Quando se ne è uscito da Palazzo Chigi e i giornalisti l’hanno preso d’assalto, il ministro allo Sviluppo economico Corrado Passera si è subito affrettato a rassicurare le telecamere: “Con Vittorio Grilli abbiamo sempre trovato soluzioni per investimenti e spese che potevano creare crescita”.

Il ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera

Perché Passera si sia preso il disturbo di smentire le voci sullo scontro col numero due del tesoro, è sin troppo chiaro. Le tensioni, durante il Consiglio dei ministri fiume di ieri, non sono certo mancate. A vincere – ancora una volta – è stato il premier Mario Monti che ha fatto piazza pulita delle proposte, lanciate in settimana al Meeting di Comunione e Liberazione, sia dal titolare dello Sviluppo economico sia dal ministro del Welfare Elsa Fornero. Nelle misure del governo non c’è infatti alcuna traccia della riduzione delle tasse.

Basta dare un’occhiata ai fiumi di inchiostro vergati dall’esecutivo al termine del vertice che apre la “fase due” per il rilancio del sistema Italia. O meglio, come fa notare una fonte governativa a Repubblica (leggi l’articolo), basta dare un’occhiata a quello che manca: “Forse sono politicamente più importanti le cose che non sono state scritte rispetto a quelle che ci sono”. Che fine ha fatto la promessa di ridurre le tasse? Il capitolo è pressocché assente. Eppure prima Passera, poi la Fornero avevavo assicurato, davanti alla platea ciellina di Rimini, che si sarebbero impegnati in tal senso. Se infatti il ministro del Welfare aveva anticipato che, in occasione del Consiglio dei ministri, avrebbe chiesto di “abbassare le tasse sul lavoro a parità di gettito”, Passera aveva proposto di utilizzare i proventi della lotta all’evasione per abbattere le tasse dei redditi più bassi. Abbiamo uno dei livelli di tassazione più alti del mondo – diceva Passera al Meeting – è una zavorra che dobbiamo correggere, bisogna trovare le risorse per il welfare e per ridurre le tasse ai cittadini onesti e alle imprese”. Che dire, poi, della proposta del viceministro alle Infrastrutture Mario Ciaccia di “sterilizzare l’Iva per i cantieri delle opere pubbliche”? Niente da fare.

Insomma, l’esecutivo che ha contribuito pesantemente a portare la pressione fiscale a livelli record (secondo la Confcommercio ha, infatti, toccato il 55%) non ha alcuna intenzione di mettere mano alle tasse. “La congiuntura economica internazionale sta peggiorando”, ha spiegato Grilli snocciolando i dati macro economici dei Paesi extra Ue. D’altra parte, persino la Germania è costretta a tirare i remi in barca. Per il momento il governo è al lavoro per riuscire a “cancellare definitivamente l’aumento dell’Iva” che, inizialmente, era previsto per ottobre. Secondo fonti vicine al dicastero di via XX Settembre, infatti, Grilli vorrebbe muoversi azionando due leve: da una parte la spending review per abbattere la spesa pubblica, dall’altra la lotta all’evasione per “aumentare la base imponibile”. Ma di ridurre le tasse ancora non se ne parla. Andrea Indini, Il Giornale, 25 agosto 2012

..…………….Lo “statista” Monti, così promosso da Buffalo Bill, cioè Bonanni, ancora una volta ha preso per i  fondelli tutti quanti. Aveva convocato il Consiglio dei Ministri per “passare” alla fase 2 (ma la fase uno chi l’ha vista, ad eccezione delle tasse?) ma dopo nove ore (un record, strillano i giornali allineati al regime9 di chiacchiere di fatti c0oncreti ne sono usciti pochi, forse nessuno. Del resto è la caratteristica di Monti che  10 mesi fa si proclamò salvatore della Patria e sopratutto dello spread e che dieci mesi dopo ha strangolato gli italiani con una valanga di tasse, vecchi e nuove, mentre lo spread viaggia costantemente a livelli di guardia (oggi, mentre scriviamo, è a quaota 436…), annunicare un giorno una cosa e il giorno dopo farne un’altra. Questa volta aveva annunciato di “vedere una luce in fondo al tunnel” e ieri, forse ancora intontito dal buio del tunnel che collega l’Italia alla sua amata Svizzera, della luce s’è persa traccia e di conseguenza di riduzione delle tasse non se parla più. Più che uno statista questo Mponti ci sembra uno strillone di giornali che annuncia i titoli imparati a memoria senza conoscere i dettagli. g.