Rick Santorum

WASHINGTON – Continua il momento di grazia di Rick Santorum, l’ex senatore della Pennsylvania, dopo il trionfo nelle ultime tre primarie repubblicane in Colorado, Missouri e Minnesota. Il candidato cattolico ultraconservatore non solo sta incassando ingenti somme di denaro per la sua campagna elettorale, ma è passato in testa, staccando Mitt Romney, l’ex Governatore del Massachusetts, anche al livello nazionale tra i candidati del Grand Old Party (Gop) per la presidenza degli Stati Uniti. Secondo l’ultimo sondaggio di Public Policy Polling, per la prima volta dall’inizio della battaglia per la nomination repubblicana l’ex senatore della Pennsylvania è in pole position, con il 38% di popolarità calcolata a livello federale.

Secondo, ma a grande distanza, c’é Mitt Romney fermo con il 23%. Terzo Newt Gingrich, l’ex speaker della Camera, con il 17%.

Ultimo Ron Paul, il candidato libertario, con il 13%. In un eventuale scontro diretto, sempre secondo la stessa inchiesta, Santorum batterebbe seccamente Romney, 56% a 32%. Gli elettori del Gop ormai identificano Santorum come il vero conservatore. E facendo due conti, se i suoi voti venissero sommati a quelli di Gingrich dopo un suo eventuale abbandono l’ex senatore si troverebbe al 55%. Tanto che David Axelrod, il braccio destro di Obama ha commentato su Twitter: “Chi avrebbe immaginato, appena sei settimane fa, che Romney avrebbe sperato nel Caucus del Maine per cercare il rilancio. Assolutamente incredibile!”. In Maine le assemblee primarie, tradizionalmente considerate irrilevanti, sono in calendario il 26 febbraio. E dire che l’ex governatore del Massachusetts, impegnato in questi giorni a WAshington come tutti i leader repubblicani alla Conferenza annuale della destra americana del Cpac, ha fatto di tutto per far dimenticare il suo moderatismo. Un cronista della Abc s’é divertito a seguire il suo intervento di ieri a questo grande appuntamento politico, scoprendo che ha pronunciato la parola “conservatore” la bellezza di 29 volte in un discorso di 26 minuti, oltre una volta al minuto, una media da record. Brutte notizie per il miliardario mormone, anche sul fronte della rete. Tutti gli osservatori dicono che queste elezioni saranno ricordate per essere le prime in cui i social network hanno avuto un ruolo gigantesco. Fonte ANSA, 11 febbraio 2012

………………Alla faccia dei Monti, Fornero e Cancellieri, ecco un esempio della laboriosità  e dello spirito di avventura degli italiani. Santorum è figlio di un italiano emigrato con la valigia di cartone in America nel secolo scorso, quando in Italia c’era poco pane e nessun campanatico, per cui chi aveva avuto la sfortuna di nascere in famiglie poco abbienti e senza speranza di trovare un posto nella pubblica amministrazione, come è capitato ai suddetti personaggi e, come scrive Panorama,  anche ai loro figli e nipoti, doveva scegliere se morire di fame in Italia oppure emigrare. Il padsre di Santorum emigrò e  così fecero milioni di italiani e tanti di loro in America hanno trovato una seconda Patria che essi hanno onorato come fosse la loro, quella che si era mostrata, suo malgrado, matrigna. Non sappiamo se Santorum,  che è agli inizi della corsa per la nomination repubblicana per le presidenziali del prossimo novembre,  riuscirà a vincere la competizione e a risultare il  candidato repubblicano  contro il liberal Obama, ma non possiamo non tifare per lui. Per due ragioni. Primo,  perchè è conservatore  e i conservatori, come insegnava Giuseppe Prezzolini, sono i veri progressisti e da loro ci si può aspettare coraggio e creatività  nella continuità. Sec0ndo,  perchè è l’ italo americano che un bel giorno di una ventina di anni fa, inaspettato, si presentò a casa dei parenti italiani di suo padre, a Riva del Garda,  per rivendicare con orgoglio la sua italianità e le sue origini popolari. E sarebbe il primo italiano a correre come candidato presidente  per la Casa Bianca (Geraldine Ferraro nel 1988 era candidata alla VicePresidenza e Rudolfh Giuliani nel 2008 si ritirò dalla corsa prima della convention repubblicana)   e , chissà, anche a vincere. Di certo non gli mancheranno i voti di tutti gli italo americani d’America che in lui potrebbero ritrovare il mitico e indimenticato Fiorello La Guardia, anch’egli repubblicano, il primo italiano a ricoprire per ben 4 mandati  la prestigiosa carica di sindaco di New York. g.