UN BILANCIO (QUELLO DELLA REGIONE SICILIA) DA FILM HORROR, di Mario Sechi Sechi
Pubblicato il 18 luglio, 2012 in Politica | Nessun commento »
Crac. Ci stiamo preoccupando della Grecia – e facciamo bene – ma la nostra guerra del Peloponneso finanziario ce l’abbiamo in casa e si chiama Sicilia. Passato lo Stretto, il bilancio si fa largo, larghissimo, fino a trasformarsi in un buco leggendario: quello della Regione governata da Raffaele Lombardo e una giunta che sembra un’armata Brancaleone. Mario Monti ha scritto al presidente: caro, di grazia, mi fai sapere se ti dimetti o no entro il 31 luglio come hai annunciato urbi et orbi? Sai, i conti del tuo ente sono un colabrodo, c’è il rischio di un default e se dobbiamo intervenire da Roma, forse è il caso di sapere con chi parlare… Alt! Quelli del consiglio regionale, un’idrovora del bilancio pubblico e dei soldi dei contribuenti, si sono indignati: è stata offesa la nostra autonomia. Autonomia? Non scherziamo. La Sicilia – che è in buona compagnia – è una tragedia finanziaria e politica che pesa sulle spalle dei contribuenti. Consiglio alla pattuglia degli offesi e ai lettori che hanno voglia di saperne di più, la lettura della Relazione della Corte dei Conti sul rendiconto della Regione siciliana per l’esercizio 2011: un film horror. Bastano le prime cinque righe delle considerazioni generali del Presidente della Corte: «Il rendiconto generale relativo all’esercizio finanziario 2011 registra una situazione di notevole, preoccupante deterioramento: tutti o quasi i saldi fondamentali di bilancio presentano valori negativi. Così per il saldo netto da finanziare e per il ricorso al mercato, mentre crescono a dismisura le obbligazioni da onorare in esercizi futuri in corrispondenza con un volume di residui passivi cresciuti da 5 a 7 miliardi di euro». Non scendo nei dettagli, ma vi assicuro che la lettura dei bilanci potrebbe farvi diventare leghisti. E questo non vale solo per la Sicilia, ma per quasi tutte le Regioni italiane. Sono un pozzo di spesa senza fine e gestiscono la voce di bilancio più delicata: la Sanità. Vedendo i loro conti, ho maturato l’idea che senza una classe dirigente all’altezza, la devoluzione di poteri è solo una moltiplicazione della spesa. Vogliono il federalismo? Allora le Regioni che non tengono i conti in ordine dovranno fare crac. E chi lo provoca farà la fine dei bancarottieri: andrà in cella. Mario Sechi, Il Tempo, 18 luglio 2012
.…………….Il guaio è proprio questo: che nessuno va in cella. O meglio in cella ci vanno i pirla, compreso tra questi Calisto Tanzi, l’ex patron della Parmalat nei cui confronti la Magistratura si è mostrata particlarmente dura e intransigente. Giusto! Ma altrettanto fura e intransigente dovrebbe o avrebbe dovuto essere la Magistratura nei confronti ei tanti politici e dei banchieri che assecondando Tanzi favoriorno il crac ella Parmalat e tutto ciò che ne conseguì. Così per la Sicilia. Lombardo e insieme a lui i tanti disinvolti amministratori siciliani di ogni colore, da destra a sinistra, passando per il centro, e di ogni tempo, responsabili della allegra finanza siciliana, quella che ha consentito il dilagare di una spesa pubblica senza precedenti, con l’ assunzione di migliaia e migliaia di dipendenti nella pubblica amministraizone, tra cui le decine di migliaia di guardiaboschi il cui numero è pari alla moltiplicazione per dieci del totale dei guardiaboschi di tutte le altre regioni italiane messe insieme, e che ha favorito il pensionamento d’oro di altre decine di migliaia di dipendenti pubblici attraverso provvedimenti legislativi asssunti in virtù della cosiddetta autonomia statutaria che si è trasformata in autonomia di commettere abusi, dovrebbero essere assocaiti alle pubbliche galere per rispondere dello spreco dei soldi pubblici a danno non solo dei contribuenti siciliani, ma di tutti i cntribuenti italiani, chiamati ora a far fronte allao scandaloso disavanzo procurato da anni di allegra gestione. Invece la magistratura siciliana, è notizia i queste ore, apre un nuovo procedimento contro il senatore Dell’Utri, sotto schiaffo dal 1996, per, udite, udite, estorsione nei confronti di Berlusconi, il che è evidentemente una bufala di proporzioni pazzesche, non foss’altro per i rapporti intercorrenti tra lo stesso Berlusconi e Dell’Utri. Ma siccome in Italia al ridicolo non c’è mai limite, ecco spuntare questa nuova indagine, appendice a quella sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia che ha lambito addirittura il presidente della Repubblica…………… e come si può sperare che i ladri finiscano in galera quando la magistratura si occupa di inseguire fantasmi e fantasie di quaklche decennil addietro, impegnando tempo, uomini e materiali, distratti dalla lotta ai disastri dell’oggi? Poveri noi, e povera Italia, nave senza nocchiero, non donna di provincia, ma di bordello...g