Quando la situazione si fa difficile ecco arrivare puntuale il ricatto: attenzione – dice Monti – che possiamo ancora fare la fine della Grecia, e allora sì che scatteranno suicidi di massa. Una strategia di comunicazione terroristica per tappare la bocca a chi, dentro e fuori il Parlamento, vuole arginare l’ondata di tasse e rincari che ci stanno piovendo addosso. Di più. Ieri è arrivato anche l’ultimatum ai partiti cialtroni: occupatevi – dice ancora il premier – dei fatti vostri, cioè di ridimensionare il finanziamento alla politica e varare una legge elettorale, che al resto ci penso io.
Pagare, obbedire, tacere. Queste sono le parole d’ordine del governo non politico che col passare dei giorni ha in Grillo, cioè nell’antipolitica, il miglior alleato. I banchieri e un comico hanno gioco facile su una opinione pubblica frastornata dal bollettino delle Procure che, forse non a caso, fornisce ogni giorno materiale buono a distrarre dalle tasse e alimentare il giusto sdegno: diamanti, lingotti, vacanze gratis, improbabili dossier fatti in casa, nuovi avvisi di garanzia a Berlusconi, tutto è buono per fare divertire il pubblico pagante.
I partiti sono colpiti e arroccati. Il Pdl tenta di mettere fuori la testa con Alfano («basta tasse») e Cicchitto («Passera o è in malafede o furbo»). Ma a colpire è la decisione di Berlusconi di annullare l’incontro con Monti previsto per oggi. Non ci sono le condizioni per discutere serenamente, per le questioni di cui sopra e per la decisione del governo di andare diritto sull’asta delle frequenze tv a pagamento, cosa ovviamente non gradita a Mediaset. Monti ha deciso di mettere la fiducia sulla legge che contiene il provvedimento, come dire, prendere o lasciare. La sfida è chiara: caro Berlusconi, se vuoi farmi cadere fallo sulle tue tv che poi lo vai a spiegare al mondo e agli elettori. Affari di Mediaset, si potrebbe dire, se non fosse che nella stessa legge sono contenuti i provvedimenti fiscali che invece sono affari nostri. In sintesi. Monti si è blindato il voto sul fisco nascondendosi dietro un conflitto di interessi che mette il Pdl con le spalle al muro. E allora mi sa che ha ragione Cicchitto. Non sappiamo se questi tecnici sono in malafede ma certamente sono furbi, molto più furbi degli odiati politici. Il Giornale, 20 aprile 2012

.………….Diamo atto a Sallusti che il suo giornale non ha mai nascosto di non aver digerito la decisione del PDL di unirsi al PD e a Casini nel sostengo a questo govenro di finti tecnici e di autentici furbastri per nulla esperti nell’arte di govenro ma scaltrissimi, dopo essersi seduti, nel difendere le poltrone che incautamente sono state loro regalate. Ora ci hanno preso gusto e lasciarle duole, per cui fanno e faranno dit tutto per tenersele ben strette. E Monti, dopo aver usato  l’arma del  terrorismo psicologico sugli italiani (lo abbiamo scritto ieri, e oggi lo scrive Sallusti) per far loro digerire le vessatorei misure fiscali, le uniche che ha preso, a danno dei contribuenti italiani, ora tenta di fare altrettanto nei confronti dei partiti (certamebnte nei confronti del PDL  e del PD) per costringerli a sostenere il govenro a prescindere non solo dai loro  più immdiati interessi elettorali ma sopratutto dagli itneressi degli italiani per i quali non si profila, con questi professori da sttrapazzo, alcuna luce in fondo al tunnel nel quale Monti e compagni li stanno avviando. Per questo non basta che Berlusconi abbia deciso di non incontrare Monti, ma occorre che ritrovi il coraggio di scegliere una strada diversa, e di farlo prima che altri (leggi PD e Casini) lo costringano a farlo, magari dopo averlo messo all’angolo della scena politica italiana. Il centrodestra, non Berlusconi, ma il centro destra non merita di finire così. g.