Come già per Benigni, il cachet del Molleggiato sarà esorbitante: 300mila euro a puntata con un tetto massimo di 750mila euro. Alla faccia dei sacrifici per tutti

Adriano Celentano ci sarà. Trecentomila euro a puntata e un tetto massimo di settecentocinquantamila euro. Niente spot pubblicitari, perché il maestro non può essere interrotto dal bieco capitalismo, e blocchi da venticinque minuti.

Adriano Celentano

I termini dell’accordo tra i vertici della Rai e il Molleggiato sono un colpo durissimo. Dopo un lungo teatrino fatto di polemiche, accuse di censura e contrattazioni serrate viale Mazzini ha raggiunto l’intesa con Clan Celentano per riuscire ad avere il cantante al festival di Sanremo. Una presenza che agli italiani costerà oltre diecimila euro al minuto.

Alla fine hanno vinto il Molleggiato e la sua cricca. Un cachet con troppi zero che di sicuro farà imbestialire non pochi italiani. Un cachet con troppi zero come già se ne sono visti per ospiti come Roberto Benigni. Questa volta, però, oltre all’esborso economico Celentano ha messo tutta una serie di paletti che, inizalmente non trovavano il consenso dei vertici di viale Mazzini. Il contratto, oltre ai punti già concordati da tempo come appunto il compenso economico, recepisce l’accordo verbale raggiunto lunedì sera al telefono dal direttore delle Risorse Artistiche Valerio Fiorespino e l’avvocato del Clan Celentano sugli altri punti: dalla massima libertà per il Molleggiato (nel solo rispetto del codice etico) al diktat sugli spot pubblicitari. Insomma, l’intesa comporta solo minime limature dopo l’invio, mercoledì scorso, da parte del Clan a viale Mazzini della bozza definitiva.

“La firma – spiegano fonti vicine alla Rai in una anticipazione della Adnkronos – permette all’organizzazione del festival di arrivare con più serenità all’appuntamento con la conferenza stampa ufficiale del Festival, prevista al Teatro del Casinò di Sanremo martedì prossimo”. Adesso Celentano è stato accontentato in tutto e per tutto. Dopo una settimana di teatrino (con Claudia Mori che accusava la tivvù di Stato di censurare il marito), è stato superato anche l’ostacolo delle interruzioni pubblicitarie separando la prima performance di Celentano da eventuali altri interventi nelle serate successive. Con un piccolo trucco: il primo intervento del cantante milanese sul palco dell’Ariston verrà inquadrato come evento eccezionale e, per questo motivo, non verrà interrotto da alcuna pubblicità. La stessa prassi fu seguita l’anno scorsi per l’esegesi dell’Inno di Mameli fatta da Benigni.

Tutt’altro discorso è stato portato avanti da viale Mazzini per gli interventi che Celentano farà nelle serate successive: questi potranno essere interrotti solo se supereranno i tempi degli intervalli tra un break pubblicitario e l’altro. Tempi che sono comunque corposi: all’incirca 25 minuti. Se da una parte il Molleggiato “schifa” gli spot pubblicitari, dall’altra non disdegna certo i lauti compensi: come già circolato nei giorni scorsi, il Molleggiato percepirà 300mila euro a puntata per un massimo cumulabile di 750mila euro. Una cifra importante, soprattutto se a sborsarla è la televisione pubblica in tempi crisi economica in cui agli italiani vengono chiesti continui sacrifici. Il Giornale, 27 gennaio 2012

…………..Vergogna! Mentre milioni di italiani non ce la fanno più e non riescono a nemmeno più ad arrivare alla seconda settimana del mese per via delle tasse che il govenro dei professoroni  issati sul ponte di comando della sgangherata nave Italia, c’è chi se la ride alle loro spalle, alle nostre spalle! Il molleggiato, il supermoralista da barzelletta, Celentano, ha ottenuto dalla RAI qualcosa come 750 mila euro per le sue apparizioni al Festival di Sanremo, qualcosa come diecimila euro al minuto, diecimila, avete capito bene, al minuto,  per assistere per lo più ai silenzi angosciosi di  un ex cantante trasformatosi in predicatore ma solo dei peccati altrui. Ci piacerebbe che su questo schiaffo alle povertà italiane , ai 12-16 milioni di italiani che non pososno nemmeno più stringere la cinghia perchè anche quella gli è stata pignorata, se non sequestrata,  dai ministri e sottosegretari, tutti superburocrati dello Stato, che ogni giorno se ne inventano una per fingere di fare qualcosa ma che alla fine l’unica cosa che riescono a fare è tassare, tassare, e ancora tassare, facesse sentire la sua voce  il signor presidente della Repubblica e quanti pretendono di rappresentare il popolo italiano. Che anche questa volta dovrà mettersi una mano davanti e l’altra dietro e che avrà come unica consolazione quella di sedersi davanti al televisore per vedere come sperpera i soldi degli abbonati il più vergognoso carrozzone italiano, la Rai, appunto. g.