La stangata non è uguale per tutti: gli istituti e altre categorie verranno colpiti da un aumento degli estimi del 20%.

Banche,  Chiesa e  ricchi graziati dalla nuova Ici

Non è stata uguale per tutti la stangata sull’Ici decisa dal governo di Mario Monti per decreto legge.  Se la batosta arriva senza eccezioni per tutti i cittadini sulle prime e seconde case con un aumento medio degli estimi del 60%, dalle grinfie del governo si sono però salvate molte categorie privilegiate. La nuova Ici, travestita da Imu, si baserà su un rincaro degli estimi pari al 61% per negozi e botteghe, colpendo quindi i commercianti che ne sono naturali proprietari, ma sarà assai meno salata per banche e assicurazioni, la cui rivalutazione degli estimi salirà dall’attuale 50% al 60%, con un aumento in termini percentuali pari al 20%, un terzo di quello che tocca a tutti i cittadini. Il privilegio ottenuto dalle banche e dalle assicurazioni per le proprie agenzie (che pagano la metà di tasse sugli immobili rispetto ai pensionati sulla prima casa), è per altro in buona compagnia: parzialmente risparmiati dalla stangata sono anche proprietari di alberghi e pensioni, di numerosi fabbricati utilizzati per attività commerciali e di immobili utilizzati per cinema, teatri e sale per concerti e spettacoli. Tutti con un rincaro medio degli estimi pari al 20 per cento.

E la Chiesa non paga…  – Vien da dire che il governo dei banchieri ha graziato ricchi, privilegiati ed istituti di credito, allargando ulteriormente la forbice dei privilegi che esisteva già da prima. Per fare un esempio, la vecchia rivalutazione catastale di banche e alberghi (e come loro tutti gli altri graziati) era al 50%, la metà rispetto a quella del mattone di un privato cittadino. Poiché le nuove rivalutazioni in termini percentuali sono addirittura inferiori per le categorie che già pagavano meno, i privati, i normali cittadini, oggi pagheranno una differenza ancora maggiore rispetto a quanto corrisposto dalle banche. La stangata di Monti, però, non si è abbattuta nemmeno sulla Chiesa, che riesce sempre a sfangarla e a non pagare mai l’Ici. Niente balzello per gli immobili commerciali di proprietà del Vaticano. Mario Monti, nella conferenza stampa con la stampa estera, aveva candidamente ammesso: “Perché non abbiamo imposto l’Ici alla Chiesa? E’ una questione che non ci siamo mai posti”. Peccato che l’esenzione non sia soltanto palesemente ingiusta, ma anche contraria all’articolo 108 del Trattato europeo: questo è quanto aveva stabilito la sentenza 1678 del 2010 della Corte di Cassazione, anche alla luce del fatto che le norme comunitarie hanno rilievo costituzionale.

I ricchi – I più abbienti, inoltre, con la nuova Imu rischiano addirittura di pagare di meno. L’analisi è stata realizzata dagli artigiani della Cgia di Mestre: per i proprietari con redditi oltre i 100mila euro l’Imu diventerà addirittura più vantaggiosa dell’Ici. Nelle simulazioni realizzate, infatti, sono stati presi in esame quattro casi di proprietari con livelli di reddito crescenti (25mila euro, 50mila euro, 100mila euro, 150mila euro). Con l’attuale tassazione si è presa in esame una Ici con un’aliquota media che è pari a quella nazionale del 6,4 per mille, un’addizionale Irpef regionale dello 0,9% e un’addizionale Irpef Comunale dello 0,4 per cento. Nel caso dell’Imu, invece, è stata presa in esame un’aliquota media del 7,6 per mille ed una rivalutazione catastale del 60 per cento. In buona sostanza, la nuova Imu sarà praticamente una tassa piatta, che consentirà ai più ricchi, rispetto all’applicazione dell’Ici, aggravi di imposta più lievi man mano che cresce il reddito. Oltre i 100mila euro i proprietari di seconda casa pagheranno addirittura meno di quanto hanno pagato sinora con l’Ici. Libero, 7 dicembre 2011