IL MINISTRO FORNERO DALLE LACRIME ALLE MINACCE: SE NON PASSA LA RIFORMA DEL LAVORO ANDREMO A CASA.
Pubblicato il 14 aprile, 2012 in Politica | Nessun commento »
Il ministro Fornero avverte: se la riforma del lavoro non passa, andremo a casa. Lo ha detto a un convegno a Reggio Calabria, precisando che “questa è una riforma del lavoro per il Paese e non per compiacere sindacati, imprese o partite Iva. Finora – ha spiegato – abbiamo ricevuto critiche per ‘troppa incisività‘ o ‘troppo poca incisività‘ ma su una cosa siamo decisi: andremo in Parlamento e se la riforma non dovesse passare andremo a casa”.
Sulla questione esodati, il ministro ha detto che “li creano le aziende mandando fuori i dipendenti e ponendoli a carico della collettività” e ha chiesto “un equilibrio sui dipendenti fatti uscire e lasciati a carico del sistema pensionistico pubblico”. Fornero ha anche invitato a un uso corretto dell’apprendistato e difeso il contratto a tempo determinato.
Il ministro ha infine sottolineato che in Italia “gli svantaggiati sono i giovani e le donne“. Soggetti, “collocati fuori da una sorta di cittadella ben delimitata”. “Il mercato del lavoro deve essere aperto, inclusivo e dinamico“, ha concluso, chiarendo che lo stesso non deve consentire la formazione di “cittadelle, cioè segmenti di lavoro molto protetti dove quando entri non esci, se non al pensionamento, e hai garanzie e protezione ma con un costo molto alto”. Fonte ANSA, 14 aprile 2012
.…….Più di Monti, ad aver preso una bella botta di sole in testa è questa signora , castapultata dalla poltrona di consigliere di amministrazione del San Paolo di Torino a quella di ministro del Lavoro, dopo una vita passata comodamente in una cattedra universitaria, che come è noto spesso sono frutto di baronie più che di maestrie. Il ministro o la ministra è l’autrice della più sconquassante riforma pensionistica mai pensata che ha fatto indossare all’Italia la maglia gialla rispetto a tutti gli alttri paesi dell’UE. Sotto un duplice aspetto. In primo luogo in Italia ora si va in pensione a 67/68 anni, rispetto ai 62 dei francesci, ai 65 dei tedeschi, ai 59 dei belgi. Forse conscia di questa enormità, la Fornero non riuscì a trattenere le lacrime mentre l’annunciava, lacrime rivelatisi di coccodrillo, specie dopo che alle critiche, che in un paese democratico sono legittime per chi le fa e da rispettare per chi le riceve, ha risposto in maniera sgarbata e offensiva. Poi c’è l’altro aspetto, cioè la superficialità con cui sono stati monitorati i singoli aspetti della riforma, cosicchè si sono ignorati gli accordi che nell’ambito delle normative vigenti sino all’arrivo dei professoroni e in virtù dei quali decine di migliaia di lavoratori avevano lascato il lavoro per utilizzare gli ammortizzatori sociali che li avrebbero accompagnati sino al momento della pensione all’età all’epoca prevista falla legge. Si tratta dei cosiddetti “esodati” rispetto ai quali la riforma non ha porevisto alcunchè gettando nella disperaoine i lavoratori protagonisti di questi accordi e le loro famiglie. E’ di queste ore la polemica sul numero preciso degli interessati e sulla copertura delle prestazioni a loro spettanti sino al momento delle pensioni. In questa seconda vicenda si è particolarmente distinta la ministro che, logorroica quanto assai avaro di parole era il suo predecessore berlusconiano sulla stessa poltrona, sulla questione ha detto tutto e anche il suo contrario. Sino a quelle appena pronunciate a Reggio Calabria e di cui informa l’ANSA. Ma lì dove la Fornero ha fornito la migliore delle esibizioni possibili è stata la riforma del lavoro sulla quale non si è risparmiato nulla. Sino alla minmaccia che se non passa così com’è, lei e gli altri ministri se ne vanno a casa. A parte che non sappiamo cosa ne pensino gli altri ministri e lo stesso Monti ai quali, sembra, che piaccia molto vivere da leoni dopo aver vissuto per tanto tenmpo da pecore, a parte che neppure immagina la Fornero quale grande messa di ringraziamento milioni di persone farebbero celebrare per essere stati liberati da cotanto supoerficiale e mostrosuomante arrogante cataclisma in gonnella, a parte tutto ciò, ci domandiamo: ma la Fornero per caso si sente una sorta di Evita resuscitata? Se così fosse, smonti da cavallo e sappia che se tutti possono essere utili, anche lei, nessuno, compreso lei, è indispensabile. g.