Qualcosa si sta muovendo nella palude della politica italiana. Il nervosismo del Pd di fronte alle iniziative del governo Monti (ieri Bersani è stato esplicito) dimostra che le cose non si stanno mettendo come qualcuno aveva sperato, cioè la fine definitiva del centrodestra e del berlusconismo.

A spiazzare è ancora una volta Silvio Berlusconi, sia pure in maniera meno visibile ed eclatante che in passato. Niente pre-predellini, per il momento nessuna chiamata della piazza. Piuttosto un intenso lavorio dietro le quinte per studiare soluzioni inedite. Per il dopo Monti che è alle porte (tra un anno, comunque vadano le cose, saremo in campagna elettorale) l’obiettivo è quello di un governo forte che riscatti le figuracce rimediate dalla politica (non solo dal centrodestra) negli ultimi anni. Superare cioè i limiti di coalizioni fortissime sulla carta ma assai fragili e litigiose alla prova dei fatti.
Per questo, come anticipato nei giorni scorsi da Vittorio Feltri su questo Giornale, non si esclude di trovare un accordo con il Pd per tornare a un sistema elettorale proporzionale. Spariscono i candidati premier, governano quei partiti che dopo il voto troveranno un accordo sulle cose da fare. Uno schema che non esclude poi l’alleanza tra i due blocchi più forti (Pdl e Pd) come del resto è avvenuto con successo in Germania.
Ma per fare questo è necessario che anche il Pdl si dia una forte scossa capace di portarlo oltre le lotte generazionali in corso e la non felice convivenza tra le anime ex Forza Italia ed ex An. L’impasse nelle celebrazioni dei congressi e delle primarie per le amministrative è sintomo che i grovigli accumulati negli ultimi anni sono lontani dall’essere sciolti. Per questo Berlusconi, da sempre insofferente alla partitocrazia e ai suoi riti, starebbe pensando a qualche cosa di nuovo, un soggetto più vicino nello spirito e nella pratica alla Forza Italia della prim’ora che al Pdl attuale. Il punto di partenza dovrebbe essere una fondazione, la Fondazione Berlusconi, che si starebbe mettendo a punto in queste ore. Qualche cosa insomma capace di andare oltre il Pdl e le sue lotte intestine, per poi sfociare, al momento giusto, in un nuovo partito e in nuovo orizzonte politico non necessariamente in compagnia dei vecchi compagni di viaggio. Il percorso è ancora lungo, ma la strada per il dopo Monti, comincia a essere più chiara. Alessandro Sallusti, Il Giornale 6 febbraio 2012

.………..Magari fosse vero, magari il centro destra fosse capace  o avesse anche solo  voglia di rialzare la testa e ritornasse al combattimento. E per ritornarvi occorre ritrovare  spirito e coraggio. Ci sembra invece che prevalga, almeno nelle retrovie  e sopratutto nei generali e nei colonnelli, il desiderio e l’obiettivo di preservarsi, senza correre molti rischi o di ridurli al minimo. Questo vanifica in partenza la voglia di riscatto e di battaglia. Peccato. g.