IL VOTO DI IERI: GRILLO SE LA RIDE E I PARTITI PIANGONO, di Mario Sechi
Pubblicato il 8 maggio, 2012 in Politica | Nessun commento »
La sveglia ai partiti è suonata ieri quando i risultati delle elezioni sono apparsi chiari: il Pdl crolla, il Pd non sta tanto bene, il Terzo Polo è un ectoplasma e il vero vincitore delle amministrative è Beppe Grillo, un comico. Il Movimento 5 Stelle entra nel supermarket della politica e costituisce – piaccia o meno – un’offerta nuova in uno scaffale che agli elettori appare povero di idee. Chiamarla antipolitica, a questo punto, è un errore. Partecipa alle elezioni, elegge i suoi rappresentanti, si sta radicando e istituzionalizzando. Durerà? La storia italiana è piena di fenomeni effimeri – primo fra tutti L’Uomo Qualunque di Guglielmo Giannini – ma ho la sensazione che M5 sia qualcosa di diverso: parte dal basso, è pop, è web, è altamente distruttivo per tutto ciò che abita ora il Parlamento. Quello che hanno i grillini manca agli altri: il lanciafiamme. Sintesi: Grillo se la ride, i partiti piangono. Il Pdl è in una crisi profonda. Paga il dazio del passo indietro di Berlusconi, la rottura dell’alleanza con la Lega e l’appoggio al governo Monti che in maniera crescente i suoi elettori percepiscono come il «nemico» a Palazzo Chigi. Il Pd se la cava un po’ meglio, ma con il pericolo dei grillini in avanzata e un’alleanza con Di Pietro e Vendola dai toni surreali. Basterà a salvarlo dallo tsunami? Ne dubito. Siamo all’inizio della polverizzazione del quadro politico, con partiti destinati a diventare sempre più piccoli. Uno scenario in marcia verso quello di Atene, dove l’ingovernabilità è dietro l’angolo. Anche in Italia, come in Francia e in Grecia, ha votato la crisi. Ma mentre a Parigi il sistema presidenziale ha salvato la baracca e ad Atene è il caos, da noi è il limbo. Un’incertezza che ha fatto boccone anche del governo Monti. Mentre l’Europa «fasciocomunista» brucia, l’Italia è tragicomicamente a bagnomaria. Mario Sechi, Il Tempo, 8 maggio 2012
..………….Solo gli sciocchi o i presentuosi potevano sperare che i risultati del voto amministrativo di ieri potevano essere positivi per i partiti. Invece hanno confermato in toto le previsioni di quelli che nè erano sciocchi, nè erano presuntuosi. I partiti, tutti, hanno perso, clamorosamente, battuti dalla loro malafede e dalla loro incapacità di interpretare il malcontento e la rabbia che sale dalla gente comune. Hanno perso tutti, ma più di tutti ha perso il PDL, e il centrodestra che si è liquefatto. I pochi, sporadici casi in cui gli elettori hanno risparmiato dalla falcidia il centro destra si devono a situazioni particolari e a candidati fuori dagli schemi, come Tosi (Lega) a Verona e Perrone (PDL) a Lecce. Per il resto è stata una catastrofe. Ed è inutile minimizzare come ha tentato di fare Alfano in una spiritica conferenza stampa ieri sera, o come ha fatto Berlusconi, che di ritorno da Mosca dove ha partecipato,a titolo personale, all’insediamento di Putin, ha addirittura contraddetto Alfano inventandosi un risultato che non c’è. La verità è nuda e cruda: il PDL ha perso, le sue truppe sono in rotta peggio dei resti dell’esercito austroungarico che, all’indomani del 4 novembre 1918, “risalivano in disordine le valli che aveva disceso con orgogliosa sicurezza”, la sua classe dirigente, o pseudo tale, è in piena crisi di nervi. E non è sufficiente a mitigare la vastità della sconfitta la constatazione che le altre parti del variegato mondo dei moderati italiani, in particolare quelle che si chiamano “terzo polo”, sono riusciti a naufragare più e peggio dello stesso PDL, senza se e senza ma, nonostante il loro gran ciambellano, Casini Pierfurby, si ostini a rilasciare dichiarazioni del tipo: chi vuole togliere il sostegno a Monti non ha capito nulla. Chi si ostina a non capir nulla è proprio Casini che ha così scarsa considerazione degli elttori da riceverne il benservito sul vassoio dei risultati elettorali che hanno ridotto il suo ex UDC a ruolo di scorta sinanco dei grillini che lo hanno sostituito come terzo incomodo del panorama politico italiano. Ritorniamo al PDL e al centro destra. Insistere asetticamente e acriticamente nella scelta di sostenere Monti contro la volontà, secondo accreditati sondaggi, del 70% dei suoi elettori è non tanto sbagliato, ma una vera e propria manifestazione di cecità politica che non può essere giustificata con l’intento di fare “il bene del Paese”. Quando si ha la certezza e la consapevolezza che il rimedio trovato (Monti) per salvare l’ammalato (l’Italia) si è dimostrato sia inutile e per i suoi effetti collaterali dannoso, un medico anche tra i più sgangherati che circolano nei nostri paesi, immediatamente sospenderebbe la cura e assumerebbe inziative più consone e adatte alla ripresa del corpo. La cura Monti è risultata nociva, ed ha prodotto una sonora sconfessione di chi ne ha suggerito l’assunzione…perciò non v’è altra cosa da fare che abbandonare la cura e anche il medico che l’ha suggeirta, dimostrandosi incapace anche di adattarla al corpo affidatogli. Fuor di metafora….il PDL abbandoni ogni residua resistenza e si identifichi nei suoi milioni di elettori che non digeriscono Monti e i suoi spocchiosi ministri (ieri la Cancellieri ha dichiarato che i risultati riguardano i partiti non il governo….oggi la Fornero ha dato dell’ignorante a tutti gli studenti italiani), staccando la spina e andando al voto. Siano gli elettori a decidere chi debba compiere le scelte giuste per il Paese e realizzarle. g.