I galletti che hanno prima minato e poi fatto cadere la maggioranza di centrodestra mi sembrano come i manzoniani polli di Renzo, che si beccavano tra di loro non rendendosi conto che stavano andando diritti nel pentolone.

I nuovi ministri

Erano quattro, i polli, come gli attuali: Fini, Casini, Bersani e Di Pietro. Beccandosi fra di loro nel comune intento di fare fuori Berlusconi per prenderne il posto, sono finiti nel pentolone dei banchieri che se li cucineranno a fuoco lento.

Dubito infatti che uno dei quattro leader dell’opposizione possa più aspirare a candidarsi per il dopo Monti. Sono stati usati e lo saranno nei prossimi mesi per completare un piano che parte da lontano. Il 25 luglio (data emblematica) scorso il Giornale titolava così la prima pagina: «La trappola dei banchieri». Sottotitolo: «Contro Berlusconi, De Benedetti, Bazoli, Prodi e Passera sponsorizzano un governo Monti ». Ricordo che il mattino successivo da Banca Intesa arrivò una secca e sdegnata smentita: ma che cosa vi inventate, noi siamo una banca non facciamo politica. Ovviamente nessun giornale riprese la notizia, il farlo avrebbe disturbato il piano.

Che da ieri si arricchisce di un tassello fondamentale: l’ingressoal governo di Corrado Passera, amministratore delegato di Banca Intesa. Ce la potranno raccontare in mille modi, ma nessuno riuscirà a convincerci che il primo banchiere d’Italia, con un reddito che ha anche superato i sei milioni l’anno, molli tutto per andare a fare qualche mese (al massimo 16) il ministro a 150mila euro l’anno. Va bene lo spirito di servizio, va bene salvare la Patria in difficoltà, va bene essere sobri, ma qui nessuno è fesso. Usciamo di metafora. Corrado Passera in cuor suo e non solo suo, punta diritto a essere il prossimo presidente del Consiglio, magari in coincidenza con il passaggio di Mario Monti al Quirinale (i tempi delle due elezioni coincidono).

Con quale maggioranza? Non corriamo, c’è tempo. Fini, Bersani, Di Pietro e Casini lo devono solo accompagnare in questi mesi senza intralciare. Il resto verrà da sé. Il centrosinistra insomma potrebbe aver già trovato il leader che cercava, anche se Bersani ancora non lo sa. Alessandro Sallusti, Il Giornale, 17 novembre 2011

.….E intanto la Borsa cala e lo spread continua a salire: che dire? è quello che più se ne frega di Monti e del nuovo governo degli oligarchi con redditi a sei e qualcuno a sette zeri.g.