Un sistema democratico può vivere senza finanziamento pubblico ai partiti? Il dibattito impazza nel Paese, specie dopo gli ultimi scandali che hanno coinvolto prima il senatore Luigi Lusi (ex tesoriere della Margherita), poi Francesco Belsito, ex tesoriere della Lega.

Bersani, Alfano e Casini nell'incontro con Monti

Bersani, Alfano e Casini vogliono confermare i finaziamenti pubblici ai partiti, sordi alle proteste della gente.

Qualcuno rievoca il referendum del 1993, che abrogò il finanziamento, tornato in vita (fin da subito) sotto forma di rimborsi elettorali. Intanto si apprende che l’ABC, l’asse Alfano-Bersani-Casini, non vuole cancellare i finanziamenti pubblici ai partiti:Sarebbe un errore drammatico, che punirebbe tutti allo stesso modo e metterebbe la politica nelle mani delle lobby, centri di potere e di interesse particolare”, si legge nella relazione alla loro proposta di legge sulla trasparenza dei partiti.

I leader della maggioranza che sostiene il governo Monti il 12 aprile scorso hanno firmato, insieme ai capogruppo di Pdl, Pd e Terzo Polo, una proposta di legge che prevede “misure per garantire la trasparenza e il controllo dei bilanci dei partiti e dei movimenti politici”. “Il finanziamento pubblico dei partiti presuppone regole certe che garantiscano la trasparenza e il controllo sui bilanci. Questa è la strada e bisogna intervenire rapidamente”.

La proposta di legge depositata da Alfano, Bersani e Casini ricalca  l’emendamento al decreto in materia di semplificazione fiscale all’esame della commissione Finanze, poi dichiarato inammissibile da Fini. Probabilmente già domani Montecitorio deciderà se assegnare in sede legislativa, alla commissione Affari Costituzionali, come chiesto dal presidente della Camera. Il Giornale, 16 aprile 2012

.………….Non c’è niente da fare. L’ABC che sostiene Monti, il nuovo sceriffo di Nottingham che rapina i poveri (i contribuenti italiani) per dare ai ricchi (le Banche) non ci sentono da nessuno dei due orecchi che Dio, magnanimo,   ha dato anche a  loro. Fanno finta di nulla e imperterriti non ne vogliono sapere di abolire il finanziamento pubblico ai partiti, già abrogato nel 1993, a furor di popolo, e ricomparso pochi  mesi dopo sotto forma di rimborsi elettorali. Rimborsi che, quando no  sono finiti nelle mani di autentici ladri, sono stati usati dai partiti per creare imperi immobiliari e rendite cospicue al riparo delle intemperie finanziarie come quelle che invece  impoveriscono tutti gli altri italiani. Come si apprende dalla nota che riportiamo sopra e che è stata  “lanciata” dallAgenzia ANSA, i tre para…li,  che come i ladri di Pisa litigano di giorno per spartirsi il bottino di notte, hanno firmato insieme ai capigruppo dei loro partiti  a cui si sono aggiunti i capigruppo del FLI (a proposito che ne pensa l’on. Bocchino che su Facebook sfidava i tre dell’avemaria a rinunciare ai soldi pubblici della firma apposta da Della Vedova?)  e dell”API, cioè Pisicchio, una proposta di legge nella cui relazione si legge che i finanziamenti ai partiti sono necessari per salvare la demcorazia. Beh, se si tratta di questa democrazia dove abbondano ladri e veri e propri criminali, è ancor più giusto non dare manco un centesimoin modo da  agevolarne il trapasso nell’al di là…Ma a parte la battuttacia, davvero questi signori credono di poter continuare a prendere per i fondelli gli italiani? In America, che è l’America, la più grande e solida democrazia del mondo, dove può capitare che un presidente eletto con voto quasi bulgaro sia costretto a dimettersi, e dove le lobby – di cui si teme l’influenza in Italia a danno della democrazia (sic!) – sono ufficialmente riconosciute, ebbene in America i partiti che tra l’altro sono solo due e non una miriade come in Italia, non ricevono dallo Stato neppure una lira e si finanziano con i contributi che i privati elargiscono alla luce del sole. E’ vero! In Italia potrebbe capitare che nessun privato sano di mente elargisca un solo centesimo a questi partiti che sono chiusi in se stessi, aureferenziali e per nulla disposti ad aprirsi all’esterno, per cui i partiti rischiano di rimanere a bocca asciutta. Ebbene cosa può importare ai contribuenti italiani, tartassati dal fisco  e comuqnue dallo Stato quasi fossero dei veri e propri delinquenti  che i partiti vadano in malora o, peggio, che falliscano? Per intanto si vendano gli imperi immobiliari che hanno realizzato con i soldi degli italiani, come sono costretti a fare milioni di cittadini che non ce la fanno ad andare avanti per colpa, sopratutto, dei cattivi amministratori pubblici, ad ogni livello, che hanno sperperato i soldi dello Stato, finendo per alzare bandiera bianca per affidarsi ad un manipolo di esperti che lo sono soltanto nel pressappochismo e nella sciatteria che sinora hanno dimostrato, e poi si adattino a vivere di poco e ad essere frugali – in ogni senso… – rinunciando ad esternazioni visive che in un tempo nemmeno tanto lontano molti di loro  -  che c’erano anche allora – rimproveravano a Bettino Craxi che per molto meno finì sulla graticola e ci rimise la vita. Ecco, ci stanno provando il trio ABC con l’aggiutna della F  (Fini)  e della R (Rutelli), ma si limitino a provarci perchè se portano in porto il loro scellerato progetto davvero rischiano l’esplosione della rabbia assai ribollente della gente che non aspetta altro per impugnarr i forconi e sbatterli fuori dalle stanze del potere. g.