Quando i magistrati non sanno più che pesci prendere, si aggrappano ai cosiddetti reati generici, dall’associazione esterna all’associazione segreta.

Un'aula di tribunale

Così di solito si concludono le inchieste-polverone basate su teoremi e pregiudizi.
Ricordate la P4? Sembrava avessero scoperto una sorta di Al-Qaida italiana, è finita con il patteggiamento a un anno e sette mesi di un faccendiere, Luigi Bisignani.

Non contenti di quel clamoroso fiasco, ora i pm ci riprovano con la P3. Ieri hanno chiesto il rinvio a giudizio di una ventina di persone, tra le quali il coordinatore nazionale del Pdl Denis Verdini e del senatore Marcello Dell’Utri.

Avrebbero tramato in pranzi e convegni organizzati da una associazione creata allo scopo. Mi è capitato di mangiare con entrambi, sono buone forchette e se hanno un segreto è come fanno a digerire di tutto senza problemi. Per il resto mi sembra abbiano fatto legittimo e trasparente lavoro di lobby politica, come i banchieri con le loro fondazioni, D’Alema e Fini con le loro associazioni culturali.

Tanto che di reati specifici non c’è traccia, come non ce n’era nella famosa P2, polverone che finì con l’assoluzione di tutti gli imputati. Se c’è una associazione sulla quale bisognerebbe indagare, questa è quella dei magistrati. Non sarà segreta ma fa cose molto strane. Alessandro Sallusti, Il Giornale, 4 gennaio 2012

.……..Sallusti ha il pregio della chiarezza nella sintesi. In maniera sintetica e anche chiara Sallusti espone una opinione che è assai diffusa tra la gente, di ogni colore e tendenza. I magistrati che non riescono ad acciuffare l’assassino di Garlasco, non riescono a fare chiarezza sulla ragazzina di Brembate scomparsa e ritrovata uccisa dopo alcuni mesi nei luoghi che erano stati setacciati dalla protezione civile in salsa pensionistica, non riescono a mettere la parola fine al caso di Avetrana, hanno tenuto in carcere due ragazzi accusati di omicidio e ora dichiarati innocenti, ci hanno messo 20 anni a trovare un assassino per il caso di via Poma a Roma che non si sa se lo è davvero, e potremmo continuare all’infinito, ebbene questi stessi magistrati quando si tratta di reati che più che generici sono evanescenti come le associazioni segrete che poi tanto segrete non sono visto che i presunti aderenti si incontravano a pranzo alla luce del sole, allora sono eccezionalmente veloci nel chiedere il rinvio a giudizio dei “colpevoli”, salvo poi ritrovarseli innocenti dopo averne stritolato le vite private e pubbliche. Tanto poi nessuno paga. g.