DOPO MALINCONICO, SCANDALO IN VISTA PER IL MINISTRO (DI MONTI) PATRONI GRIFFI
Pubblicato il 11 gennaio, 2012 in Costume, Politica | Nessun commento »
Filippo Patroni Griffi, ministro per la Pubblica amministrazione, nel 2008 acquistò dall’Inps un casa vicina al Colosseo ad un prezzo scontatissimo come immobile “non di pregio”. Dopo un lungo braccio di ferro con l’istituto previdenziale davanti a Tar e Consulta, l’abitazione “popolare” di 109 metri quadrati è costata solo 177mila euro. Per il Catasto l’immobile è in un’area “ballerina”, cioè a rischio sismico, ma è nel pieno centro di Roma. L’ambiguità del ministro: il successore di Brunetta ha un doppio stipendio eppure attacca i privilegi.
Roma – Annuncia una Pubblica amministrazione «efficiente e trasparente», promette di tagliare le auto blu anche agli enti locali e di non ammettere deroghe al tetto per gli stipendi dei manager pubblici ma proprio lui, Filippo Patroni Griffi, potrebbe provocare il nuovo strappo all’immagine di rigore e correttezza del governo Monti, dopo le dimissioni del sottosegretario Carlo Malinconico.
Il fatto è che sul ministro per la Pubblica amministrazione pesa la storia della casa al quartiere Monti, vicino al Colosseo, acquistata dall’Inps nel 2008 ad un prezzo scontatissimo come immobile «non di pregio». E per il Catasto a rischio sismico, anche se la capitale di terremoti non ne ha mai visti. Dopo un lungo braccio di ferro con l’istituto previdenziale davanti a Tar e Consulta, l’abitazione «popolare» di 109 metri quadrati è costata solo 177mila euro.
Da settimane a perseguitare Patroni Griffi non è solo l’accostamento con Malinconico, ma soprattutto quello con la famosa casa di Claudio Scajola: stessa vista sull’Anfiteatro Flavio, pagata cinque volte di più. L’ex ministro del governo Berlusconi è finito nei guai giudiziari e si è dovuto dimettere perché nel 2004 tirò fuori appena 600mila euro per 180 metri quadri, mentre un milione e 100 mila euro per i magistrati li avrebbe versati l’imprenditore Diego Anemone. Ora Patroni Griffi si trova a dover giustificare un privilegio calcolato 1.630 euro al metro quadrato. Ma respinge ogni parallelo. «Credo siano situazioni molto diverse- dicela mia vicenda non è assimilabile. Non è personale, ma ha riguardato tutti gli acquirenti degli enti previdenziali di tutta Italia, secondo parametri fissati per legge, quindi è una situazione diffusa e generalizzata».
Quanto alla vicenda Malinconico, prima delle dimissioni Patroni Griffi si dice sicuro che tutto si chiarirà ma evita altri commenti: «Vorrei rispondere di faccende che riguardano me». Il ministro chiede anche di non dimenticare, per la storia della casa al Colosseo, i tanti «anni di professionalità » alle sue spalle. Anni di prestigiosi incarichi nella Pubblica amministrazione in cui, e questa è un’altra spina nel fianco, è diventato un campione del doppio stipendio, mantenendo sempre la sua retribuzione da consigliere di Stato fuori ruolo e aggiungendo di volta in volta quella degli altri ruoli in ministeri e autorità. Ecco perché crea qualche imbarazzo che proprio lui si occupi ora di mettere fine allo scandalo del cumulo degli stipendi, autotagliandosi la retribuzione. Patroni Griffi era ieri all’audizione sulle linee programmatiche del suo dicastero alle Commissioni riunite Affari costituzionali e Lavoro della Camera.
Auspica, sul tetto per i compensi dei manager pubblici pari allo stipendio del Primo presidente della Cassazione (305mila euro lordi l’anno), che non ci siano deroghe. La norma riguarderà anche lui, che guadagnerà di meno. Nel decreto «Salva-Italia» è stato infatti inserito, in sede di conversione, il terzo comma che prevede possibili deroghe per le posizioni apicali di alcune amministrazioni. Ma Patroni Griffi si augura che nel testo «quasi pronto per essere inviato alle Camere» vi sia «l’applicazione a tutti i soggetti interessati, con una riduzione automatica al tetto fissato».
Quanto ai tagli delle auto blu, per il ministro bisogna «estirpare l’idea» che «siano uno status symbol ».Sono,invece,«un mezzo operativo per consentire di lavorare meglio all’ufficio». Dopo il 20 gennaio ci sarà una verifica degli effettivi risparmi per sapere quanto si è speso nel 2011 e qual è il costo attuale delle auto di servizio. Sulla riorganizzazione della pubblica amministrazione e l’individuazione delle eccedenze, il ministro annuncia che punterà sulla mobilità. «Anche se una cosa è spostare una persona dal quartiere Prati all’Eur,altra cosa da Vercelli a Catania». Si guarda bene dal citare il quartiere Monti. Annamaria Greco, Il Giornale 11 gennaio 2012