Siamo chiari. Se giovedì’ la Camera voterà a favore dell’arresto in carcere dell’on. Cosentino, ex sottosegretario del governo Berlusconi e coordinatore regionale in Campania, al PDL non resterà altro da fare che staccare la spina al governo dei falsi tencici e interromepre la già innaturale maggioranza con quella parte della Camera che insegue impeterrita la sua vocazione giustizialistica e, sopratutto, vendicativa verso il centrodestra. Ci riferiamo al PD, senza peraltro dimenticare il compportamento ignobIle della Lega e dei suoi espoenti, dello stesso Maroni che da ottimo ministro dell’Interno sta per trasformarsi in un qualsiasi sbirro di stampo sovietico.L’arresto in carcere di Cosentino sulla scorta di accuse che lo stesso leghista Paolini ha definito “claudicanti” e il radicale Turco “del tutto infondate” è solo un ulteriore schiaffo al centrodestra, al PDL in primo luogo e poi alla sacralità del Parlamento già violentemente scossa dal caso Papa. Subire senza reagire che ciò accada e che il deputato Cosentino sia ristretto in carcere come un malfattore, senza che gli sia stato celebrato il processo e che le accuse contro di lui siano state provate, violentando il principio costituzionale secondo il quale ciascuno è innocente sinchè non sia stato emesso il verdetto finale di colpevolezza, significa violare la Costituzione e consentire ad un potere che tale non è, cioè quello giudiziario, di imporsi al di sopra del Parlamento che è sovrano perchè riceve l’investitura dal Popolo. E’ bene ricordare che i Padri Costituenti, spesso chiamati in causa ma di cui quando conviente se ne dimenticano gli insegnamenti, non a caso vollero nella Costituzione l’ex art. 68  il quale garantiva ai parlamentari l’immunità parlamentare senza escluderne le responsabilità. Sull’onda giustizialista di Tangentopoli il Parlamento suicidò se stesso, eliminando l’art. 68 della Costituzione cosicchè contravvenendo alle ragioni che avevano indotto i costituenti a prevederlo. Le conseguenze sono visibili ad occhio nudo. Prima Papa, ristretto in carcere per 100 giorni, senza processo e con accuse che per l’altro coindagato si sono conciliare con un patteggiamento ampiamente al di sotto della soglia per cui si poss andare al “gabbio”, ora Cosentino, con accuse che devono essere dimostrate in sede processuale, nel corso del dibattimento dove, come vuole la riofrma del processo penale, deve formarsi la prova. Al momento non ci sono prove ma solo tesi e non è possibile andare in galera per via delle tesi. Tutto ciò lo diciamo per Cosentino, lo abbiamo detto per Papa, lo avremmo detto anche per Penati, l’ex braccio destro di Bersani, accusato di accuse non molto dissimili, nella sostanza,  di quelle rivolte a Cosentino, ma per il quale nessuno ha chiesto l’arresto in carcere. Lo ripetiamo. Se giovedì la Camera dovesse acconsentire all’arresto di Cosentino,  al PDL non resterebbe altro da fare che tirarsi fuori da una maggioranza che più innaturale non potrebbe essere e svincolarsi da un abbraccio che potrebbe risultare mortale al termine di un esperimento di governo che peggiore non potrebbe essere. g.