IL BIPOLARISMO HA BISOGNO DI UN NUOVO INIZIO
Pubblicato il 22 novembre, 2011 in Politica | Nessun commento »
Quanto manca al voto? La data del 2013 è corretta, ma al netto della pausa natalizia ed estiva e della campagna elettorale, i mesi che ci separano dall’apertura delle urne sono al massimo dodici. Mario Monti nel frattempo ha iniziato l’avventura a Palazzo Chigi e ha un’agenda precisa. Quali anime convivono nell’esecutivo del Professore? Un’area azionista, di matrice torinese, ricollegabile a un pezzo importante del Partito democratico. E poi c’è un’area cattolica che si ispira alle tesi esposte a Todi dal rassemblement dei cattolici. Se in questi mesi il bipolarismo non viene smontato da operazioni di trasformismo e riforme elettorali che hanno nelle «mani libere» la parola d’ordine, queste due anime presenti nel governo, oggi cooperanti nel segno dell’emergenza economica, al momento del voto diventeranno nuovamente alternative e confluiranno, naturalmente, nei due partiti che rappresentano i satelliti principali della galassia bipolare: il Pdl e il Pd. Questo accadrà solo se il governo farà il suo lavoro in piena sintonia con i partiti che lo appoggiano, senza cedere a strappi. L’alternativa a questo scenario è la nascita di un neocentrismo che non ha più – come invece aveva la Democrazia Cristiana – il fondamento e il vincolo dell’anticomunismo. Questa prospettiva è inseguita dall’Udc di Pier Ferdinando Casini? Non ne sarei così sicuro, ma è un’opzione sul tavolo della politica e non si può scartare. Riusciranno il Pdl e il Pd a non farsi smontare? Questa è la vera domanda, il resto è tattica di tutti i giorni, non proiezione sul futuro. Il Parlamento – come ha detto lo stesso Monti – sarà il vero banco di prova non solo per l’azione di governo, ma per i partiti. Pdl e Pd devono dimostrare di essere in grado di disegnarlo, il futuro. E lo possono fare coinvolgendo anche l’Udc. Come? Riformando i regolamenti delle Camere, la legge elettorale e varando una riforma istituzionale che chiuda l’era del bicameralismo perfetto e riduca il numero dei parlamentari. È quello che manca finora: un nuovo inizio. Mario Sechi, Il Tempo, 22 novembre 2011