Mamma mia torna Prodi. Quelli come lui non vanno mai in pensione.

Vignetta di Forattini

Quelli come lui non si arrenderanno mai fino a quando non avranno succhiato tutto il sangue dell’Italia. Sono il cuore ammuffito della casta, stanno lì dai tempi del­la Prima Repubblica con l’obiettivo di ostacolare qualsiasi cambiamento, spegnere ogni speranza di riforma, imbalsa­mare il futuro. Sono peggio dei gattopardi, se quelli di Toma­si di Lampedusa facevano almeno finta che tutto cambia perché tutto resti tale e quale, questi non fanno neppure lo sforzo di cambiare. Sono i vampiri che da anni si bevono il domani di intere generazioni. Ora il professore ha deciso di chiudere la sua carriera di poltrone al Quirinale, come presidente della Repubblica. È per questo, raccontano, si sia arenato l’accordo per cambia­re la legge elettorale. Prodi non vuole rischiare e ha fatto pressioni su Bersani perché si vada a votare con questa leg­ge o con qualsiasi sistema elettorale che premi la coalizione di maggioranza. Così, con un Parlamento di prescelti e a maggioranza blindata di centrosinistra, lui, il professore, può dormire tranquillo, sognando senza patemi il Colle.

Ma quando ha visto che Bersani nicchiava gli ha detto in fac­cia ­che o si fa come dice lui oppure appoggerà Renzi alle pri­marie, rovinando i suoi piani. È sempre la vecchia storia, la sinistra non ha ancora vinto, ma i suoi capi branco già si stanno spartendo le spoglie dell’Italia.Oltre a Prodi parteci­pano D’Alema, Veltroni, Casini, Fini, Bersani, Bindi, Ven­dola: sono loro i vampiri. Una squadra di succhiafuturo che ancora una volta spera di impadronirsi del Paese. Dicono che il loro grande avversario sia spacciato e che con Berlu­sconi debole non ci sia più nessuno che possa contrastare la loro oligarchia politica, economica e sociale. Perfino la lo­ro gente, il popolo della sinistra, non li sopporta più. Basta dare ascolto a quello che si dice in giro per capire che gli anti­berlusconiani l’ultima cosa che vogliono è vedere Prodi al Quirinale, Casini al Senato, Veltroni alla Camera, Bersani a Palazzo Chigi e D’Alema agli Esteri e magari Vendola alle Pari opportunità. Meglio Grillo. E, invece, ogni volta, si ritro­vano a dover fare i conti con questa banda di eterni falliti. Il guaio è che non hanno la forza di farli fuori e subiscono la ragnatela di accordi sotto banco, di ricatti che taglia fuori tutti quelli che non appartengono alla loro schiatta. Chiede­telo a Renzi, che va in giro con paletti di frassino, croci e aglio per cercare di debellare i vampiri. Senza risultati. I suc­chiasangue dell’Italia sono furbi, longevi e avidi di potere, ma non possono fare a meno di sbranarsi gli uni con gli altri. E se fossimo in Prodi staremmo attenti: nessuno come lui sa quanto i suoi amici vampiri amino pugnalare alle spalle. Il Giornale, 5 settembre 2012

………………Speriamo di no. Una mortadella come Prodi è meglio che stia in una salumeria piuttosto che a Palzzo del Quirinale. Si rivolterebbero i tanti Papa che da lì hanno regnato sul mondo e anche un paio di Savoia che hanno solo finto di farlo in Italia, lasciando che altri lo facessero al loro posto.  g.