I no Tav hanno un nuovo eroe, Luca Abbà. Adesso si trova in coma, dopo essere caduto da un traliccio dell’alta tensione in val Susa. Si era arrampicato per protesta ed è rimasto folgorato.

Morale: fratture e ustioni in tutto il corpo più un coro di solidarietà dei novelli rivoluzionari al quale onestamente non ci sentiamo di aderire. Uno che sale su un traliccio non è un eroe, è uno che mette in pratica cose cretine ed illegali. Se l’è cercata e l’ha trovata, nel caso c’è pure l’aggravante dell’età, 37 anni, che rende il tutto oltre che tragico pure patetico. Abbà è vittima di se stesso ma non l’unico responsabile della sua autodistruzione. C’è il lungo elenco di cattivi maestri che soffia sul fuoco della protesta, intellettuali, ex comici, politici con e senza orecchino che giocano con le parole e, senza nulla rischiare, ora pure con la vita degli altri. E poi ci sono i suoi compagni scellerati, che non gli hanno impedito di salire e che ora da vigliacchi accusano la polizia di avercelo issato. Già, perché come noto, i poliziotti di solito obbligano i manifestanti a scalare i tralicci e a mettere poi le mani sui fili dell’alta tensione.

Ma non contenti di aver prodotto un piccolo Feltrinelli ( l’editore filo terrorista che voleva mettere una bomba su un traliccio ma che saltò in aria con esso), il popolo dei no Tav, infiltrato da no global e forse terroristi (lo sostiene una relazione del ministero degli Interni) sta cercando di esportare la rivolta fuori dalla val di Susa. Da Bologna a Roma, via Milano, ieri è stato tutto un bloccare stazioni, autostrade, lanciare fumogeni e petardoni. Spaventare, intimidire, questa è la loro tattica. Cercano l’incidente, e se non arriva per la capacità e la pazienza dei nostri poliziotti sono pure disposti ad autoprodurlo pur di innescare la scintilla della rivolta.

Pochi giorni fa i nostri eroi della val di Susa hanno preso a sassate l’ambulanza arrivata per soccorrere un poliziotto ferito. Ieri, gli stessi, hanno invocato soccorsi rapidi per il loro amico sofferente a terra. Ma di che razza di uomini stiamo parlando? Possibile che un consistente schieramento della sinistra dia loro ancora copertura e comprensione? Auguriamo a Luca Abbà di riprendersi, ma sul resto non bisogna mollare di un centimetro. Alessandro Sallusti, Il Giornale 28 febbraio 2012