Non sarà un salasso, ma poco ci manca. I lavoratori e i pensionati italiani troveranno una brutta sorpresa nella prossima busta paga. L’assegno di marzo sarà più leggero. Fanno eccezione soltanto i redditi bassissimi, sotto i 7.700 euro di pensione o di 8.000 euro di redditi da lavoro.

Pagamento delle tasse

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Per tutti gli altri il nuovo balzello oscillerà tra i 51 euro per chi guadagna 1.200 euro lordi al mese e i 137 per chi ha un reddito di 3.200 euro. Come se non bastassero i continui rincari sui prezzi dei beni comuni, guidati dall’impennata della benzina, che viaggia inesorabilmente verso i 2 euro al litro, adesso i cittadini dovranno infatti fare i conti anche con lo sblocco delle addizionali regionali e comunali.

Irpef regionale: stangatina per tutti

L’aumento del prelievo, che scatterà sulle addizionali regionali, sarà dello 0,33 per cento con un effetto che varierà dai 51 euro per un salario da 1.200 euro al mese ai 137 per uno stipendio da 3.200 euro per l’Irpef Regionale. Pagheranno, invece, 73 euro i contribuenti con 1.700 euro di stipendio e 94 euro quelli che con una busta paga mensile di 2.200 euro.

Irpef comunale (per chi ha deliberato)

Resta ancora aperta l’incognita dell’Irpef comunale. In questo caso l’aumento verrà deciso dalle singole amministrazioni comunali che, se non lo hanno ancora deliberato, farà scattare l’eventuale aumento solo dopo. Qualche Comune ha però già deciso di utilizzare questa leva per aumentare i propri introiti tanto che, in questo caso, l’impatto annuale sulle buste paga potrà salire – è il caso di Chieti – fino a a 193 euro.

Pochi i Comuni che hanno già deliberato

Fortunatamente i Comuni che hanno deliberato aumenti allo stato non sono molti. La manovra di Ferragosto firmata dall’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha riconosciuto ai Comuni la possibilità di deliberare, a partire dal 2012, aumenti dell’addizionale comunale fino a raggiungere un’aliquota massima complessiva pari allo 0,8%, possibilità che era stata “congelata” nel 2008 dallo stesso Tremonti. Ma nei casi in cui l’aumento sia già stato deliberato il conto arriverà martedì prossimo (altrimenti scatterà successivamente): si andrà, ad esempio, da un aumento (comunale) di 47 euro a Catanzaro (+51 euro per l’addizionale regionale, in tutto 98 euro in più) per un pensionato o lavoratore dipendente con 1.200 euro mensili (lordi) fino ad arrivare ai 193 euro di un pensionato o dipendente con 3.200 euro lordi mensili di Chieti (+137 euro di addizionale regionale e 56 euro per quella comunale). Insomma non un vero e proprio salasso ma una mini-stangata che si aggiungerà a tutte le altre in attesa del temuto arrivo dell’Imu a giugno e del “temutissimo” rincaro di due punti delle aliquota Iva da ottobre prossimo, anche se in quest’ultimo caso il Governo sembra stia cercando vie alternative.

Niente prelievo per i redditi bassissimi

Ad essere salvaguardati saranno solo i pensionati e i dipendenti con i redditi più bassi perché hanno salari talmente sottili da non dover pagare nemmeno l’Irpef principale. In particolare non dovranno alcuna addizionale i pensionati fino a 75 anni che guadagnano fino a 7.535 euro l’anno e quelli oltre 75 anni che guadagnano fino a 7.785 euro. I lavoratori, invece, saranno esenti fino a 8.030 euro.

Imu e Iva: stangate in arrivo

Il vero salasso per le tasche degli italiani arriverà a giugno con l’Imu. La nuova imposta municipale è una nuova Ici che si pagherà anche sulle prime case e che sarà ancora più alta sulle seconde. La chiamata alla cassa, per il debutto di questa nuova tassa, è per il 20 di giugno. Ad ottobre, poi, è in arrivo l’aumento dell’Iva dal 21 al 23 per cento. Introdotto come norma di “salvaguardia” per raggiungere il pareggio di bilancio potrà essere sostituito da altre fonti di entrata come la riduzione delle agevolazioni o il taglio delle spese con la spending review. Il Giornale, 26 marzo 2012

.………..Naturalmente il signor Monti, volato in Asia per dire ai presunti investitori di quelle parti che ora possono venire in Italia perchè è stato abolito l’art. 18, continua a sostenere che il suo governo è stato  “equo e rigoroso” e giusto che c’è anche solidale. Ma solo per se stesso e i suoi sodali.Come abbiamo già documentato le manovre del signor Monti le poteva fare un qualsiasi contabile, senza neppure l’ausilio di una calcolatrice a manovella d’altri tempi: si tratta solo di tasse e ancora tasse e solo tasse che incidono sulla vita della magigor aprte della gente, ma quella che vive del modesto reddito mensile ogni giorno di più ipotecato dagli esosi agenti del fisco e sottoposto ad ogni forma di pressione fiscale, diretta ed indiretta. Ma Monti, sfidando il ridicolo, si ostina a considerarsi un unto del Signore, mandato sulla  Terra per mettere a posto gli italiani la cui unica responsabilità è stata quella di aver affidato il Paese ad una calsse dirigeente inadeguata e spoesso criminale, la stessa che ora ha affidato a Monti il compito di “fare il cattivo” facendogli credere di essere il nuovo “uomo della Provvidenza”. g.