SARA’ VERO? IL SINDACO GERONIMO RISPONDA E CHIARISCA
Pubblicato il 8 novembre, 2011 in Notizie locali | Nessun commento »
Il PDL di Toritto ha diffuso ieri un documento nel quale ipotizza che il sindaco Geronimo vorrebbe allocare un impianto di compostaggio all’intenro della zona industriale di Toritto, a poche centinai di metri dall’abitato. Nel documento viene ampiamente spiegato in cosa consista, cosa faccia, e quali svantaggi produce l’impianto. Ci pare che tocchi al sindaco Geronimo spiegare, chiarire e nel caso smentire la notizia diffusa dal PDL sulla scorta di atti che vengono richiamati nel documento. Ecco il testo integrale del documentio del PDL.
Il sindaco Geronimo vuole installare un impianto di compostaggio di rifiuti a poche centinaia di metri dal centro abitato: ci farà morire dalla puzza….e non solo!
L’antefatto
Nel territorio dell’ATOBARI4 (Ambito Territoriale Ottimale) di cui fa parte Toritto, deve essere realizzato un impianto di compostaggio per il trattamento e la trasformazione in terriccio e concime della frazione umida dei rifiuti solidi urbani e degli scarti della produzione agricola e industriale biodegradabile, nonché un sito per la raccolta e stoccaggio della quota di frazione secca riveniente dall’umido.
Lo svantaggio principale di questo tipo di impianto è costituito dalla emissione di odori puzzolenti che rendono impossibile la coesistenza con i centri abitati.
Non a caso la norma regionale (Decreto Commissario Delegato n. 41 del 6.3.2001) stabilisce che detti impianti non possono sorgere a meno di 300 metri da case sparse o isolate, a meno di 2000 metri dal limite degli agglomerati urbani, a meno di 2500 metri da ospedali, luoghi di cura, etc.
Il fatto
Nella riunione del 15 aprile 2011 dell’Assemblea dell’ATOBARI4 fu deliberato, benché assente il rappresentante del Comune interessato, che l’impianto venisse realizzato in località “Torre dei Gendarmi”, in territorio di Grumo Appula, presso la cosiddetta “astronave”, ancor oggi sotto sequestro giudiziario, lungo la statale 96, dopo il bivio di Mellitto.
In quella riunione il Comune di Toritto era rappresentato dall’assessore Caterina Castoro che insieme al rappresentante del Comune di Santeramo, si astenne.
L’assessore Castoro, che rappresentava il sindaco Geronimo, non motivò le ragioni della sua astensione ma lo fece nel corso di una intervista rilasciata al periodico di Altamura “Il Resto” che la pubblicò il 24 giugno 2011. Nell’intervista, l’assessore Castoro, che è assessore all’Ambiente in seno alla Giunta Geronimo, spiegò che la sua astensione era in realtà un “no”, in quanto, ritenendo evidentemente di parlare a nome dell’intera maggioranza e soprattutto del sindaco Geronimo, dichiarò che “Non siamo affatto favorevoli. Ci rendiamo conto che il suo avvio sarebbe un reale danno sia per Toritto che per Quasano”: l’assessore Castoro, però, (forse!?) non conosceva, al momento del rilascio dell’intervista, quel che invece aveva già fatto il “suo” sindaco.
Quel che ti combina Geronimo (sindaco)
Infatti, poco più di un mese dopo “l’astensione che equivaleva ad un no” dell’assessore Castoro alla realizzazione dell’impianto di compostaggio a 10 chilometri da Toritto, l’assemblea dell’ATOBARI4 si riunisce nuovamente il 23 maggio 2011 e questa volta alla riunione partecipa per il Comune di Toritto lo stesso sindaco Geronimo, il quale, dopo aver chiesto e ottenuto la revoca della precedente delibera del 15 aprile 2011, si legge nel verbale dell’assemblea che:
“Propone di valutare possibili localizzazioni alternative ( a quella deliberata) ….ipotizzando anche una eventuale disponibilità di un’area nella Zona Industriale del Comune di Toritto”.
Cosicchè, mentre l’assessore Castoro, appena un mese prima si era dichiarata contraria ad una localizzazione dell’impianto di compostaggio a 10 chilometri da Toritto, per via dei suoi enormi svantaggi ambientali, Geronimo, un mese dopo, si dichiarò invece disponibile a installare l’impianto all’interno della zona industriale di Toritto, la cosiddetta zona PIP, lungo il dismesso tracciato della statale 96, che dista meno di 300 metri da case sparse e da significativi insediamenti industriali di Toritto, molto meno di 2000 metri dal limite dell’agglomerato urbano di Toritto, e molto meno di 2500 metri dall’ex presidio ospedaliero di Toritto nel quale sono allocati ambulatori medici e in prospettiva un centro di terapia riabilitativa, e quindi in aperto contrasto con le norme regionali.
Primo obiettivo (di Geronimo) raggiunto
Nella seduta dell’assemblea dell’ATOBARI4 successiva, il 20 giugno 2011, con la delibera n. 3, presente per il Comune di Toritto il vicesindaco, si procede alla revoca della deliberazione n. 1 del 15 aprile 2011 e a “dare mandato al presidente del consorzio di chiedere formalmente agli altri comuni facenti parte dell’ATOBARI4 la disponibilità per l’eventuale localizzazione degli impianti di compostaggio e stoccaggio”.
Da allora tutto tace, ma entro il 31 dicembre prossimo occorre che l’ATOBARI4 individui il sito ove allocare l’impianto perché a quella data scade il termine per la presentazione della domanda alla Regione per il finanziamento dei costi di costruzione dell’impianto, perciò è possibile che il Comune di Toritto avvii da un momento all’altro la procedura per insediare questo indesiderabile oltre che “puzzolente regalo” di Geronimo, nel nostro territorio e sotto le nostre case.
Cosa prevede la legge
- La normativa vigente prevede che gli impianti di compostaggio siano finanziati a costo zero per i Comuni che li ospitano dalla Regione tramite i fondi europei e la loro gestione è pubblica. La richiesta, che scade il prossimo 31 dicembre, deve essere accompagnata, oltre che dalla delibera di localizzazione da parte dell’Assemblea dell’ATO, anche dalla delibera del Consiglio Comunale che accetta la localizzazione.
- La dimensione di ciascun impianto è direttamente proporzionale alla quantità della frazione umida da trattare e trasformare.
I dati
- 1. In base ai dati 2010 della raccolta differenziata dei Comuni facenti parte dell’ATOBARI4 (Altamura, Cassano Murge, Gravina in Puglia, Grumo Appula, Minervino Murge, Poggiorsini, Santeramo in Colle, Spinazzola, Toritto) l’impianto di compostaggio a servizio della stessa ATO, impegnerà circa 40 mila metri quadri, cioè il 40% dell’intera area industriale del PIP.
- Accanto, o all’interno all’area dell’impianto, bisogna anche reperire altra area per la raccolta e il “provvisorio” stoccaggio dei residui secchi, statisticamente sempre presenti nella frazione umida, pur con la migliore attenzione prestata dai cittadini nel differenziare la frazione organica biodegradabile, nella misura che può variare tra il 10 e il 25%.
- Questa area “provvisoria”, andrà ulteriormente a sottrarre aree destinate agli insediamenti industriali cui è vocata l’area PIP, peraltro con il rischio reale che da “provvisoria” diventi definitiva con la creazione sul territorio, nei pressi del paese, non solo di un maleodorante impianto di compostaggio, ma anche di una vera e propria discarica di rifiuti.
- La ricaduta occupazionale è assolutamente esigua: la gestione dell’impianto, infatti, non potrà occupare più di 8/10 persone, quindi una ricaduta occupazionale estremamente riduttiva rispetto alle potenzialità occupazionali sempre auspicate nel PIP.
GLI SVANTAGGI
- Il primo, il più grave per la salute e per l’ambiente, è quello, lo evidenziamo ancora, della emissione per ampi raggi, certo al di sopra delle distanze di sicurezza fissate dalla legge, di odori puzzolenti e insopportabili;
- Proliferazione di batteri ed insetti;
- Aumento pericoloso del traffico veicolare con mezzi pesanti per il trasporto;
- Masse di prodotto (concime) invenduto, in prossimità dell’impianto;
- Gas maleodoranti;
- Pericolo di esplosioni di impianto quando vengono adottate misure di insufficiente qualità sia nella realizzazione sia nella conduzione dell’impianto stesso, certo remoto, ma possibile;
- Emissioni nocive derivanti dalla combustione del biogas (se previsto);
- Destinazione di fatto dell’intera area industriale per il puzzolente impianto di compostaggio che provocherà bassissima ricaduta occupazionale perché è inimmaginabile che industrie particolarmente e negativamente sensibili a condizioni di vivibilità ridotte, possano insediarsi nella parte residua ( al’incirca il 40%) della zona industriale.
Questo ultimo aspetto ci induce a chiederci e a chiedere cosa ne pensino gli amministratori del consorzio per l’area industriale, concessionario dell’intera area, titolati essi solo a concedere l’area per realizzare l’impianto.
In particolare siamo curiosi di sapere cosa ne pensi il vicepresidente del consorzio, cioè il consigliere comunale Giorgio (lo stesso delle case abusive di via Leonardo da Vinci): è d’accordo con Geronimo (lo stesso che era vicesindaco all’epoca delle case abusive di via Fleming e via Leonardo da Vinci)?
Visti i precedenti, non ci meraviglieremmo che i due siano d’accordo, pronti a sacrificare gli interessi della nostra comunità, dell’ambiente e della salute dei cittadini.
Toritto, novembre 2011 IL PDL DI TORITTO