“Anche giovedì a Bruxelles tutti gli occhi saranno sulla Germania”. La cancelliera Angela Merkel lo sa fin troppo bene. Al prossimo vertice dell’Eurozona ci sono in ballo il futuro della moneta unica e la tenuta dell’Unione europea, ma soprattutto sono in ballo i rapporti tra la Germania e gli altri Paesi membri.

La cancelliera tedesca Angela Merkel

Intervenendo a una conferenza sullo sviluppo sostenibile, la Merkel ha voluto lanciare un avvertimento netto in vista del summit: “Quando penso al Consiglio di giovedì prossimo a Bruxelles mi preoccupa che si parlerà assolutamente troppo di tutti i possibili modi per condividere il debito, e troppo poco di migliorare i controlli e di misure strutturali”.

Un diktat che ci costa davvero caro: l’intrandigenza di frau Merkel ha buttato giù tutte le Borse (Milano compresa) mandando in fumo i nostri risparmi. Solo oggi Piazza Affari ha bruciato oltre 12 miliardi di euro di capitalizzazione.

Giornata nera oggi sulle principali piazze finanziarie con il panico seminato dalle incertezze legate alla situazione economica in Spagna e Grecia, con la prima che ha chiesto ufficialmente aiuti per il settore bancario, e la seconda che vorrebbe una proroga alle misure di austerity. Il governo di Cipro ha ufficialmente informato le autorità europee della decisione di chiedere aiuto finanziario facendo ricorso al “fondo salva Stati”.Secondo la cancelliera tedesca, è quantomeno “avventuroso” parlare di crescita sostenibile senza pensare al rigore di bilancio: “Si parla troppo di condivisione del debito e poco delle riforme strutturali”. Proprio per questo motivo, la Merkel ha spiegato che “il discorso su eurobond, eurobill, garanzie di condivisione del debito e molto altro, oltre che non compatibile con la nostra costituzione, è sbagliato e controproducente dal punto di vista economico”. Per la cancelliera tedesca, “responsabilità e controllo non devono trovarsi in un rapporto sbagliato”. “Ma devono avere – ha sottolineato in un passaggio molto applaudito – lo stesso peso”.

Oggi le Borse del Vecchio Continente hanno archiviato la seduta ai minimi dal primo giugno sulla scia dei timori per la crisi del debito europea. L’indice FTSEurofirst 300 è andato giù dell’1,5% a 987 punti, il calo più marcato dal -1,9% registrato il 1 giugno scorso. Secondo gli analisti, l’andamento riflette lo scetticismo degli investitori secondo cui il consiglio europeo previsto in settimana non prenderà alcuna decisione per risolvere la crisi. A Francoforte il Dax ha perso il 2,09%, a Parigi il Cac40 il 2,24%, a Londra il Ftse100 l’1,14%. Peggio ha fatto Madrid (-3,67%). A Piazza Affari il Ftse mib ha chiuso a -4,02% a 13.113 punti, mentre l’All share ha ceduto il 3,75% a 14.064 punti. Crolli a ripetizione per gli istituti di credito, con lo spread risalito oltre i 450 punti: Unicredit (-8,4%), Intesa (-6,4%), Mediobanca (-6,9%), Monte dei paschi (-6,7%), Bpm (-8,5%). Milano manda in fumo 12,46 miliardi di euro in una seduta.