NAPOLITANO: GLI EVASORI SONO INDEGNI DI CHIAMARSI ITALIANI. MA DIMENTICA DI DIRE CHE GLI ITALIANI HANNO ANCHE LA PEGGIORE CLASSE POLITICA DEL MONDO
Pubblicato il 13 aprile, 2012 in Politica | Nessun commento »
Duro monito di Giorgio Napolitano contro gli evasori: “Il loro nome non è degno di essere associato a quello dell’Italia”. Parlando agli stati generali del volontariato della Protezione civile, il Presidente della Repubblica ha detto: “Rappresentate un’Italia speciale.
L’Italia migliore, anche se questa affermazione si può prestare ad un equivoco perché l’Italia è una come nazione, società e Stato, ma certo il nostro Paese presenta di sé diverse immagini e logiche comportamentali un intreccio complesso di positivo e negativo che si manifesta in logiche particolaristiche o asociali di scarsa considerazione o aperto dispregio dell’interesse generale come la speculazione o il cieco calcolo individuale che calpestano l’ambiente e il territorio e come logiche irresponsabili del rifiuto del dovere fiscale”.
Il Capo dello Stato ha quindi precisato: “Non contrappongo all’Italia della solidarietà l’Italia della speculazione edilizia e dell’evasione fiscale, comportamenti che non meritano di essere associati alla parola Italia”. E ha concluso auspicando che “prevalga l’Italia migliore rispetto a quello che ci frena e alle difficoltà che viviamo a causa della crisi”. Fonte: Il Giornale, 13 aprile 2012
.….E’ bravo Napolitano a sferzare a destra e amanca, solo che spesso dimentica di sferzare al centro. Per esempio dimentica di dire che anche gli italiani hanno la peggiore classe dirigene del mondo, quella dei furbi che impogono le tasse e riducono drasticamente stipendi e pensioni di tutti meno i loro e che tra l’altro hanno la loro casse piene di soldi ottenuto stotto forma di rimborsi elettorali e utilizzati per comprare immobili e fare investimenti reditizi, quando non sono dilapidati per cene a base di caviale e champagne. Visto che si trovava il “compagno” Napolitano poteva sferzare i partiti che nonostante l’ondata di protesta che sale da ogni parte non passa loro manco per la testa di ridursi gli enormi finanziamenti pubblici. Invece anche a lui non gli è passata manco per la capa (napoletanamente, vista l’origine) di dirne quattro a quei ladroni di stato che sono i partiti e i loro rappresentanti in Parlamento. Peccato. Ha perso un’altra buona occasione per dimostrare di essere cambiato. Invece è rimasto il funzionario di partito che è sempre stato. Ligio al padrone, cioè, appunto, il Partito. Cosicchè gli altri anatema se li tenga per sè. g.