Di terremotati al Quirinale c'era solo il Grana Padano

L’unico modo per evitare polemiche sulla festa del 2 giugno al Quirinale mentre un’intera Regione, l’Emilia Romagna, è in ginocchio per il terremoto era non celebrare quella festa. O farlo diversamente. Con meno invitati, spesso imbucati o semplice vippume assai poco rappresentativo della Repubblica, Oppure organizzare l’evento in una città simbolo come Reggio Emilia, patria del Tricolore e a poche decine di chilometri dai luoghi disastrati del sisma. Ma il presidente Giorgio Napolitano ha detto no, perché la parata militare ai Fori Imperiali a Roma (più dimessa rispetto agli ultimi anni) si doveva fare in quanto già organizzata. Ma il pomo della discordia è quel cocktail sul Colle che ha raccolto 2.000 persone tra politici, giornalisti, attori, saltimbanchi e varia fauna difficilmente classificabile. L’intellighenzia che si merita quest’Italia, insomma. E per fortuna che si parlava di sobrietà: dare un’occhiata alle foto pubblicate da Libero e Liberoquotidiano.it per farsene un’idea. L’unico terremotato presente al Quirinale con ogni probabilità era il Grana Padano, presente in gran quantità per allietare gli invitati (tra cui non c’erano, nota di merito per gli assenti, Silvio Berlusconi e Pierluigi Bersani).

Al Quirinale ieri sera è andata in scena la più ostentata delle feste della Repubblica sobria. L’ha voluta fare a tutti i costi, Giorgio Napolitano, ma non è riuscito ad avvisare per tempo tutti i duemila invitati sugli abiti da scena da indossare per l’anti-evento. Così qualche signora ha varcato lo stesso l’ingresso laterale di via XX settembre pensando di andare alla prima della Scala. Saranno state una cinquantina almeno, di tutte le età, le lady che hanno sgarrato al protocollo imposto dal Colle per la grande sceneggiata. Il costo del grande evento non è naturalmente cambiato di un centesimo rispetto al budget di una settimana prima: i contratti sono contratti e vanno rispettati, altrimenti si pagano penali praticamente uguali al preventivo. E così è accaduto con il catering Nicolai, ormai legato al nome di Napolitano come quello del Relais le Jardin era legato a quello di Gianni Letta. “Aperitivo rinforzato”, era il nuovo ordine allo stesso prezzo di prima. E aperitivo rinforzato è stato: tartine, e parmigiano reggiano al centro delle tavolate giusto per metterci qualcosina che ricordasse il terremoto in Emilia. Vino intitolato a Placido Rizzotto e comprato dalla associazione Libera di don Luigi Ciotti, per ostentare un po’ di sobrietà in più. Musi lunghi fra gli ospiti. E soprattutto il gran desiderio di non essere pizzicati dai fotografi e finire sui giornali. Libero, 2 giugno 2012