Ormai è fatta per Monti. Nelle prossime ore, dopo il dibattito parlamentare  che non riserverà sorprese e che vedrà tante anime belle far finta di piangere sui morti viventi quali sono i lavoratori e i pensionati italiani, la Camera, salvo sussulti dell’ultima ora, approverà, con o senza ricorso al voto di fiducia, la manovra di sangue e lacrime che il governo dei superbravi ha messo su nei giorni che vanno dal loro innalzamento sulle poltrone ministeriali ad opera del Re e Imperatore Giorgio 1° ad oggi. Il decreto “salva Italia”, come pomposamente lo ha denominato Monti, subito dopo l’altrettanto scontata approvazione da parte del Senato produrrà da subito i suoi effetti, anzi taluni li ha già prodotti come l’impennata dei prezzi della benzina, ormai bene di lusso riservato a pochi, o di alcuni prezzi sul mercato per via dell’aumento dell’IVA, tutti a carico dei cittadini, in primo luogo lavoratori e pensionati, sui quali peserà quasi per intero una manovra che, anche grazie agli emendamenti concordati ieri tra governo e commissioni parlamentari, è destinata solo a fare cassa senza raggiungere nessuno degli obiettivi più importanti, due sopratutto, la riduzione del debito pubblico, causa prima della situazione economica in cui versa il nostro Paese, e la ripresa della crescita. Questa, in particolare, a sentire quasi tutti gli economisti, che a differenza di Monti non hanno passato il tempo a poltroneggiare su comodi scranni nazionali o internazionali, non riceverà alcun impulso da una manovra che riducendo in miseria i “soliti noti” bloccherà i consumi e quindi la circolazione del denaro che è la condizione prima perchè la crescita possa ricevere impulso. Sin qui la nostra modesta analisi del decreto che il super Monti, investito della presunzione di essere una specie di Dio minore disceso sulla terra dall’olimpo sul quale sinora si era rintanato, ha messo a punto con la prosopopea degli unti del Signore. Ma accanto a queste considerazioni, c’è la disperata constatazione che mentre i sacrifici per i “soliti noti” sono stati individuati da subito e da subito messi in cantiere e in opera, per i partecipanti da sempre  al festino Italia, cioè i componenti della casta, quell’orrendo mostro a mille teste che vive nel lusso e sprofondato nei benefit, i tagli, neppure quelli simbolici, sono tutti rinviati a scadenze sempre più misteriose. Alcuni esempi. I tagli delle indennità parlamentari che nel decreto era stabilito dovessero essere fatti dal governo, si è “scoperto” che invece non può farli il governo ma deve farli il Parlamento in virtù della sua autonomia gestionale e funzionale. Non solo. Si è sottolineato che l’allineamento delle indennità dei nostri parlamentari alla media europea debbono essere fatti previo completamento dell’indagine affidata ad una commisisone presieduta dal presidente dell’Istat il quale ha fatto sapere – somma ingiuria per i “soliti noti” – che ci vorrà molto tempo perchè la commissione completi il lavoro e, peraltro, che in ottemperenza alla norma che ha istituito la commisisone l’auspicato allineamento deve partire dalla prossima legisaltura. E’ vero che Schifani e Fini si sono precipitati ad assicurare che comuqnue vadano le cose l’allineamento lo farà autonomamente il Parlamento entro il 31 gennaio 2012, ma chi ci crede? Un altro esempio. Il decreto aveva stabilito che le giunte delle Provincie dovessero essere sopresse entro il 30 aprile 2012 e le funzioni dell’ente provincia trasmesse a Comuni e Regioni entro il 30 novembre 2012. Dopo modifiche intermedie, alla fine le Provincie restano in campo sino alla scadenza naturale del loro attuale mandato…poi Dio vede e provvede. E ancora. Nel decreto era stabiito che da subito cessavano di percepire gettoni e indennità i consiglieri circoscrizionali e quelli delle Comunità Montane in  ossequio alla norma che stabiliva che tutte le cariche per organismi non previsti dalla Costituzione dovessero essere gratuite. Anche per loro, invece, con emendamento del governo che ha quindi emendato se stesso, i gettoni, le indennità, i benefit anche di queste figure del tutto inutili, restano sino alla fine del loro mandato. Morale: per i cittadini comuni, i lavoratori e i pensionati, le stangata parte da subito, per gli addetti ai lavori tutto si rinvia nel tempo. Perchè il tempo aiuta e come dice il proverbio campa cavallo che l’erba cresce. Dopo di che siamo autorizzati a dire che Monti ha preso per fondelli (ma ci sta bene anche un sostantivo più colorito…) tutti gli italiani, ovviamente con l’aiuto del Re e Imperatore Giorgio1° da Mosca. g.