IMU, LA TRAGEDIA DI UNA TASSA RIDICOLA, di Vittorio Feltri
Pubblicato il 18 aprile, 2012 in Costume, Politica | Nessun commento »
Imu. Basta la parola a far venire l’orticaria, peggio della scabbia. Ce l’ha rifilata il governo. Se l’intento di Mario Monti era quello di costringerci a rimpiangere la vecchia e gloriosa Ici, obiettivo colto in pieno. A dire il vero, agli aumenti quotidiani delle tasse ci siamo abituati, anzi rassegnati.Quando arrivano,c’è chi sospira e c’è chi sacramenta, ma tutti pagano. Provare a non farlo.
Nel caso dell’Imu è diverso. Nell’attesa che essa ci colpisca tra capo e collo, viviamo nell’incertezza, che genera angoscia. La domanda che ognuno si pone è semplice e drammatica: quanto dovrò sborsare? I giornali, incluso il nostro, si sforzano lodevolmente di spiegare ciò che essi stessi non hanno capito. E il risultato è che nel lettore cresce l’ansia perché, con tutta la buona volontà, egli non dispone degli elementi per fare dei calcoli attendibili.
È la prima volta nella storia repubblicana che accade una cosa simile. Di solito i governi più scalcinati – per esempio quelli presieduti da Giulio Andreotti,un campione nel tirare a campare (tant’è che campa ancora, e ne siamo lieti per lui: auguri)- aumentavano le imposte sulla benzina, sui tabacchi, sul registro, e via andare. I cittadini si adeguavano, sia pure soffrendo. Il concetto era chiaro: o mangi questa minestra o salti dalla finestra.
I professori, probabilmente, oltre a essere molto dotti sono anche un po’ sadici. E dicono: occhio, vi rifiliamo l’Imu.E noi pensiamo:pace amen,la verseremo. Quanto vi dobbiamo? Risposta: vedremo. E rimaniamo a bocca aperta. Eravamo consapevoli da decenni che lo Stato è pasticcione e pressappochista, ma che fosse anche ubriaco dalla mattina alla sera non lo avevamo mai sospettato. Ciucco intronato, per dirla alla lombarda. Tentiamo di raccapezzarci. A giugno si versa la prima rata sulla base dell’aliquota nazionale. A settembre si sborsa la seconda. Sulla stessa base. A dicembre il conguaglio. E finalmente saremo informati sul quantum, che non sarà uno scherzo. Probabilmente attingeremo il denaro dalla tredicesima, se sarà sufficiente ad assorbire la botta. Comunque, per parecchie famiglie, saccheggiare la tredicesima allo scopo di ubbidire al fisco significherà rinunciare al cappotto per i bambini, ai regali della Befana. E vabbè. Quesito retorico. Perché non ci comunicano subito il totale?
I Comuni vogliono aggiungere la loro quota ( una specie di addizionale) di imposta.Per cui i geni dell’esecutivo e i fenomeni dell’Agenzia delle entrate sono costretti ad aspettare i loro comodi. Inoltre, per stangarci meglio, il governo ha avviato la revisione degli estimi catastali. I calcoli non si faranno più sul numero dei vani, bensì sui metri quadrati. Con quale criterio? Mistero. Si sostiene che i nuovi estimi saranno rapportati ai valori di mercato. Idiozia purissima. Perché le valutazioni di mercato – lo sanno tutti, meno i professori – sono oscillanti. È un dato che i prezzi degli immobili sono precipitati. Vanno su e giù da sempre. Ora vanno giù. E come faranno le menti illuminate dei tecnici a stabilire se casa nostra vale 10 o 15? La mia per esempio vale, a giudizio degli immobiliaristi, un milione di euro. Ma a questa cifra col piffero che trovo un pirla pronto a comprarla. Però se il perito del catasto scrive che la quotazione di mercato è un milione, io devo pagare l’Imu su un milione anche se nessuno me l’acquista a questo prezzo.
La follia fiscale è illimitata. In un Paese normale succederebbe quanto segue. La revisione catastale la fa lo Stato dato che il catasto è statale. La composizione della mia famiglia è accertabile all’anagrafe, cioè un ente pubblico che risponde allo Stato della sua attività. Ergo, l’Agenzia delle entrate, disponendo degli elementi forniti dallo Stato stesso, dovrebbe essere così gentile da mandarmi un bollettino recante la somma che mi si richiede per mettermi in regola con l’Imu.
Perché non avviene tutto ciò? Non esistono forse i computer che dovrebbero contenere ogni dato necessario alla rapida riscossione? No, cari lettori. Non esiste un tubo di niente. Siamo in balia dei professori. E se questi sono i docenti, figuriamoci gli allievi. Vittorio Feltri, Il Giornale, 18 aprile 2012
..……………Più che agli allievi, il pensiero va agli sponsor di cotanti dilettanti allo sbaraglio. Va per esempio al grande pensatore ex dc, ex ppi, ex margherita, ora testa d’uovo del PD, cioè Enrico Letta. Negli ultimi mesi, in ogni comparsata TV nei vari salotti e salottini della TV pagata dagli italiani, ogni volta che proponeva un sostituto di Berlusconi, sussurrava “penso a Monti”. E’ lo stesso Letta che il giorno della fiducia del governo Monti alla Camera, inviava bigliettini al premier dal vago sapore ruffianesco: ” caro Mario, se hai bisogno sono qua”. Forse sperava in uno strapuntino nel sottogovenro dei tecnici , lui che forse si picca di essere un tecnico a sua volta, solo che è rimasto a bocca asciutta dopo che per via dei veti incrociati dei partiti Monti ha potuto smarcarsi dai tanti suoi “protettori” scegliendo quelli che come lui in una sola cosa eccellono: l’improvvisazione e il pressapochismo. Come l’IMU le cui traversie, non ancora finite, stanno lì a dimostrare ampiamente. E per capire che non siano finite basta visionare il modello aggiornato F24 che l’Agenzia delle Entrate ha già messo sul web: il povero contribuente oltre che pagare la tassa sulla casa che arriva alle stelle, dovrà fare gimcane di ogni genere per compilarlo prima di portarlo in banca o alle Poste, studiandosi di non fare alcun erorre perchè altrimenti rischia che il versamento finisca chissà dove e il contribuente venga chiamato, magari a distanza di anni, a ripagare la tassa con l’aggiunta di esose sanzioni. Se non avessimo certezza che Monti si è rivelato un vero e proprio venditore di fumo, potremmo pensare che si tratti di una trappola per ulteriormente vessare i contribuenti italiani che così non lo dimenticheranno più. Ma più di lui, i contribuenti italiani non potranno dimenticare quelli che lo hanno “chiamato”. g.