10 FEBBRAIO: GIORNO DEL RICORDO
Pubblicato il 9 febbraio, 2012 in Il territorio | Nessun commento »
Questo è il Monumento posto all’ingresso della Foiba di Basovizza, vicino a Trieste, la più grande delle tante nelle quali trovarono la morte migliaia di istriani, dalmati e fiumani, durante e dopo la fine della seconda guerra mondiale per mano dei sanguinari partigiani comunisti agli ordini di Tito che ordinò il genocidio etnico degli italiani di quelle terre, uomini, donne e bambini. Per oltre 50 anni questa immane tragedia fu tenuta nascosta per ragioni politiche e solo negli ultimi anni è stato sollevato il velo dell’oblio e del silenzio che era stato steso sui massacri titini. Nel 2004 il Parlamento italiano, per rendere parziale giustizia alle vittime della ferocia comunista, ha istituito il Giorno del Ricordo che si celebra tutti gli anni il 10 febbraio. Ricordiamo con immenso rispetto gli Italiani che senza alcuna colpa se non quella di essere italiani residenti al confine con la Iugoslavia furono trucidati e talvolta gettati vivi nelle foibe carsiche e ci inchiniamo reverenti alla Loro Memoria e ci uniamo commossi al mai sopito dolore e ricordo dei Loro familiari.
Sulle Foibe è intervenuto anche il presidente Napolitano che se l’è presa con le “derive nazionalistiche europee”. Non è così e gleilo scrive Marcello Veneziani sul Giornale di oggi. Ecco l’intervento di Veneziani.
Le foibe? Presidente Napolitano, furono i comunisti!
Presidente Napolitano, mi dispiace, ma non ci stiamo. Ricordando ieri le foibe lei se l’è presa con «le derive nazionalistiche europee», attribuendo a esse l’eccidio di migliaia di istriani, dalmati e dei partigiani bianchi.
Ma le cose, lei lo sa bene, non stanno così. L’orrore delle foibe fu perpetrato dai partigiani comunisti di Tito con l’appoggio del comunismo mondiale e dei comunisti italiani. Lei non ha mai citato il comunismo a proposito delle foibe.
È come se nella giornata della Memoria, celebrata pochi giorni fa, non citassero mai il nazismo ma se la prendessero con il comunismo. Certo, il nazionalismo fu una delle causeche inasprì i rapporti sui confini orientali; così come è noto che l’Unione Sovietica dette una mano a Hitler nella caccia e nello sterminio degli ebrei. Ma in entrambi i casi non si può tacere il principale colpevole e va citato per nome: il nazismo per la shoah e il comunismo per le foibe o per i gulag.
Lo sterminio degli italiani e la loro espropriazione obbedì a una triplice guerra: la guerra del comunismo contro l’Italia fascista, poi la guerra dei proletari comunisti contro i benestanti borghesi, quindi la guerra etnica contro gli italiani. Non salti i due precedenti passaggi e abbia l’onesto coraggio di chiamare i sicari per nome: furono comunisti. Il nazionalismo in questo caso c’entra assai meno, tant’è vero che i collaborazionisti di Tito furono anche i comunisti italiani. Con tutto il rispetto che merita, e persino la simpatia, non ricada nel dimenticazionismo. Marcello Veneziani