Domenico Scilipoti, come si trova nell’era della sobrietà targata Monti?

«Dal 18 novembre sono in nero lutto».

Verde loden dovrebbe vestire, invece.

Domenico Scilipoti

Domenico Scilipoti
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«Ho il cappottino normale io, sono figlio del popolo e ho studiato alla Statale».

Il Bocconi style non le piace.

«Poi cosa vogliono dirci? Che il figlio di un operaio o di un ingegnere vale meno di un figlio della Bocconi?».

Eppure lei al primo congresso del Movimento di responsabilità nazionale in ottobre diceva: «Il Signore mi ha dato questa croce: voglio una nazione che parli un linguaggio mite».

«Questo governo parla il linguaggio della lobby dei banchieri, ed è violento».

Violento.

«Non è violenza il golpe che ha ucciso la democrazia parlamentare e espropriato la sovranità del popolo? Avanti così e non ci faranno più votare».

Fuori i nomi degli assassini.

«Il centrosinistra tutto ha abdicato alla politica perché è incapace di governare».

Guardi che Sua Eccellenza, come lo chiama lei, sostiene Monti, dice pure che deve arrivare al 2013.

«Berlusconi è obbligato a dire così, o dopo averlo accusato perché amministrava lo accuserebbero di non amministrare».

Lei invece è un uomo libero.

«Sto all’opposizione. E mi batterò fino alla fine per restituire il potere al popolo e per i valori per cui faccio politica: Stato, famiglia, cristianità».

A proposito di famiglia: lei ha detto a Klaus Davi che le banche favoriscono le lobby gay…

«Ezra Pound: “Se un uomo non è disposto a lottare per le sue idee…».

Vabbè, quindi?

«Immagini il sesso fra due uomini».

Prego?

«Lo faccia. È un rapporto anale».

Scilipoti!

«È anomalo, più che fra due donne, lo dico da ginecologo: ha mai visto un uomo partorire?».

Suvvia onorevole!

«Sto dicendo che abbiamo il dovere di tutelare la famiglia naturale. E che invece le banche hanno più interesse a favorire i single, che consumano di più. E la massoneria: quanti in questo governo ne fanno parte?».

Senta…

«So che parlo troppo, mi interrompa pure, però finisco: questo governo è al servizio dei poteri forti, non del popolo».

Monti però ha parlato di equità, sostegno alle donne, asili nido…

«Le parole non contano. Che mi dice dell’Ici? E l’anatocismo bancario? Questo governo si impegnerà come il precedente nella lotta che io sto portando avanti contro gli abusi da parte delle banche? Lo scopriremo, domani scrivo a Monti».

E cosa gli scrive?

«Glielo dico domani, così avrò altro spazio sul suo prestigioso giornale. Eh eh, Le piace questa astuzia?».

Lino Banfi avrà il suo bel da fare a interpretarla in un film…

«Banfi è un professionista, speriamo non faccia come il pelato lì, come si chiama, Crozzetti…».

Crozza?

«Non informa e non fa ridere, denigra. Spero che Banfi darà la vera immagine di me, non quella inventata da quei mediocri dei giornalisti, ops, scusi, esclusa lei».

E qual è il vero Scilipoti?

«Vada su vu vu vu punto medicine, all’inglese…»

È come in italiano…

«Trattino basso multiterapy, inglese».

E che ci trovo?

«Io sono un rivoluzionario anche nel campo dell’agopuntura, sono stato premiato ieri dall’Università giapponese, ho fatto conferenze in tutto il mondo, ho scritto 12 libri tradotti in portoghese, in Brasile mi hanno dato la cittadinanza carioca e le medaglie Pedro Ernesto e Tiradentes, a Juazeiro di Bahia mi hanno dedicato una sala di lettura perché con le Suore Luigine ho salvato orfani…»

È finito lo spazio, onorevole.

«Lei è di destra o di sinistra? Non importa sa? L’importante è ridare la parola ai cittadini, anche a lei».

Non se lo compra il loden, allora?

«Resto me stesso, costi quel che costi».

Intervista a cura di Laura Setti, Il Giornale, 22 novembre 2011