Monti durante l'intervento alla Camera Sarà il governo Monti a liquidare i partiti della seconda Repubblica? A quattro mesi dalla nascita dell’esecutivo dei tecnici possiamo cominciare a tracciare uno scenario. I partiti hanno alzato bandiera bianca e abbandonato la trincea disorganizzata da maggioranza e opposizione. Tutti insieme mestamente nelle retrovie. Le ragioni del dietrofront le conosciamo: numeri scarsi in Parlamento, litigiosità continua, crisi economica galoppante. I tecnici, vista l’età media del governo, appaiono piuttosto arzilli. Il loro problema in fondo non è la durata: scadono nel 2013, hanno un annetto e rotti di legislatura davanti e poi si vota. A quel punto dovrebbero rientrare in campo i partiti. Scrivo mentre sono appena scoccati diciotto anni dalla discesa in campo di Berlusconi. Qualche era geologica fa, secondo alcuni. Ma attenzione, ricordo a chi non ha mai capito niente del Cavaliere (e ha regolarmente perso le elezioni per questo) che il berlusconismo era preesistente a Berlusconi, il quale lo ha interpretato al meglio. L’uomo di Arcore aveva e ha ancora un gran fiuto per gli umori delle piazze. Chi pensa dunque all’archiviazione tout court di una esperienza collettiva come quella fa male i conti. Come dall’altra parte immaginare una sinistra che mastica il polpettone bocconiano dimenticando di avere le proprie origini nella Rivoluzione d’Ottobre è una pia illusione. Pier Luigi Bersani non sarà un grande timoniere, ma come ogni tanto ricorda «è un uomo di fiume» e alla fine non abbocca all’amo. Parliamoci chiaro, la politica è molto più divertente, più vera e in fondo più fedele specchio del Paese di quanto non lo sia un governo di tecnocrati non eletti. Il provvedimento sulle semplificazioni è da Italietta, da pane fresco la domenica per decreto, da Paese low cost che ormai riesce a immaginarsi solo in seconda classe e dimentica di essere la terza economia d’Europa, la fucina dello stile, del lusso e del buon vivere. Siamo passati dalla bandana al loden. Sarà pure sobrio e senza alternativa, ma che tristezza.  Mario Sechi, Il Tempo, 28 gennaio 2012

.…………..Quella del pane fresco la domenica che viene indicata come decisione storica da parte di Monti e compagni è secondo noi la barzelletta del secolo, sebbene siamo appena agli inizi del 21°. Certo non è da poco avere il pane frescxo tutti i giorni, compreso i festivi, magari anche il giorno di Natale e di Capodanno e anche a Ferragosto, ma ci sembra che non era il caso di scomodare per sei ore, innaginate, sei ore!, il Consiglio dei Ministri e i suoi componenti, tutti pensosi uomini di cervello che si sono spremute le meningi per arrivare ad assumere questa decisione, assai complessa,  come l’altra che secondo sempre lor signori  è destinata a semplificare la nostra vita, cioè far scadere la carta di identità mica in un giorno qualsiasi come ora, ma nel giorno del compleanno di ciascuno di noi. Vuoi mettere che scada in un giorno qualsiasi, magari, per fatale dsisgrazia,  nel giorno di nascita del nostro peggior nemico, vuoi mettere che il giorno del tuo compleanno devi solo limitarti a  controllare se l’anno che corre è quello di scadenza della documento di identità.  Vuoi mettere! ? ! Davvero non si sa se ridere o piuttosto piangere, per la disperazione mica per altro, per la disperazione di essere stati affidati ad un manipolo di tecnocrati, da sempre impegnati a fare i c..i loro e mai preoccupati del bene degli altri, quello che retoricamente viene chiamato “bene comune” . Ed è per questo, per la loro totale ignoranza di cosa sia il bene comune che questi superman da cartoni animati   finiscono per considerare bene comune ordinare per decreto ministeriale la vendita del pane fresco la domenica e sempre per decreto ministeriale far scadere di domenica la carta di identità. Sciocchezzuole da uffici del ministero degli interni. Quando si tratta invece di cose un pò più serie, ecco venir fiuori che si deve approfondire, perchè trattasi di cose complesse. Ultima della serie, la questione del valore legale del titolo di studio che si dava per certo sarebbe stato eroicamente affrontata da Monti e compagni l’altro ieri. Invece no, contrordine compagni, avrebbe chiosato l’indimenticabile Giovannino Guareschi: siccome la cosa è complessa (lo era già dai tempi della Costituente e  di Luigi  Einuaidi che vi dedicò alcuni suoi saggi),  ha dichiarato un funereo e sempre più supponente Monti al TGRAI1 di questa mattina, abbiamo  rinviato ogni decisione a dopo un approfondimento della materia,. Oh, bella! E i chiurughi del sapere non erano stati chiamati per decidere, dando per certo che avessero  da lunga pezza già   approfondito tutto e anche di più di tutto? Povera Italia, ti salvi il tuo stellone perchè da Monti e comapagni è difficile che ti possa salvare da sola. g.