Domanda Macbeth: «A che punto è la notte?». Risponde Lady Macbeth: «Quasi alle prese con la mattina, per decidere chi sia delle due». Shakespeare era un genio capace di far metafora e novella del grande scontro tra le forze del bene e del male, il bello e il brutto, la gioia e il dolore. E allora usiamo la domanda di Macbeth: a che punto è la notte italiana? Per ora è buio pesto. E anche altrove le cose si sono messe male. Non è solo la classe dirigente italiana ad essere inadeguata. La crisi della governance è virus che in Europa ha prodotto danni enormi. Nel Vecchio Continente ci sono 18 milioni di disoccupati e sono cresciuti di 2 milioni nell’ultimo anno. Record assoluto dalla nascita dell’Unione europea. Le politiche di austerità varate dai governi stanno deprimendo l’economia e l’inflazione sta aumentando (+2,6% in agosto) mettendo la Bce di fronte al dilemma: controllare i prezzi o tagliare i tassi per dare ossigeno all’economia? Nel frattempo pezzi di Pil mondiale che un tempo erano europei stanno migrando in altri paesi. Quando a Berlino e dintorni si renderanno conto che non siamo soli nell’universo sarà troppo tardi. Intanto la domanda di Shakespeare resta senza risposta. Monti ha basato tutta la sua azione sul contenimento dello spread attraverso il rigorismo contabile e la leva fiscale. Ma lo spread non è un semplice gioco di partita doppia e, in ogni caso, non è un indicatore affidabile dell’economia reale. Pil, occupazione/disoccupazione e inflazione, sono i veri numeri ai quali alla fine deve guardare uno statista. Il governo ha ereditato una situazione difficile e lavora in uno scenario internazionale che fa tremare i polsi, ma tutto questo non giustifica la miopia con la quale ha affrontato in questi mesi i tre punti cardinali della bussola politica: fisco, lavoro e industria. Troppo spread gli ha dato alla testa. L’Italia deve riprendere a produrre e le imprese hanno bisogno di fiducia. Non mancano gli strumenti e le soluzioni per rilanciare l’industria e gli imprenditori validi ci sono, mentre mi pare assente una materia prima che in questo momento è scarsa anche in Europa: il coraggio. Mario Sechi, Il Tempo, 2 settembre 2012

………….Ma i veri colpevoli sono, nell’ordine: Napolitano, i partiti, gfli sciocchi. Cioè tutti coloro che hanno pensato di battere la crisi affidandosi ad un contabikle dalle dubbie capacità di far di conto. Il problema è, ora più che mai, cme dice Sechi, coraggio e, ci sia consentito, fantasia e buonumore. A Monti, manca non tanto il coraggio (anche perchè, per dirla con il Manzoni, uno se non ce l’ha, non può darselo!) ma appunto la fantasia e il buonumoe: da uno che ha l afaccia del cadavere che cammina come ci si può aspettare guizzi di fantasia? Ecco pe4rchè prima lo si manda a casa, meglio è per il Paese. g.