Si è conclusa la cerimonia funebre per Melissa. La bara bianca è stata condotta fuori dove una piazza gremita l’ha applaudita. Un lancio di palloncini ha salutato l’uscita del feretro dalla chiesa. La bara è stata caricata su una vettura che si è allontana fendendo la folla, seguita dal padre della ragazza, Massimo Bassi, in lacrime.

CUSCINO ROSSO A FORMA DI CUORE – Un cuscino rosso a forma di cuore, una foto di Melissa sorridente e i fiori bianchi e rosa ornavano la bara bianca di Melissa Bassi deposta dinanzi all’altare della chiesa madre di Mesagne dove si sono celebrati i funerali della ragazzina uccisa nell’attentato di Brindisi. La chiesa era gremita, con almeno 700 persone.

In prima fila c’erano il padre della ragazza, la nonna e gli altri parenti. Nella navata laterale a sinistra hanno preso posto le compagne di scuola di Melissa con magliettine bianche sulle quali hanno scritto loro stesse a mano ‘Melissa resterai sempre nei nostri cuori”.
Le navate laterali della chiesa erano ornate da corone di fiori inviate dalle massime istituzioni italiane: il presidente della Repubblica, il presidente del Consiglio, i presidenti di Camera e Senato e il ministro degli Interni.
Il parroco della chiesa accogliendo la bara ha invitato i presenti a evitare di avvicinarsi al padre della ragazza. “Non moltiplicate il dolore – ha detto – tenete conto del peso che questi tre giorni hanno rappresentato per la famiglia”.

Nella piazza antistante c’erano almeno 4.000 persone: gente commossa, intere famiglie con ragazzi e bambini che sono giunti per testimoniare dolore, indignazione e sconcerto per quanto è avvenuto. Fonte ANSA, 21 maggio 2012

.…………..Non ci sono parole per esprimere il dolore e la rabbia che questa vita stroncata da mani  spietatamente assassine hanno provocato in ciascuno di noi. Dolore e rabbia che non ci consentono di tacere un altro dolore e un’altra rabbia provocate questa volta da una assurda “guerra tra procure” che si sta combattendo sulla contrapposizione di due tesi investigative, l’juna che vuole prevalere sull’altra. Da una parte la Procura di Brindisi il cui capo ha sostenuto che non potrebbe trattarsi nè di mafia nè di criminalità organizzata, dall’altra il capo della DDA di Leccce il quale invece sostiene il contrario. L’una o l’altra determinerebbe la competenza di una o dell’altra Procura. Francamente non importa a nessuno chi abbia la competenza, nè sul carattere del delitto, quel che importa è che l’assassino venga acciuffato, assicurato alla giustizia e che giustizia venga fatta. perciò, i due procuratori la smettano di beccarsi come due polli in in un pollaio e facciano in fretta a indirizzare le indagini verso il vero o i veri assassini, perchè come dimostrato in altri casi, spesso i ritardi investigativi, specie se originnati da conflitti di competenza, determinano solo ritardi e talvolta consentono agli assasisni di farla franca. E noi, soprattuto in  questo caso, non ce lo possiamo permettere. g.