LIBERALIZZAZIONI: ANCORA UNA PRESA PER I FONDELLI
Pubblicato il 21 gennaio, 2012 in Economia, Politica | Nessun commento »
L’impressione è che il ceto medio liberale ancora una volta sia stato fregato e che in più gli si chieda di brindare perché le liberalizzazioni sono cosa sua
C’è una storiella che si addice al momento. Quella del tizio che va alla festa che sognava da unavita, belleragazzediscinte e quant’altro. Quando le luci si riaccendono l’amico che lo vede un po’ giùglichiede:«Ma come, era quello che volevi: non ti sei divertito? ».Risposta: «Insomma…All’inizio ho visto una coscia nuda,ma poi l’ho preso in quel posto per tutto il tempo ».
Ecco, per i moderati in attesa di riforme il decreto sviluppo approvato ieri dal governo Monti mi sembra simile a quella festa. L’impressione è che il ceto medio liberale ancora una volta sia stato fregato e che in più gli si chieda di brindare perché le liberalizzazioni sono cosa sua. Così come per alzarci tasse e tariffe Monti si è nascosto dietro lo spread, ora ci vogliono tacitare con un tozzo di liberismo (punitivo per le categorie) condito con un paio di effetti speciali, tipo il tribunale per le imprese e le imprese a costo zero per i giovani.
E come se non bastasse c’è stata pure la presa in giro: «Vi tolgo le tasse occulte», ha infatti detto Monti presentando il provvedimento. Ho fatto due conti: in vista non c’è alcun risparmio e sul gobbo mi restano le tasse non occulte che ci hanno da poco appioppato. La montagna di tecnici ha partorito il topolino: uno schiaffone ai farmacisti, uno annunciato ma ancora non dato ai tassisti ( quelli fan paura), un pizzicotto ai notai, un buffetto a banche e assicurazioni.
A naso,nel mirino c’è quasi tutto l’elettorato di centrodestra e forse non è un caso. Come non a caso è stata annunciata una punizione a Mediaset con l’annullamento dell’asta delle frequenze, un patto approvato anche dall’Europa che lo Stato si rimangia provocando grave danno a una azienda privata. Di Pietro ordina, Passera esegue. Mi viene in mente quel magistrato che pochi mesi fa sul suo blog aveva scritto: colleghi, una volta che ci saremo liberati di Berlusconi dovremo pensare come fare a liberarci dei berlusconiani. Ecco, ci siamo,e come detto dovremmo pure gioire.
Napolitano, a Consiglio dei ministri ancora in corso, ha detto che si tratta di un provvedimento poderoso. Come faceva a saperlo? Diciamo che se non l’ha proprio scritto, sicuramente l’ha letto e corretto con attenzione. Berlusconi, in questi mesi molto cauto, ieri si è lasciato andare a un giudizio duro: questo governo ha deluso, il Pdl non esclude di provare a tornare a governare. Detta così sembra una minaccia. Noi, con le dovute correzioni rispetto al passato, la prendiamo come una promessa. Alessandro Sallusti, Il Giornale, 21 gennaio 2012
.……….Eravamo stati facili profeti nel prevedere che il decreto sulle liberalizzazioni sarebbe stato un bluff, esattamente come l’altro. Questi tecnici che si sono prestati alla politica sono peggio dei politici di mestiere. Senza avere, dicono loro, la testa alle elezioni, non ne fanno una buona e smerciano per rivoluzioni copernicane decisioni che sono vere prese per i fondelli. Sopratutto per il ceto medio, sempre più impoverito e ora chiamato per decreto “napolitano” a inneggiare alle “liberalizzazioni” che sarebbero la panacea per tutti i mali che l’affliggono. Lo abbiamo detto e lo pensano tutti: le uniche liberalizzaizoni che ci interessano sono quelle che riducano, insieme ai costi delle tariffe di tuti i generi, la pressione fiscale divenuta insostenibile e contribuiscano davvero a favorire la concorrenza costringendo il mercato a calmierarsi. Non ci sembra che nessuna delle decisioni varate dal governo siano destinate a favorire tale meccanismo. Faccviamo un solo esempi. Le farmacie. E’ stato deciso che si aprano altre 5000 farmacie in tutta Italia, più o meno mezza farmacia in più negli 8000 comuni italiani. Dicono che ciò favorirà lo sviluppo provocando nuova occupazione. Siamo tentati di sostenere il contrario benchè la cosa non ci interessi più di tanto….nel paesino che viviamo con 8000 abitanti ci sono ora due farmacie, se ne dovrebbe aprire un altra. Ciò vuol dire che l’utenza che ora formalmente si divide tra due forni, dovrà dividersi fra tre. E quindi conseguentemente anche le entrate delle attuali due farmacie dovranno essere divise fra tre. E ciò provocherà nuovi posti di lavoro? E’ possibile il contrario, nel senso che le due attuali farmacie, visti ridotti gli incassi, si sentano costrette a ridurre il numero degli attuali dipendenti….vedremo1 Ma intanto l’apertura delle nuove 5000 farmacie quale vantaggio determinano per l’utenza? Ci pare che al di là delle fumose e nebbiose allocuzioni del funereo e nebuloso premier Monti, nessuno si è impegolato a dirci come e in che misura l’apertura delle 5000 farmacie diventa un vantaggio per l’utenza p ri quali l’unico vantaggio deriverebbe solo dalla riduzione del prezzo dei farmaci, quello ovviamente non prescrivibile dal SSN e che si pagano al banco, con soldi veri. Su questo fronte anche se si aprissero non 5000 ma 50 mila nuove farmacienessun vantaggio materiale ne deriva per gli utenti. E allora di che diavolo cianciano Monti e compagni?g.