In queste ore c’è chi gongola (ben gli sta a quelli del cappio e di Roma ladrona) e c’è chi si sente tradito. Detto che dalle carte emerge più un’armata Brancaleone che una associazione a delinquere, e detto che prima di ieri non si era mai vista un’inchiesta giudiziaria in diretta tv, con fughe di notizie di mezz’ora in mezz’ora quasi a volercreare il panico e forzare decisioni politiche, detto questo credo che l’unica preoccupazione sensata sia che la Lega possa implodere.

Non soltanto perché il Nord ha un debito di riconoscenza verso quel matto di Bossi, non solo perché grazie a lui i moderati e i liberali di tutto il Paese hanno potuto governare l’Italia e forse domani potrebbero tornare a farlo. La Lega è servita e serve a dare rappresentanza a un pezzo del Nord altrimenti ai margini della politica. Avere nel Palazzo un partito di lotta è la migliore garanzia per la tenuta delle istituzioni, uno straordinario collante sociale. I veri razzisti non sono mai stati i leghisti ma i loro avversari, gente che è arrivata a odiare Bossi, il suo successo e i suoi elettori. Ma soprattutto gente, tutti i partiti della Prima Repubblica e la sinistra nella Seconda, che ha spremuto il Nord senza portare a casa uno straccio di risultato. Altro che la Porsche al figlio di Bossi. Parliamo dei partiti delle tangenti agli imprenditori, del partito delle tasse, di quelli dell’inciucio con i sindacati. Da quando Bossi si è messo a urlare, da quando Berlusconi, unico, lo ha ascoltato, qualche cosa è cambiato. Si poteva e forse si doveva fare di più. Ma proprio perché l’opera di difesa e rilancio del Nord non è finita, qualsiasi coalizione di governo moderata non può prescindere da una alleanza con un contenitore del malcontento più radicale.

In questo senso la tempistica dell’operazione Lega pulita è sospetta. Mi chiedo. Se una procura, per una Porsche e spese sospette, intercetta e perquisisce in forze la sede della Lega, che cosa avrebbe dovuto fare, di fronte all’evidenza delle tangenti Penati, delle cozze e dei Rolex di Emiliano in Puglia, nei confronti dei vertici Pd? Domanda retorica. Nulla. Appunto. Questo mi pare un problema politico. Alessandro Sallusti, Il Giornale, 6 aprile 2012

.………….Noi la pensiamo come Sallusti. Allo stato quelle della Lega ci sembrano più manifestazionidi superficialità che reati tanto eclatanti da meritare l’attenzione del fior fiore (sic triplo) della magistratura inquirente italiana. E poi, come scrive Sallusti, perchè non fare altrettanto per tutti partiti, e per tutti quelli che ne hanno fatto di peggiori. Come Emiliano che a sua sola giustificazione si è autoproclamato “fesso”. Troppo poco e troppo comodo. O come Penati, come Tedesco, come i tanti della sinistra che si fa finta di dimenticare per mettere sulla graticola la Lega. Guarda caso quando la Lega è l’unico partito che si oppone alla macelleria sociale del govenro tecnocrate dei banchieri al soldo della finanza internazionale che prima ha creato le condizioni della crisi mondiale e poi la scarica sulle spalle di poveri, lavoratori e pensionati di mezza Europa, prima l’Irlanda, poi la Grecia e quindi l’Italia, la Spagna, il Portogallo, l’Olanda. Attaccando la Lega per questioni che se non hanno rilevanza penale come nel caso della casa di Montecarlo per Fini non possono averla per la Lega, si raggiunge l’obiettivo di scaricare solo nei suoi confronti il disprezzo degli italiani per i partiti, distiogliendolo dagli altri, tutti,  che hanno ben più gravi e peggiori responsabilità avendo creato le condizioni per cui enormi quantià di denaro pubblico è stato sottratto dalle taqsche degli italiani per foraggiare una tavola ben imbandita  intorno alla quale si sono e seduti e lo sono tuttora decine di migliaia di sanguisughe che vivono di politica alle spalle di quelli che alvorano e pagano le tasse. g.