L’istituto, ha reso noto  il Rapporto Italia 2012 e   fotografa un Paese stanco e disilluso: solo il 21,1 per cento degli italiani ha fiducia nel governo del Professore

Anche quest’anno l’Eurispes con il suo “Rapporto Italia 2012″ ci scatta un’istantanea e chiude un altro anno. E ritrae tutti noi italiani, con i nostri vizi, le nostre virtù, le nostre abitudini, il nostro benessere, le tendenze, le preferenze, la nostra idea di vita, e l’idea che ci siamo fatti dell’Italia di oggi, di come funziona e di come mal funziona.

Il Parlamento

Un popolo variegato, attivo, e imperfetto. Un popolo sempre e comunque disilluso e sfiduciato anche, e soprattutto, dal punto di vista politico. Se non convinceva il Cav non convince neppure il Prof. E i dati dell’istituto di studi politici lo conferma.

Ecco alcune delle categorie esaminate nel Rapporto Eurispes.

GOVERNO: Il passaggio dal Governo politico di Berlusconi al Governo tecnico di Monti non ha cambiato l’idea dei cittadini, che continuano a non aver fiducia nell’azione politica promossa da chi ci governa, politici o tecnici che siano. Nonostante il favore iniziale dell’opinione pubblica nei confronti del Governo tecnico, i primi provvedimenti in materia economica hanno riportato scontento, malumore e sfiducia negli animi scoraggiati degli italiani. Solo il 21,1% si dichiara fiducioso, il 76,4% dimostra poca o nessuna fiducia e il 2,5% non risponde. In sintesi, l’effetto Monti vale al momento solo il 6% in più nella fiducia degli italiani.

SIGARETTE: Fanno male, ormai lo dicono tutti, dalle mamme preoccupate ai più illustri scienziati, ma il 35,5% degli italiani ne fuma ancora. Il 10,4% ne gradisce una ogni tanto, invece i fumatori più accaniti consumano circa un pacchetto al giorno, ma c’è anche chi ne fa fuori di più. I non fumatori sono invece il 63,8%, in aumento, grazie alla maggior attenzione ai danni provocati dal fumo. C’è chi invece smette di fumare per una questione legata al portafoglio, stufandosi di spendere eccessivamente per un bene nocivo e soggetto a continui rincari. A fumare di più restano i giovani, dai 18 ai 34 anni.

DIETA: O mangiamo meglio o siamo all’ingrasso, ma il 65,1% degli italiani non segue una dieta, che sia dimagrante o purificante, e neanche prima dell’estate. Il 74,8% preferisce la pappa, e della prova costume, proprio, se ne infischia. Meglio dar sfoggio ai rotolini da buone forchette. Ma qualcuno che prima di andare al mare vuole asciugare un po’ la silhoutte c’è ancora, il 26,1%. Più attente, non c’erano dubbi, sono le donne, che si impegnao più degli uomini (65,4% vs 58,1%) a seguire un regime alimentare equilibrato.

CRISI: Colpa della classe politica, non importa di che colore, su questo siamo tutti d’accordo. Per i cittadini la crisi è logica conseguenza all’incapacità della classe politica (52,9%) e della classe dirigente in generale (30,8%).

DIVORZIO: È favorevole l’82,2% degli italiani, almeno a quello breve, cioè alla possibilità di dire fine al “sì, lo voglio” entro un anno dalla fatidica data, ma solo se entrambi i coniugi sono d’accordo e se nel frattempo non sono nati dei figli.

PILLOLA ABORTIVA: Il 58% degli italiani è favorevole all’introduzione della pillola abortiva Ru-486.

GIOVANI ED ESTERO: Questo dato fa preoccupare ormai da tempo, ma ad oggi quasi il 60% dei giovani tra 18 e 24 anni si dichiara ben propenso a spostarsi all’estero, per studiare, per lavorare, per avere un’esperienza di vita più forte o per cercare fortuna.

INTERNET: Ormai fa lo sgambetto alla vecchia tv, e nel tempo libero è il mezzo di evasione più utilizzato. Il 52,6% dei ragazzi tra i 12 ed i 18 anni guarda meno la tv da quando utilizza internet. Solo per il 47,9% la televisione costituisce il principale canale di informazione.

ISTITUZIONI: ll Parlamento tocca il fondo, gli italiani lo “sfiduciano” e solo il 9,5% gli riserva un occhio di riguardo. Il consenso vira dalla parte dei carabinieri (75,8%), della polizia (71,7) e della guardia di finanza (63,3%).

RATE: Sono sinonimo di guai e di un Paese che arretra, ma negli ultimi dodici mesi il 25,8% degli italiani ha potuto fare acquisti proprio grazie ai pagamenti a rate. Soprattutto per elettrodomestici (49,2%), automobili (46,4%), pc e telefonini (25,6%), arredamenti (28,9%), moto e scooter (14,4%). Una modalità di pagamento scelta anche per sostenere le spese mediche.

VACANZE: Il 72,2% ha optato per il taglio delle spese per viaggi o vacanze nel 2011, il 2,2% in più rispetto al 2010.

CENE: Il 56,7% degli italiani rinuncia alla pizza del fine settimana e si mette ai fornelli di casa: gli amici si possono sempre inviatare e intanto si risparmia. Generalmente il 73,1% limita le uscite fuori casa, e quasi il 56% sostituisce il cinema con un dvd.

STIPENDI: Decisamente male: il 27,3% degli italiani non arriva a fine mese; più del 70% non riesce a risparmiare.

TELEVISORI: Il 43,9% degli italiani ne possiede due, c’è chi ne ha tre, il 22,8%, e l’8,6% ne ha quattro ma anche di più.

Il 21% ne ha uno soltanto, poi chi non lo vuole, non lo usa, e non ce l’ha: il 3,1%.

CELLULARI: Quasi la metà, il 47%, ha uno smartphone. Ma la maggior parte, l’81,4% ha un telefonino qualsiasi, con le funzioni base, cioè telefona e manda sms. Il benessere di un Paese si misura anche da queste cifre: il 35,4% ne ha uno, il 25,7% ne ha due, l’11,5% tre e l’8,8% quattro o più.

PALESTRA: IL 62,2% degli italiani non è iscritto. L’attività fisica viene meno alla pigrizia, e a non praticarla o a farlo raramente è il 61,6% dei maschi e il 63,6% delle femmine, senza distinzioni d’età.

ANIMALI: No alla vivisezione: lo dice l’86,3% degli italiani, anche se il 12,1% degli intervistati sostiene l’ammissibilità della vivisezione per fini di ricerca. Ma gli animali domestici sono amati dagli italiani, tanto che il 42% ne possiede uno, se poi li abbandonano come miserabili è un altro par di maniche. Purtroppo non c’è una percentuale che ci ragguagli. Intanto i vegetariani diminuiscono, lo sono il 3,1%. L’amore per gli animali si esprime infine anche nei giudizi sulla caccia, che vede un 76,4% di contrari.

VOTO: Diminuisce la percentuale di chi si astiene del tutto, l’84,1%.

Eccoci: descritti, esaminati, interrogati, siamo noi italiani.

Fonte: Il Giornale, 26 gennaio 2012