisfatta degli impegni presentati dall’Italia e chiede a Roma di “presentare urgentemente” un ambizioso calendario per la realizzazione delle riforme. Per quanto riguarda le pensioni, i leader “prendono nota” delle intenzioni italiane e chiedono che entro dicembre venga presentato un piano dettagliato su come raggiungere l’obiettivo. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, si è presentato al vertice europeo ben consapevole di essere sotto esame. A garanzia ha portato una lettera di 17 pagine con le misure che l’Italia si impegna ad attuare con annesse scadenze. Così hanno preteso i vertici europei prima ancora che il premier prendesse l’aereo per il Belgio. In quest’ottica, la missiva è stata limata fino all’ultimo secondo sull’asse Roma-Bruxelles, sotto l’occhio vigile e attento del Quirinale. Nel bel mezzo dell’incontro, approfittando di una pausa, il premier si è collegato telefonicamente con Porta a Porta per dire che la posizione italiana è stata “apprezzata da tutti” nell’Eurogruppo anche per i “tempi e i provvedimenti” che sono stati giudicati “efficaci per contrastare la situazione” di crisi. Neppure Berlusconi, tuttavia, può negare che l’Italia rischia di non avere altre prove di appello. “Se non rispettassimo questi impegni – sottolinea il Cavaliere poco prima di lasciare Bruxelles – non saremmo ulteriormente credibili, quindi sono impegni che abbiamo assunto e che come sempre l’Italia, che ha mantenuto tutti gli impegni precedentemente assunti, manterrà anche questa volta”. “Abbiamo presentato – spiega il presidente del Consiglio – un pacchetto di proposte per la ristrutturazione di certi nostri settori e per dare impulso alla nostra economia e sono stati accolti in maniera molto positiva e nella decisione finale c’è stato un ulteriore riconoscimento di questi nostri progetti ambiziosi che adesso aspettano di essere realizzati. Naturalmente abbiamo fornito anche le date entro le quali intendiamo realizzare ogni singola misura e successivamente confermeremo con un elenco completo delle date in cui prevediamo che il nostro Parlamento possa attuare queste riforme”. A dispetto delle apparenze e di certe voci che circolano a Bruxelles, il premier nega che l’Italia sia stata messa sotto monitoraggio e preferisce dire che il governo ha “preso l’impegno di tenere al corrente la commissione via via che il nostro Parlamento approverà le misure”. Si tratterà, specifica, di “vari disegni di legge, ciascuno per ogni singolo settore” che saranno varati “nell’arco di alcuni mesi”. Il Tempo, ottobre 2011

.…..Ed ora Berlusconi può davvero pensare di andare avanti sino al 2013!