Zero spese, superincassi. Se l’azienda Italia funzionasse come le tesorerie dei partiti, sarebbe imbattibile. I movimenti politici sono ricchi, sono passati attraverso varie crisi, hanno superato la bolla di internet, l’11 settembre 2001, lo sboom dei mutui subprime nel 2008, e continuano come idrovore a succhiare i soldi dei contribuenti in maniera diretta – con rimborsi elettorali che in realtà sono un finanziamento – e indiretta moltiplicando i centri di spesa e zavorrando i già agonizzanti conti pubblici. Con le leggi che si sono votati, hanno blindato il passato, il presente e anche il futuro. Se un cittadino fa un errore formale nella dichiarazione dei redditi, becca la multa, la perdita di tempo e rogne anche per il futuro dal Fisco. Ma i partiti questi problemi non li hanno. Come documenta la Corte dei Conti, possono tranquillamente infischiarsene delle proverbiali «pezze d’appoggio» per le loro spese. Non le presentano. Tanto il «rimborso» arriva lo stesso. Non mi piace l’antipolitica e ho sempre scritto che i partiti sono uno strumento necessario per la democrazia, ma è difficile non avere la tentazione di far tabula rasa di tutto questo di fronte a tanta arroganza e disprezzo per le regole. Funziona così e per ora non c’è niente da fare. Un paio di miliardi di euro se ne sono andati in fumo dal 1994 a oggi tra attività fatte e non fatte, documenti veri e falsi, emissioni di fatture ed omissioni di contabilità. Un fiume di denaro (oltre due miliardi di euro) che si riversava nelle casse dei partiti senza accurati controlli, ha prodotto tesorieri con il tesoro a spese nostre (Luigi Lusi), leader politici che si facevano sfilare la cassa sotto il naso (il gruppo dirigente de La Margherita), clan familiari che per pagarsi le spesucce di famiglia usavano il denaro del partito (casa Bossi docet) e via così. È un horror show della politica che non avrà fine finchè i soldi ce li metterà lo Stato. Se non devi faticare per ottenere i tuoi fondi dai cittadini, se non devi dimostrare di averli usati bene, il minimo che può capitare è che qualcuno arraffi il bottino e si dia a una vita allo champagne. Prendi i soldi e stappa. Mario Sechi, Il Tempo, 22 agosto 2012

.………..Queste considerazioni di Sechi sono state provocate dalle notizie che tutta la stampa ha diffuso intorno ai quattrini che i partiti incassano dallo Stato a man bassa, specie nelle Regioni che dovevano essere luoghi di decentramento politico e amministrativo e si sono trasformate in vere e prprie casseforti da cui i partiti attingono a più non posso. Tutte, di destra, di centtro e di sinistra, in questo antesignane rispetto al governo tecnico di Monti, il peggior professore di economia che si sia visto dai tempi di Adamo ed Eva, il quale, come è noto, è sostenuto da una grande coalizione che in verità è una banda di malviventi pronta a sostenere qulsiasi baggianata di Monti pur di salvare la propria parte di bottino. A proposito di Monti, quello che si è autoincensato come erede di De Gasperi a cui non può pulire neppure il sottotacco delle scarpe, invece di fare l’illusionista vedendo in fondio al tunnel una luce che non c’è, perchè non interviene con un bel decreto legge per porre fine alla grande abbufdfata dei partiti? Il perchè è semplice: se si permettesse di dire una sola parola,o,  peggio,  di fare un solo atto concreto, si troverebbe con due bei calcioni lì dove non batte il sole e in un lampo rispedito a fare lo scaldaseggio a Palzzo Madama. Ovviamente con 25 mila euro mensili sotto il cuscino. Giusto epr essere in linea con i ladri di cui non vede le ruberie.Ma per questo lo hanno messo lì. g.