Sciogliendo la riserva sull’incarico affidatogli dal capo dello stato il 13 novembre scorso, Mario Monti ha comunicato la lista dei ministri che formeranno il nuovo governo. Il giuramento dell’esecutivo Monti si svolgerà questo pomeriggio al Quirinale alle 17.

Ecco la lista dei ministri del governo Monti:

Presidente del Consiglio e ministro dell’Economia ad interim: Mario Monti

Ministero degli Esteri Giulio Terzi di Sant’Agata

Ministero dell’Interno Anna Maria Cancellieri

Ministero alla Giustizia Paola Severino

Ministero alla Difesa Gianpaolo di Paola

Ministero allo Sviluppo economico, Infrastrutture e Trasporti Corrado Passera

Ministero dell’Agricoltura Mario Catania

Ministero all’Ambiente Mario Clini

Ministero del Lavoro e politiche sociali Elsa Fornero

Ministero della Salute Renato Balduzzi

Ministero dell’Università e Istruzione Profumo

Ministero della Cultura Lorenzo Ornaghi

Ministri senza portafoglio

Ministero degli Affari Europei Enzo Moavero Milanesi

Ministero al Turismo e Sport Piero Gnudi

Ministero alla Coesione nazionale Fabrizio Barca

Ministero per i Rapporti del Parlamento Piero Giarda

Ministero alla Cooperazione internazionale Fabrizio Riccardi

.…………..C’è chi lo ha già definito più che un governo una specie di consiglio di facoltà che si limita a esprimere pareri e magari qualche voto e niente di più. Vedremo nei prosismi giorni se si tratta di un governo vero o di una brutta pagina dell’antipolitica italiana. Nel frattempo  notiamo che il neo presidente del Consiglio,  che è stato ecumenico quanto basta, ha ringraziato tutti, ma proprio tutti, compreso il presidente uscente on. Berlusconi  “con rispetto e gratitudine per il lavoro svolto”, ha imparato subito la lezione come na vecchia volpe della politica. Sino a ieri sera sottolineava la necessità che i partiti fossero presenti nel governo per dargli forza, oggi, invece, a porecisa domanda, ha risposto che l’assenza dei aprtti dal governo è motivo di forza. Quando diceva la verità, o meglio, quando la pensava giusta, ieri o oggi, ieri quando considerava la presenza dei partiti indispensabile per responsabilizzarlo, o oggi, quando afferma esattamente il contrario? Insomma, neanche un consumato politico sarebbe stato tanto lersto a cambiare opinione. Ma forse saranno state le due ore in cui è rimasto chiuso nello studio di Napolitano a convincerlo a fare la sua prima grande inversione a U. La prima di tante, immaginiamo. g.