Due mesi di governo Monti dimostrano tre cose: non è vero che i go­verni tecnici offrono garanzie etiche e di tra­sparenza superiori a quelli politici; non è vero che l’attacco speculativo all’Italia era colpa della debolezza del governo Berlu­sconi; è vero che i governi tecnici si pos­sono permettere di fare i forti coi deboli e i de­boli con i forti

Questo governo dei tecnici, per parafrasare la dichiarazione di Monti sui politici, fa un po’ pena. Altro che superuomini. Dopo poche settimane di vita il premier professore perde per dimissioni un pezzo, il sottosegretario Carlo Malinconico, travolto dallo scandalo delle vacanze di lusso pagate da imprenditori chiacchierati. E a fatica, per ora, gestisce il caso del ministro Patroni Griffi, quello che ha comperato a prezzi stracciati (1.500 euro al metro) una casa in centro vista Colosseo grazie all’ aiuto, guarda caso, dello stesso Malinconico e a una perizia che, cosa rara a Roma, dichiarò l’edificio a rischio sismico.

Siamo stati noi de Il Giornale i primi a chiedere, due giorni fa, il passo indietro del sottosegretario. Ci compiaciamo che sia successo, ma questo non cambia di molto il giudizio complessivo. Questo governo infatti non ha solo il problema delle disgrazie dei suoi membri che stridono con l’arroganza e la spocchia moralista che ha accompagnato la sua nascita. Vacilla perché nonostante i proclami non sta portando alcun beneficio. Anzi. Ha aumentato le tasse ma lo spread è rimasto a livelli da record. Ha permesso alle banche di lucrare sui fondi europei che erano stati erogati per finanziare imprese e famiglie ma vuole azzerare per decreto il tesoretto di taxisti e farmacisti. Anche i mercati internazionali stanno perdendo la pazienza. Ieri l’agenzia Fitch ha annunciato un possibile, ulteriore taglio del rating dell’Italia. Una bocciatura che avrebbe effetti economici gravi e che non potrebbe non avere conseguenze politiche serie.

Questi due mesi di governo Monti dimostrano tre cose. La prima: non è vero che i governi tecnici offrono garanzie etiche e di trasparenza superiori a quelli politici. Secondo: non è vero che l’attacco speculativo all’Italia era colpa della debolezza del governo Berlusconi. Terzo: è vero che i governi tecnici si possono permettere di fare i forti coi deboli e i deboli con i forti. Morale. Forse è meglio ripensare a quella cambiale in bianco consegnata al professor Monti su richiesta del presidente Napolitano. Nel Pdl si era detto: firmiamo per senso di responsabilità. Visto come stanno andando le cose forse è meglio valutare se ritirarla, la cambiale, perché non si salverà l’Italia se prima non si salvano gli Italiani. Pdl e Lega possono farlo, caso Cosentino permettendo. Avanti così e le urne potrebbero essere meno lontane di quello che sembra. Alessandro Sallusti, Il Giornale, 11 gennaio 2012