Sul web le voci della partecipazione del premier al board di Moody’s proprio quando l’agenzia di rating bollò l’Italia come “Paese a rischio”. Palazzo Chigi smentisce

Un brutto sospetto è circolato nelle ultime ore sul web. Il presidente del Consiglio Mario Monti avrebbe fatto parte del board di Moody’s proprio quando l’agenzia di rating tirava bordate contro l’Italia e faceva affondare l’economia del Belpaese nel baratro della recessione e della crisi economica.

Il premier Mario Monti

Adesso, proprio Moody’s è indagata, insieme a Fitch e a Standard & Poor’s, dalla procura di Trani per manipolazione di mercato. Palazzo Chigi si affretta a spiegare che il Professore è stato membro del “senior european advisory board” dell’agenzia “dal luglio 2005 al gennaio 2009, periodo in cui ricopriva l’incarico di presidente dell’Università Bocconi”.

In Italia scoppia la bufera contro le agenzie di rating. La procura di Trani sta mettendo sotto la lente di ingrandimento le accuse, i giudizi e i tagli di rating che negli ultimi anni hanno colpito il Belpaese contribuendo ad affossarne la solidità e a minarne la tenuta. Giudizi che, molto spesso, venivano comunicati a mercati ancora aperti. Tagli di rating che agli inquirenti sono sembrati un vero e proprio strumento per colpire l’Italia. Proprio oggi la sede di New York di Standard & Poor’s è stata indagata dai pm di Trani per manipolazione del mercato. È un nuovo fascicolo-stralcio che segue la chiusura delle indagini notificata nei giorni scorsi a cinque persone: l’ex presidente di S&P Deven Sharma, l’attuale responsabile per l’Europa Yann Le Pallec e i tre analisti senior del debito sovrano che firmarono i report sotto accusa Eileen Zhang, Frank Gill e Moritz Kraemer. Per quanto riguarda gli uffici italiani il pm di Trani Michele Ruggiero ha indagato l’amministratore delegato Maria Pierdicchi. Nel mirino le ore immediatamente precedenti la comunicazione ufficiale di S&P sul taglio di due gradini del rating al debito sovrano dell’Italia del 13 gennaio scorso: da A a BBB+.

Sulle stesse agenzie di rating i pm di Trani stanno indagando dal 2010 dopo la denuncia congiunta di Adusbef e Federconsumatori. Il 6 maggio del 2010 un report pubblicato da Moody’s bollava l’Italia come “Paese a rischio”. Da quella denuncia l’inchiesta si è allargata a Fitch e Standard & Poor’s per i giudizi che hanno contribuito a far precipitare la situazione politica fino alle dimissioni di Silvio Berlusconi da Palazzo Chigi. D’altra parte l’ex premier ha ripetuto più volte di aver lasciato la presidenza del Consiglio per il bene del Paese. Sei mesi dopo l’attacco di Moody’s, Mario Monti diventava premier e sul web è stata ventilata da diversi blog l’ipotesi (rilanciata dal sito Dagospia) che il Professore potesse finire coinvolto nell’indagine di Trani. Palazzo Chigi ha subito spiegato che la partecipazione di Monti al board di Moody’s comportava “la partecipazione a due-tre riunioni all’anno”, dal luglio 2005 al gennaio 2009, che non avevano per oggetto, “neppure in via indiretta”, la valutazione di stati o imprese sotto il profilo del rating.

Contattati in mattinata, gli uffici londinesi di Moody’s non ci hanno ancora fatto sapere il ruolo di Monti all’interno dell’agenzia: dopo averci chiesto il motivo del nostro interesse sul ruolo del Prof dentro a Moody’s, sono scomparsi nel nulla. Restiamo in attesa di una risposta ufficiale. Ad ogni modo, presa per buona la smentita di Palazzo Chigi, resta comunque che dal 2005 il Professore era “international advisor” per la Goldman Sachs, una delle più potenti banche del mondo che ha contribuito a mettere in ginocchio l’economia greca. Ma questa è tutta un’altra storia. Forse. Andrea Intini, Il Giornale, 5 giugno 2012

.…………..Quando tuona, piove, recita un vecchio adagio. Aspettiamo per vedere in quali mani ci hanno messo un pugno di politici vili e sprovveduti. g.