L’ITALIA SI SPREME, LA CASTA SE NE FREGA. PER CAMERA, SENATO, CORTE COSTITUZIONALE E QUIRINALE NON VALGNO LE NORME PENSIONISTICHE VARATE DA MONTI.
Pubblicato il 9 dicembre, 2011 in Politica | Nessun commento »
“Per cercare di contenere la dinamica della spesa del comparto pensionistico, è stata di recente modificata in modo incisivo la normativa dei pensonamenti anticipati di anzianità, fissando a regime il limite di 60 anni di età e 35 anni di anzianità utile al pensionamento e introducendo misure dissuasive con la previsione di significative riduzioni di trattamenti pensionistici”. Ora, tutti sappiamo che la recente manovra ‘Salva Italia’ ha toccato in modo particolarmente violento le nostre pensioni. E per questo sappiamo molto bene cosa ci succederà: i tempi per la pensione di anzianità sono stati dilatati oltre i 40 anni di contribuzione e si alzerà anche l’età di vecchiaia che arriverà a 66 anni per uomini e donne. Perché allora nel virgolettato IN ROSSO che abbiamo riportato si parla di 35 anni e 60 anni? Una svista, un errore? Niente affatto. E’ tutto giusto, con un piccolo accorgimento: quella norma riportata in calce all’articolo è la nota illustrativa di bilancio di previsione per il 2011 dell’Amministrazione della Presidenza della Repubblica. Detta in altri termini, La riforma delle pensioni così come la conosciamo noi non si applicherà ai dipendenti di Camera, Senato, Quirinale e Corte Costutuzionale. Siamo alle solite.
Da quanto detto si scoprono due “simatici” dettagli. Anzitutto: gli organi costituzionali (Presidenza della Repubblica, governo, Camera, Senato e Corte Costituzionale) conservano per legge una propria autonomia organizzativa e di bilancio. La seconda, la più imbarazzante: al Quirinale dopo uan modifica “incisiva” della normativa intervenuta nei mesi passati, si può andare in pensione al compimento dei 60 anni e con 35 anni di anziantità: Ovevro con condizioni pensionistiche non solo infinitamente più convenienti di quelle applicate ai “comuni mortali” con l’ultima manovra, ma anche largamente migliori di quelle di tutti gli italiani prima che il pacchetto Salva Italia intervenisse. Non c’è da aggiungere altro: la vicenda si commenta da sè. Libero, 9 docembre 2011.
.…..Ecco, appunto, si commenta da sè. Non solo i dipendenti della Camera, del Senato, della Corte Csotituzionale, del Quirinale, percepiscono stipendi da favola, ma per loro non contano i sacrifici e le regole pensionistiche previste per tutti gli altri italiani. Che vergogna! g.