IL PDL TORNA INDIETRO? SEMPRE TARDI QUANDO LO FA…
Pubblicato il 28 dicembre, 2011 in Politica | Nessun commento »
Il cuore al centro, che guarda al Partito popolare europeo e batte per la costituente di tutti i moderati. La testa al Nord, con la paura di “consegnare” sacche di elettori nelle mani degli alleati di un tempo, a quel Carroccio tornato «vergine» e populista. E il passo ogni giorno un po’ più in là, a prendere le distanze da un governo che non convince. Il Pdl è qui.
Silvio Berlusconi è tornato battagliero. «Sono in pista e ci resto» ha detto, rianimando chi, fin dall’inizio, ha visto nel governo Monti un esecutivo a termine e – soprattutto – «tecnico». I berluscones cominciano a spazientirsi. E partono i primi attacchi ai ministri, colpevoli di non occuparsi esclusivamente di far quadrare i conti (quello è il loro mandato, è il ragionamento), ma di fare politica. Si tratta di «piccoli» episodi. Vuoi il ministro della Giustizia, Paola Severino, che dice «mai più leggi ad personam», vuoi Andrea Riccardi che organizza summit “politici” con Raffaele Bonanni (vedi quello previsto a Napoli a gennaio, che si chiamerà «Iniziativa per l’Italia»). «Si stanno allargando», pensano in casa Pdl. E pronte arrivano le contromisure: «Nessun ministro usi il governo per montare o smontare operazioni e schieramenti politici», attacca Fabrizio Cicchitto. Ancora più chiaro il presidente dei senatori pidiellini Maurizio Gasparri: «Sosteniamo il governo Monti per un’opera di risanamento economico sempre più complessa, vista la crisi internazionale. Ma riteniamo che i temi della politica, della riforma elettorale, della riforma costituzionale, debbano essere competenza dei partiti politici». Orizzonti limitati, dunque: «Sarebbe ben strano se un governo tecnico si intromettesse, anche attraverso suoi esponenti, in queste vicende. E l’iperattivismo di alcuni potrebbe causare tensioni con conseguenze dannose e sconsigliabili. Il governo si limiti ai compiti per il quale è nato e per i quali ha ottenuto la fiducia. Alcuni protagonismi possono causare solo danni», sentenzia. Il Giornale, 28 dicembre 2011
..……………..Sarà sempre tardi quando il PDL rinsavirà e toglierà la spina al peggior governo che potesse contribuire a sostenere. Il governo dei banchieri e dei manager di stato che prendono tanto e non pagano nulla quando sbagliano ormai è chiaro che ha grande voglia di mettersi in proprio e se mai lo ha fatto si è già dimenticato di aver assunto l’impegno di “non scendere in politica”. Del resto è sempre così: quando si assaggia il dolce è difficle lasciarlo agli altri. E se il PDL continua a tenere corda a Monti e compagni (esatto, compagni…) non solo lascierà sul campo vagonate di voti a favore della Lega al nord, ma accadrà altrettanto al centro-sud a favore dell’unico che in questa faccenda ha tutto da guadagnare senza pagare scotto, cioè Casini. Si svegli il PDL e non si limiti a mugugnare (il mugugno è una pratica che non porta da nessuna parte, tant’è che il diritto al mugugno lo concesse Mussolini ai portuali di Genova!) e a diffidare Monti e compagni a non far politica. Intanto che il mugugno e le diffide arrivino ai destinatari, i “tecnici” a cui incautamente sono stati affidati i destini del nostro Paese si impadroniscono delle leve del potere e dei sistemi per mantenerlo. Dovrebbero saperlo nel PDL e dintorni. Per cui la tolgano questa benedetta spina e si vada al voto. In Spagna si è votato e non è cascato il mondo, il Grecia che sta messa molto peggio di noi ad aprile si voterà, senza drammi e piagnistei di sorta, perchè, checchè ne dica il comunista in s.p.e. Giorgio Napolitano, le elezioni sono l’unico strumento che consente ai popoli nei paesi liberi e democratici di scegliere i propri governanti. Qualunque altro metodo è contro la democrazia e la libertà. Perciò non è il caso di tergiversare. Si voti subito, cioè ad aprile come in Grecia e chiunque vincerà si assuma la responsabilità di scegliere il bene contro il meglio, perchè, come diceva un antico adagio, il meglio è sempre nemico del bene. Infatti il nuovo “migliore” cioè Monti (il vecchio era Togliatti…) va, almeno a parole, alla ricerca del meglio e lo ha fatto caricando di tasse e di rinunce. Ma solo i lavoratori e pensionati, lasciando gli altri, i migliori -economicamente – indenni. Se questo è il suo meglio, se lo tenga insieme ai ricchi emolumenti che percepisce lui e la sua “casta”. A proposito di casta, è di oggi la notizia che 14 regioni italiane hanno deliberato la eliminazione dei vitalizi per gli ex consiglieri e il passaggio al contribuito, però dal 2015! Ma la Regione Lazio, presieduta dalla ex lavandaia Renata Polverini, ha nel frattempo deliberato di estendere i vitalizi anche agli assessori esterni che attualmente sono 14 su 15. Bella roba. Le tasse subito,i tagli alla politica all’anno del poi. g.