Monti è teso. Scende in conferenza stampa dopo cinque ore di Consiglio dei ministri-fiume e si toglie un sassolino (o un macigno) dalla scarpa. Attacca a testa bassa chi si lamenta delle troppe tasse: «Vorrei iniziare con una parola di sdegno: chi ha governato, governa e intende proporsi per governare non può giustificare l’evasione fiscale o istigare a non pagare le tasse o a istituire personali e arbitrarie compensazioni tra crediti e debiti verso lo Stato». Ce l’ha con la Lega. Ma anche con il Pdl. «Ci sono responsabilità del passato che sono causa dell’attuale pressione fiscale – attacca -. Se oggi c’è l’Imu bisogna accettare l’amara verità che per tre anni si è eliminata la tassa senza valutarne le conseguenze. L’Ici non doveva essere abolita in condizioni precarie e quando non si voleva riconoscere che l’Italia non cresceva come il resto della zona euro». Poi, strizza l’occhio a Bersani sulla patrimoniale: «Se all’Imu si preferisce la patrimoniale, il governo è pronto a valutare». Poi, si difende attaccando: «Non mi diverto a imporre tasse elevate. Ma gli italiani non sono sprovveduti. Ci può essere una diminuzione del carico fiscale se tutti pagano le tasse e tutti riconoscono che l’illegalità è immorale». E quindi avanti tutta: «È necessario rivedere enti e società, compresa la Rai, dove la logica della trasparenza, del merito, dell’indipendenza dalla politica non è garantita». Nel Pdl è stizza: «Respingiamo con fermezza le inusuali e inopportune affermazioni di Monti che ha attaccato il governo Berlusconi sui tagli all’Ici sulla prima casa che rivendichiamo e di cui non ci siamo pentiti», ringhia l’ex ministro Matteoli.
Poi finalmente Monti parla di tagli alla spesa e di spending review. E annuncia l’incarico come commissario straordinario a Enrico Bondi, «persona più nota e rispettata in Italia per la sua inflessibilità nell’attività di ristrutturatore e tagliatore di costi». Insomma, i tecnici che chiedono aiuto a un tecnico. Una notizia, questa, trapelata a Consiglio dei ministri in corso, che ha provocato subito reazioni sbigottite. La prima a fare un salto sulla sedia è la deputata del Pdl Beatrice Lorenzin: «Idea grottesca». Ma poi a ruota seguono altri: «Un governo tecnico che nella sua squadra dispone di un ministro come Piero Giarda che studia la spesa pubblica da oltre un quarto di secolo – riflette Osvaldo Napoli – non può ricorrere a un ulteriore tecnico, sia pure di indiscusso valore come Enrico Bondi». Allibito Maurizio Bianconi che invoca le dimissioni del premier: «Il tecnico dei tecnici? Il governo Monti non è capace. Dia immediate dimissioni. Sarebbe più dignitoso che sopportare ancora i risultati del suo operato: recessione, inflazione, disoccupazione, suicidi e bocciatura dei mercati».
L’Italia dei valori, invece, sottolinea che il primo atto di riduzione della spesa è un’aggiunta di spesa con uno stipendio in più da pagare: «La nomina di un commissario è semplicemente comica», chiosa Silvana Mura. Insomma, non solo la montagna sta partorendo un topolino. Ma c’è pure bisogno di un’altra ostetrica. Più cauto Benedetto Della Vedova: «Non faccio il processo alle intenzioni; ma conoscendo Bondi è segno che il governo vuole fare sul serio. Se serve per rendere più incisivo il piano dei tagli, allora ben venga». In compenso, fuori da Palazzo Chigi, i partiti continuano a piazzare paletti. Bersani mette l’altolà sulla scuola; Cicchitto sulla sicurezza. A dimostrazione che non è una questione di Bondi, e di commissari più o meno tecnici. Ogni decisione dovrà poi passare nell’imbuto stretto dei partiti. Il Giornale, 1 maggio 2012
……………E’ evidente che Monti è ormai alla canna del gas anche come argomentazioni. Smascherato nella sua inconsistenza professionale, non gli resta che una sola tattica, quella di attaccare  pubblicamente chi lo sostiene, come il PDL, per impedire che questo, per non farsi accusare di ritorsione, sia costretto, suo malgrado, a mantenerlo in sella, anche ora che scopertamente è chiaro anche ai bambini dell’asilo infantile che Monti è  solo uno che per decenni è rimasto a bordo campo aguardare i giocvatori in campo ma una volta sceso in prima linea non sa tirare uno che sia un tiro al pallone per farlo entrare in rete. La nomina di Bondi, 82 anni, è grottesco dichaira una deputata del PDL, un altro, Bianconi, si dichiara allibito. Manca il commento di Alfano. Non dubitiamo che nel suo intimo Alfano la pensa non diversamente dalla Lorenzini e dal Bianconi, ma allora che si aspetta a tirare i remi in barca? Senza ignorare l’altra nomina, ancor più grottesca, quella di Amato,  come commissario ai tagli della politica. Amato, ex delfino e dottor sottile di Craxi, che abbandonò nel momento del bisogno, maramalado anzichenò, non è per evidenti ragioni il chirurgo adatto a tagliare i rami sechci della politica di cui lui stesso è frutto e prodotto. Ma è il segno inecquivocabile di una scelta di campo che in qiueste ore ha fatto Monti: si appoggia a sinistra dopo aver per mesi fatto finta, solo finta, di arruffianarsi il centrodestra e Berlusconi. E’ tempo di porre fine a questa grottesca messa in scena e per il centro destra  ritornare a fare politica. Ne va del suo futuro e di quello del Paese. g.